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L’Italia fa un balzo in avanti sui pagamenti elettronici e tocca con mano il sogno delle cashless society, come già accade in molti Paesi d’Europa, soprattutto del Nord. Di più. Roma posa la prima pietra di un più grande progetto europeo per la creazione di un campione comunitario dei pagamenti tech in grado di competere direttamente con i giganti di Cina e Usa. Poche ore fa è arrivato il via libera alle nozze tra la paytech company italiana Nexi e Sia, un deal che darà vita a una public company all’americana da 15 miliardi, ad azionariato diffuso ma con un socio di peso, Cassa Depositi e Prestiti, controllante di Sia, la società di infrastrutture digitali di Cdp. Operazione industriale che traghetterà a tutti gli effetti nel Terzo Millennio uno dei Paesi per tradizione più attaccato al contante, l’Italia. Ma non solo.

L’OPERAZIONE DA 15 MILIARDI

Il progetto per la fusione punta a far nascere il maggior gruppo dell’Europa continentale dei pagamenti digitali, per numero di merchants, numero di carte e per numero di transazioni, oltre alle circa 120 milioni di carte e un numero complessivo di transazioni annue processate pari oltre 21 miliardi.  Il nuovo gruppo, poi, resterà quotato sull’Mta di Borsa italiana e sono previste dall’aggregazione sinergie industriali e finanziarie, inizialmente quantificabili in circa 150 milioni di euro.

L’operazione per la nascita del gigante dei pagamenti, che sarà guidato dall’attuale ceo di Nexi ed ex Vodafone, Paolo Bertoluzzo, porterà nella sostanza alla creazione di un campione europeo nel settore dei pagamenti digitali la nuova società beneficerà di ricavi aggregati pro-forma al 31 dicembre 2019 pari a 1,8 miliardi, di un ebitda aggregato pro-forma pari a 1 miliardo e di un flusso di cassa operativo di 800 milioni. Ai valori attuali di Borsa, poi, la società da oltre 5 mila dipendenti i 15 Paesi, avrà una capitalizzazione superiore a 15 miliardi, risultando una delle dieci società a maggior capitalizzazione sul mercato italiano a fronte di un flottante superiore al 40% del capitale sociale, confermando la sua natura di public company. Non è tutto.  A monte della fusione (che a Piazza Affari ha innescato lo sprint del titolo Sia, +3,7% a metà mattinata), un rapporto di cambio per il quale gli azionisti del gruppo controllato da Cdp riceveranno 1,5761 azioni Nexi per ogni azione Sia, e gli attuali azionisti di Sia riceveranno una quota del 30% circa del capitale del Nuovo Gruppo mentre gli attuali azionisti di Nexi ne manterranno il 70% circa.

VERSO LA CASHLESS SOCIETY

Operazioni industriali di questo tipo, suscitano sempre e comunque grande attenzione da parte della comunità finanziaria e Politica. Per l’Italia si tratta di un indubbio successo, proprio nei giorni in cui il governo prova a chiudere l’altra grande partita per la digitalizzazione, la rete unica. Il presidente di Cassa Depositi e Prestiti, Giovanni Gorno Tempini, ha definito la fusione “una bella operazione di mercato, che mette in luce il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti quale azionista paziente di lungo periodo, attento a favorire la crescita e lo sviluppo delle aziende in cui investe e pronto a cogliere tutte le opportunità di creazione di campioni nazionali in grado di eccellere nei mercati europei e internazionali”.

Ma è il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, (il Tesoro è azionista di Cdp all’80%) ad aver dato la cifra dell’opreazione. “Con la fusione tra Sia e Nexi, sotto la regia di Cdp come azionista stabile, si uniscono due realtà italiane con attività altamente complementari e già all’avanguardia nel campo dei pagamenti digitali. Il gruppo che nasce è il primo in Europa per numero di esercenti serviti e di carte gestite, con circa 15 miliardi di euro di capitalizzazione e la presenza in quattro continenti, e potrà svolgere un ruolo da protagonista in un settore di attività importanza strategica e nei suoi futuri sviluppi”. Secondo Gualtieri, “la fusione contribuirà alla transizione digitale in un ambito decisivo come quello dei pagamenti elettronici, garantendo più rapidità, sicurezza e trasparenza alle aziende grandi e piccole, agli istituti bancari, alla Pubblica amministrazione e ai cittadini, in sintonia con l’impegno del governo italiano per incentivare la transizione al cashless”.

SFIDA ALLA CINA

Attenzione, perché dietro la fusione c’è qualcosa di più grande, una grande sfida planetaria per i pagamento elettronici. Cina e Stati Uniti hanno già i loro campioni, l’Europa non ancora. Ma la nascita del nuovo gruppo Nexi-Cdp, può cambiare il corso degli eventi, risultando l’embrione di un grande progetto su scala comunitaria. Non è un mistero che Alipay, la piattaforma di pagamento online lanciata nel 2004 in Cina da Alibaba Group e il suo fondatore Jack Ma, abbia da tempo sferrato l’attacco al mercato europeo, attraverso una serie di accordi per facilitare i turisti del Dragone.

UN COLPO ALL’EVASIONE

Tornando alle reazioni, Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo Economico, ha invece spostato l’attenzione sull’impatto dell’accordo tra Nexi e Cdp in chiave lotta all’evasione. “Un’operazione che porta alla nascita di un campione europeo dei pagamenti digitali e spinge l’Italia verso la transizione digitale, promuovendo la diffusione delle transazioni elettroniche attraverso una società che, per capitalizzazione in borsa, si colloca tra le maggiori dieci in Italia”, ha scritto Patuanelli su Facebook, sottolineando come “questa operazione è strategica anche per la sua valenza di lotta all’evasione fiscale grazie all’uso di pagamenti digitali, uno degli obiettivi del governo. La nuova società sarà infatti in grado di sviluppare un’offerta integrata di soluzioni per l’intero sistema dei pagamenti, promuovendo la diffusione delle transazioni elettroniche a vantaggio di cittadini, imprese, pubbliche amministrazioni, banche e con benefici in termini di effetti sistemici”.

Di  operazione “importantissima che imprime anche un’accelerazione alla transizione digitale del Paese, a beneficio di imprese, pubblica amministrazione e cittadini, ed è complementare al piano per la digitalizzazione”, ha parlato invece Laura Castelli, viceministro dell’Economia. “Grazie anche al supporto strategico di Cassa Depositi e Prestiti, la nuova società si potrà affermare come punto di riferimento per la ricerca, lo sviluppo e la formazione, divenendo un polo d`attrazione per le competenze. Grazie ai colleghi che ci hanno lavorato per rendere il nostro Paese grande nel mondo”. L’Italia fa un balzo verso il futuro.

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