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Ad un giorno solo dall’elezione del nuovo papa è impossibile prevedere oggi quello che accadrà nei dettagli da domani e nei prossimi anni. Ricordo le reazioni al primo giorno di Bergoglio che negli ambienti gesuiti e per la sua storia passata era considerato un conservatore. Le grazie di stato e le esigenze del ruolo cambiano profondamente le persone. Alcune prime indicazioni sono però interessanti. La scelta del nome per esempio. Leone XIII ha iniziato il cammino della dottrina sociale della chiesa con la Rerum Novarum che affrontato il tema del conflitto tra capitale e lavoro. C’è già chi dice che c’è voluto un papa d’oltre cortina per sconfiggere il comunismo e che un papa americano potrà trasformare il capitalismo.

Le biografie sono anche importanti. Un papa americano, nato a Chicago e laureato in matematica viene dal “centro dell’impero” e non potrà essere accusato di non capire o di non avere le categorie culturali adatte a comprendere la modernità. La prospettiva multiculturale (e non solo Nord-americano-centrica) è però assicurata dalla lunga esperienza missionaria in America latina e dalle radici europee familiari. L’accento forte sulla pace nel primo messaggio è in continuità con l’ultimo grande sforzo di Francesco e con il suo appello alla fraternità universale nella Fratelli Tutti (non è certo una novità o una sorpresa che la chiesa si muova in questa direzione).

La sfida climatica per il nuovo papa è una cosa seria. In un recente evento del 28 novembre aveva infatti sottolineato come siano i poveri a vivere le conseguenze peggiori del riscaldamento globale e come fosse urgente passare dalle parole ai fatti. Le premesse dunque sono le migliori perché ci sia un controcanto autorevole alle opinioni giurassiche del presidente americano sul clima. Ed è ragionevole sperare che la voce di chi guida la comunità dei credenti e l’unica vera istituzione globale che ha dimostrato in questo passaggio di essere riferimento per tutti, credenti e non credenti, possa dare un contributo importante per riportare il cammino della comunità globale dal conflitto che distrugge alla cooperazione che costruisce valore.

Siamo entrati nell’era della post-secolarizzazione nella quale siamo ormai consapevoli che i tre capisaldi della felicità sono la risposta alla domanda di senso, la qualità della vita di relazioni e la generatività o impatto della nostra vita. L’istituzione globale che papa Leone XIV rappresenta è più che mai attrattiva in questa nuova fase della storia in cui tante ideologie sono tramontate con il suo pacchetto completo di risposte alla domanda di senso.
Tutto passa però dalla credibilità di testimonianza e dalla capacità di comunicazione delle persone e in primis dei rappresentanti di vertice. Questa nuova fase sembra partire con le migliori premesse per poter offrire risposte soddisfacenti e credibili.

Riuscirà Leone XIV a far cambiare idea a Trump sul clima (e non solo)? Il commento di Becchetti

Dalla scelta del nome alla biografia fino alle parole pronunciate in merito alla sfida climatica. Per Leonardo Becchetti le premesse sono le migliori. “L’istituzione globale che papa Leone XIV rappresenta è più che mai attrattiva in questa nuova fase della storia in cui tante ideologie sono tramontate con il suo pacchetto completo di risposte alla domanda di senso”, spiega in questo commento per Formiche.net

 

La parata del riscatto, così Putin vuole mostrarsi meno isolato all'Occidente. L'analisi di Tafuro

A ottant’anni dalla vittoria sull’Asse, la parata del 9 maggio a Mosca si conferma un potente strumento di propaganda. Eleonora Tafuro Ambrosetti, senior research fellow del Russia, Caucasus and Central Asia Center dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale, analizza con Formiche.net il valore simbolico dell’evento e il suo ruolo nella narrativa della guerra in Ucraina. Riflettendo anche sulle relazioni con Cina e Stati Uniti, sulle prospettive di pace e sul ruolo marginale dell’Europa nella mediazione del conflitto

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