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Nuove scintille tra Cina e Brasile. L’ambasciata cinese in Brasilia ha criticato duramente i commenti del deputato Eduardo Bolsonaro, presidente della Commissione dei Rapporti Esteri della Camera, nonché figlio del presidente brasiliano, Jair Bolsonaro.

Il motivo dello scontro è stato un tweet pubblicato dal giovane politico lunedì, nel quale celebrava l’adesione del Brasile all’iniziativa Clean Network, lanciata dal presidente americano Donald Trump, con l’obiettivo di creare un’alleanza internazionale “per un 5G sicuro, senza spionaggio da parte della Cina”.

Così, in una nota ufficiale, l’ambasciata cinese ha scritto che il deputato e alcuni nomi noti del Brasile “hanno fatto una serie di dichiarazioni infami che mancano di rispetto alla cooperazione cinese-brasiliana, al mutuo vantaggio che ne deriva, e inquinano l’atmosfera di amicizia”.

Il tweet incriminato è stato cancellato dal deputato, dopo un incontro tra il presidente Bolsonaro, il ministro delle Comunicazioni, Fabio Faría, e consiglieri statali dell’Agenzia Nazionale di Telecomunicazioni, che tratta le concessioni del 5G previste per il 2021. Ma la tregua è durata poco. Come riferisce l’agenzia Efe, Bolsonaro junior ha lasciato un altro cinguettio nel quale accusa alla multinazionale cinese Huawei di avere un atteggiamento pericoloso.

Per Pechino queste dichiarazioni non sono all’altezza dell’incarico di un presidente della Commissione dei Rapporti Esteri della Camera di Deputati di un Paese amico, e limitano le attività delle imprese cinesi. I rappresentanti diplomatici cinesi a Brasilia hanno ribadito la difesa della sicurezza digitale internazionale e hanno chiesto che siano evitati disinformazione e menzogne. In caso contrario, l’alleanza tra Cina e Brasile sarà colpita da conseguenze negative e responsabilità storica.

Dal 2009, la Cina è il principale socio commerciale del Brasile, ed è fonte di grandi investimenti stranieri. Lo scambio commerciale tra i due Paesi è aumentato significativamente negli ultimi anni: mentre nel 2001 era di circa 3,2 miliardi di dollari, nel 2019 è arrivato a 98 miliardi di dollari.

Questa non è la prima volta che ci sono scontri tra Pechino e Brasilia. A marzo, Eduardo Bolsonaro ha accusato la Cina di essere responsabile per la diffusione globale del virus, sostenendo che il regime cinese aveva preferito nascondere qualcosa di serio, nonostante si sarebbero salvati molte vite. “La colpa è della Cina e la libertà sarebbe la soluzione”, ha detto.

Ad aprile, l’ambasciata cinese ha chiesto spiegazioni per un commento del ministro dell’Istruzione brasiliano, Abraham Weintraub. All’origine dello scontento un tweet del ministro nel quale, usando come portavoce un personaggio popolare dei cartoni animati brasiliani, si è lasciato intendere che il Covid-19 era un “piano infallibile” della Cina per sottomettere il resto del mondo.

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