Skip to main content

A che punto è la messa in sicurezza della rete 5G nell’Unione europea? A chiederselo è la Corte dei conti europea che, annunciando nei giorni scorsi un audit di un anno avviato a dicembre, ha lamentato “ritmi diversi” tra i Paesi membri.

Infatti, già dalle battute iniziali dell’indagine si è potuto registrare un approccio divergente alla sicurezza del 5G tra gli Stati membri, nonché differenze nelle tempistiche di implementazione della tecnologia in tutto il continente. Come riportato dall’Ansa, con il lancio della Toolbox sul 5G da parte della Commissione europea nel gennaio dell’anno scorso, gli Stati membri avevano il compito di valutare il profilo di rischio dei fornitori di servizi di telecomunicazioni e di applicare restrizioni per quelli considerati ad alto rischio, con un riferimento non esplicito agli operatori cinesi Huawei e Zte. Una relazione sullo stato di avanzamento dei piani pubblicata a luglio dalla Commissione europea sottolineava la necessità per gli Stati membri di compiere “progressi urgenti” nella mitigazione dei rischi.

“Gli Stati membri hanno sviluppato e iniziato ad attuare le misure di sicurezza necessarie per mitigare i rischi”, ha detto nei giorni scorsi Paolo Pesce, membro della squadra della Corte dei conti europea che guida l’audit. “Ma dalle informazioni raccolte finora, gli Stati membri sembrano progredire a un ritmo diverso”, ha aggiunto evidenziando poi che in Europa non vi è ancora armonizzazione sugli standard. Una prima evidenza confermata anche da Annemie Turtelboom, il membro della Corte dei conti europea che guida l’audit, che ha aggiunto che i revisori di sonderanno l’intenzione dei Paesi membri di trovare un compromesso sulla sicurezza e la velocità di distribuzione della nuova tecnologia. Una strategia che però rischia di trovare l’opposizione di quegli Stati membri pubblicamente e più convintamente schierati contro i fornitori “ad alto rischio” che gli Stati Uniti hanno accusato di spionaggio, cioè Huawei e Zte.

Come ha spiegato la Commissione europea a Euractiv, a metà dicembre gli Stati membri, incluso il Regno Unito, avevano assegnato soltanto il 36,1% delle bande di frequenza cruciali per il 5G, cioè 700 MHz e 3.6 GHz, nonostante il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche richiedesse di chiudere la partita entro il 2020. Colpa della crisi pandemica. Ma non possono non aver avuto un peso le preoccupazioni in materia di sicurezza da parte dei Paesi membri che, al netto della toolbox e delle raccomandazioni europee, hanno a che fare con una situazione di regole che lasciano spazio alle interpretazioni. Basti pensare al caso della Svezia, dove Huawei ha presentato ricorso contro il bando dell’autorità di regolamentazione delle telecomunicazioni Pts.

La Corte dei conti Ue suona la sveglia sul 5G

La Corte dei conti Ue ha lanciato un’indagine sul 5G. In un mese già alcune evidenze: le aste procedono a rilento e i Paesi membri si muovono a ritmi diversi. Ora si pensa di cercare un compromesso tra sicurezza e velocità. Ma occhio a Huawei e Zte…

Armin Laschet Cdu

Congresso Cdu, i Verdi si sentono già al governo. Il punto debole di Merz

Alla vigilia del congresso Cdu, i Verdi smaniano per entrare al governo, mentre l’Spd si prepara ad andare all’opposizione. Merz è il favorito tra i cristiano-democratici, ma non convince l’elettorato femminile. La nota di Sveva Biocca da Berlino

A chi il budget della Difesa? Inizia l’era del dopo Lord e arriva Cummings

Dopo tre anni e mezzo (un record nell’amministrazione Trump), Ellen Lord lascerà al Pentagono l’incarico di sottosegretario per le acquisizioni. È tra le posizioni più rilevanti del dipartimento, chiamata nei prossimi anni a proseguire la riforma del procurement. In attesa della scelta di Biden, l’incarico passerà a Stacy Cummings

Crisi di governo. Lo sguardo attonito della stampa internazionale

“Ragioni difficili da spiegare”, scrive Politico puntando sui 209 miliardi del Recovery Fund. “Atto disperato” di Renzi per Die Zeit. “Non è la prima volta che Bruxelles vede l’ex premier scommette grosso mettendo a repentaglio le fortune economiche dell’Italia”, nota il Financial Times

Renzi protagonista, ministre solo comparse. L'analisi di Carone

Ci si aspettava che i protagonisti della conferenza stampa fossero i tre esponenti di Italia Viva dimissionari. Ma invece, Matteo Renzi ha iniziato la conferenza annunciando di volersi fare da parte e avvisando che avrebbe lasciato spazio alle domande per i tre, se non fosse che, dopo 45 minuti di Renzi, non si era ancora udita una sola parola da questi ultimi. L’analisi di Martina Carone, consulente in strategie di comunicazione per Quorum/YouTrend e docente di Analisi dei media all’Università di Padova

Conte o non Conte? Gli scenari di Celotto verso il 68° governo italiano

Il governo Conte II al momento è e resta in carica. È in crisi politica, perché ha perso il sostegno di uno dei partiti della coalizione, ma non è in crisi giuridica, perché per aprirsi una vera crisi di governo occorre il voto di sfiducia del Parlamento o le dimissioni del presidente del Consiglio (come accaduto in 65 delle 67 crisi dei governi repubblicani). Ecco cosa potrebbe accadere nell’analisi di Celotto

Renzi e la scelta inevitabile

Finalmente Renzi ha staccato la spina al governo-Conte. Era l’ora che si riprendesse la centralità che merita su telegiornali, quotidiani, social. Non solo su quelli nazionali, ma su quelli europei e di tutto il mondo. Diciamocelo francamente, non si poteva continuare a tirare a campare, o peggio ancora ad imporre un protagonismo del duo Conte-Speranza con la scusa di una…

La crisi per l'opportunismo di Renzi

Non ho mai supportato né sopportato Matteo Renzi. Mai. Ho sempre pensato, fin da quando sfidò Bersani per la leadership del PD, che fosse una persona mossa solo da interessi personali, opportunismo spicciolo e da nessun tipo di vero ideale. Avevo ragione, da vendere. Lo ho ascoltato molte volte, anche dal vivo. Ci ho avuto a che fare, quando era…

Il "nuovo" Recovery è il nulla cosmico. Ma la crisi è un'assurdità. Parla La Malfa

Intervista all’ex ministro del Bilancio, oggi economista e animatore della Fondazione Ugo La Malfa. La bozza uscita da Palazzo Chigi è peggio della prima: niente progetti, niente governance e zero idee. Mi chiedo cosa racconteremo all’Europa. L’Italia se vuole proteggere le sue imprese faccia buona politica industriale. Renzi? Qualcuno mi spieghi il senso di aprire una crisi adesso

La crisi renziana in piena pandemia? È la mossa responsabile. La bussola di Ocone

Renzi punta a un nuovo governo senza Conte al timone. Ci riuscirà? A chi dice che c’è la pandemia, e che è da irresponsabili aprire una “crisi al buio”, il senatore di Italia Viva risponde: proprio perché questo è un momento drammatico non si può rinviare tutto, decidere nulla, e condire il tutto con tanta tonitruante retorica

×

Iscriviti alla newsletter