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Dopo aver messo piede nel mercato israeliano la scorsa settimana a margine della visita del ministro degli Esteri Luigi Di Maio nello Stato ebraico, Snam ha annunciato oggi l’ingresso in India attraverso una serie di accordi di cooperazione nella transizione energetica, in particolare nell’idrogeno e nella mobilità sostenibile, con alcune delle più importanti aziende nazionali.

GLI ACCORDI FIRMATI

Gli accordi sono stati annunciati oggi nell’ambito del summit virtuale tra il presidente del Consiglio italiano, Giuseppe Conte, e il primo ministro indiano, Narendra Modi. In particolare, si legge in una nota, Snam ha avviato con Adani, uno dei principali gruppi infrastrutturali ed energetici indiani, una cooperazione sulla transizione energetica, che si concretizzerà nello studio di progetti legati alla filiera dell’idrogeno in India e a livello internazionale, nonché allo sviluppo del biometano e del biogas e della mobilità sostenibile. Inoltre, sono stati stati firmati accordi con la controllata Adani Gas Limited (joint venture tra Adani Group e Total SE) per dare vita a una joint venture paritetica finalizzata a promuovere lo sviluppo dell’infrastruttura di rifornimento a supporto della mobilità sostenibile in India, favorendo l’utilizzo del gas naturale, come previsto dai programmi del governo indiano; un accordo con Greenko, uno dei maggiori produttori di energia rinnovabile del Paese, finalizzato ad avviare una cooperazione per sostenere lo sviluppo della filiera dell’idrogeno in India; un memorandum of understanding con Indian Oil, azienda di Stato tra i maggiori operatori energetici integrati del Paese, finalizzato a possibili progetti congiunti per la transizione energetica e nella filiera delle infrastrutture gas, con particolare interesse per iniziative nei settori dello stoccaggio e della liquefazione del gas naturale.

L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL GRUPPO

“L’ingresso nel mercato indiano è una nuova tappa del percorso di internazionalizzazione di Snam”, ha commentato Marco Alverà, amministratore delegato di Snam. “Grazie alle partnership con alcuni dei principali gruppi nazionali, facendo leva sulle nostre competenze e sulle nostre tecnologie, abbiamo la possibilità di dare un contributo prezioso in un paese particolarmente attivo nella transizione energetica e che presenta molte opportunità. L’obiettivo di questi accordi è promuovere la crescita dell’idrogeno verde in India e in altri paesi per decarbonizzare industrie e trasporti nonché sviluppare ulteriormente la mobilità a gas naturale e idrogeno in un grande mercato”, ha aggiunto.

IL RAPPORTO ITALIA-INDIA

La scorsa settimana il ministro degli Esteri Di Maio aveva avuto un colloquio in videoteleconferenza con il ministro del Commercio e dell’industria indiano, Piyush Goyal. Un incontro per fare il punto sulle relazioni bilaterali, in vista del summit tra Conte e Modi. I due ministri si erano soffermati, come illustrato dalla nota della Farnesina, sui rapporti economici tra i due Paesi che, prima della pandemia, avevano toccato valori record nel 2019 sia per quanto riguarda l’interscambio commerciale che gli investimenti diretti. Il ministro Di Maio aveva inoltre espresso l’intenzione di convocare nella prima metà del 2021 la nuova sessione della Commissione Economica Mista, principale foro istituzionale per la cooperazione economica bilaterale, e condiviso con il ministro Goyal le priorità italiane per la presidenza del G20, che l’Italia assumerà il 1 dicembre 2020 e che passerà successivamente all’India nel 2021.

I NUMERI DI SACE

A sottolineare l’importanza dell’India è intervenuto recentemente anche Rodolfo Errore, presidente di Sace, intervenendo all’Indo Italian High Level Dialogue l’evento digitale organizzato dall’Associazione India-Italia per la cooperazione tra i due Paesi. “Con un portafoglio di operazioni di oltre 800 milioni di euro e ulteriori 450 milioni di nuovi progetti allo studio in una gamma diversificata di settori industriali (infrastrutture ferroviarie, acciaio, macchinari per l’industria alimentare, petrolchimico e energie rinnovabili), l’India è il secondo mercato di riferimento in Asia per l’Italia”, aveva dichiarato definendo quella indiana una tra “le economie più interessanti per l’export italiano”.

L’ASPETTO GEOPOLITICO

Qualche giorno fa Arduino Paniccia, presidente ASCE Scuola di guerra economica e competizione internazionale di Venezia, su Formiche.net osservava come il recente accordo militare con Stati Uniti certifichi la fine della politica di neutralità dell’India, accerchiata dalla Cina. Ma la risposta, aggiungeva l’esperto, non è esclusivamente militare e difensiva: i colossi americani Amazon, Facebook e Google sono pronti a investire nel Paese. Ma non solo. “Anche Stati fino a oggi meno coinvolti, come l’Italia, si preparano a una più stretta collaborazione che implementi non solo scambi e investimenti, ma anche acquisizioni di nuove imprese, joint venture e cooperazione tecnologica, superando anni di distacco, con la svolta decisamente impressa dall’ambasciatrice a Roma Reenat Sandhu”, scriveva.

E a giudicare dai nuovi rapporti tessuti — oltre che da una Via della seta sempre più in salita — l’Italia appare sempre più interessata a rafforzare i suoi legami con l’India.

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