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Poche parole, decise, per dire no, il debito pandemico contratto dagli Stati dell’Unione europea non si può cancellare. E nemmeno quello in pancia alla Bce, a mezzo titoli di Stato (250 miliardi solo per l’Italia). Christine Lagarde, ha scelto un’audizione davanti al Parlamento Ue per spegnere i sogni di chi avrebbe voluto, Movimento Cinque Stelle in primis ma anche il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, una ristrutturazione dell’esposizione accumulata per fronteggiare la pandemia e uno smaltimento dei debiti sovrani detenuti da Francoforte grazie all’acquisto di titoli di Stato.

“Seguo con molta attenzione il dibattito sollevato dai membri del Parlamento europeo”, ma una cancellazione del debito sovrano posseduto dalla Bce attraverso i programmi di Qe “é impossibile perché violerebbe i trattati” su cui si basa l’Unione Monetaria. Fine della storia, almeno secondo il presidente della Bce. D’altronde “l’articolo 123 proibisce quel tipo di approccio e io lo rispetto pienamente”, ha detto Lagarde.

Chiusa la questione, è tempo di pensare al futuro dell’economia. E le previsioni della Bce non sono proprio entusiasmanti. Francoforte “prevede che l’economia dell’area euro sarà gravemente colpita dalle ricadute del rapido aumento dei contagi e dal ripristino delle misure di contenimento, che rappresentano un chiaro rischio al ribasso per le prospettive economiche di breve termine. Dopo un rimbalzo forte ma parziale e disomogeneo della crescita del Pil nel terzo trimestre, le ultime indagini e gli indicatori ad alta frequenza segnalano che l’attività economica dell’area dell’euro ha perso slancio nel quarto trimestre”.

Tutta colpa della “recrudescenza delle infezioni da Covid-19 che sta pesando in particolare sull’attività del settore dei servizi, particolarmente vulnerabile alle misure di distanziamento sociale”. Ma se una cancellazione del debito in seno alla Bce è fuori discussione, il sostegno presente e futuro dell’Eurotower alle economie è garantito.
La Bce assicurerà “condizioni finanziarie favorevoli per tutti i settori” che proseguiranno “tutto il tempo necessario per sostener le spese delle famiglie, mantenere l’afflusso di credito e evitare licenziamenti di massa”.

Per quanto riguarda poi la politica monetaria della Bce, “nelle prossime settimane il Consiglio direttivo valuterà attentamente le informazioni in arrivo, compreso il nuovo ciclo di proiezioni macroeconomiche” che “miglioreranno il nostro set di informazioni e consentiranno una rivalutazione approfondita delle prospettive economiche e dell’equilibrio dei rischi. Sulla base di questa valutazione aggiornata, il Consiglio direttivo ricalibrerà i suoi strumenti, se necessario. Sebbene tutte le opzioni siano sul tavolo, il Pepp e le Tltro hanno dimostrato la loro efficacia nel contesto attuale e possono essere regolate dinamicamente per reagire all’evoluzione della pandemia. È quindi probabile che rimangano gli strumenti principali per l’adeguamento della nostra politica monetaria”, ha affermato Lagarde.

Detto questo però “il pacchetto Next Generation Eu deve diventare operativo senza indugio. Le risorse aggiuntive del pacchetto possono facilitare politiche fiscali espansive, in particolare nei Paesi dell’area euro con spazio di bilancio limitato. Dovremmo anche garantire disposizioni adeguate per consentire una spesa ben ordinata ed efficace di questi fondi. Accolgo quindi con favore il recente contributo del Parlamento Ue per promuovere la trasparenza e la responsabilità nell’uso del sostegno fiscale dell’Unione europea”. Insomma, fate presto.

Lagarde spegne i sogni sul debito. Il niet di Francoforte

Il presidente della Bce, ascoltata in audizione al Parlamento europeo, mette una pietra sopra le speranze di vedersi abbuonata parte del debito in pancia all’Eurotower: cancellare lo stock violerebbe i Trattati dell’Unione. Bruxelles non perda tempo e pensi al Recovery Fund

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