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“Tenendo conto del ventesimo anniversario della firma del Trattato di buon vicinato, amicizia e cooperazione tra la Federazione Russa e la Repubblica popolare cinese nel 2021, è stato confermato l’impegno reciproco ad approfondire ulteriormente l’interazione in tutti i settori, compresa l’attuazione di importanti progetti nel campo della cooperazione energetica e industriale. Particolare attenzione è stata dedicata allo svolgimento degli anni di cooperazione scientifica, tecnica e innovativa russo-cinese (2020-2021)”. Così il Cremlino commenta la telefonata tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il segretario del Partito comunista cinese, il capo dello stato Xi Jinping.

Colloquio telefonico che chiude un anno particolarmente prolifico per la retorica sull’amicizia sino-russa, una relazione che però trova molti ambiti competitivi e che vede Mosca preoccupata del non essere fagocitata dal Dragone. Differenze da rintracciare anche nel racconto reciproco della conversazione odierna. Mentre il Cremlino magnifica la partnership per proprio interesse, la China Central Television (Cctv) fornisce pochissimi dettagli e spiega che si è trattato di poco più di un augurio: “I leader si sono scambiati gli auguri di Capodanno e hanno augurato un felice anno nuovo ai popoli dei due Paesi”. Su certe dichiarazioni l’aspetto formale del messaggio diffuso pubblicamente è sostanza.

Mosca ritiene la collaborazione con Pechino come un sostegno, ma come detto è spaventata. La usa anche come leva nei confronti dell’Occidente, su tutti gli Stati Uniti che anche con l’amministrazione Biden continueranno a guidare una politica di confronto tra potenze nei riguardi della Cina. Politica in cui lo scarrellamento russo verso Oriente sarebbe deleterio, ma che per un riavvicinamento a Putin trova grossi problemi di comportamento da parte di Mosca (vedi per esempio il caso Navalny). Pechino dal suo lato vede la cooperazione con Mosca come un moltiplicatore di forza, un modo per usare un attore più formalmente assertivo a propri interesse, per creare maggiori problemi all’Occidente e per spingere l’ascesa.

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