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Il giustizialismo ha fatto e fa non pochi danni in questo Paese, incidendo gravemente sui diritti dei cittadini. In questi giorni invece, per una sorta di paradosso la questione del giustizialismo può porsi come un punto di svolta per la soluzione della crisi di Governo. È stato infatti sulla base del tam tam diffusosi in Senato nell’attesa della prossima Relazione sullo stato della giustizia (prevedibilmente di impronta tendenzialmente giustizialista) per giovedì in Senato che man mano vari “volenterosi” o responsabili, tra cui i senatori Casini, Lonardo, Nencini, ed altri hanno annunciato il loro voto contrario nei confronti dei Guardasigilli.

E questo sulla base di una linea garantista, invitando, così come nel frattempo facevano altri parlamentari da altre sponde, il Premier a trovare una soluzione, visto che si sarebbe scesi nettamente sotto la già limitata soglia dei 156 voti favorevoli al Governo nella votazione della fiducia al Senato del 19 Gennaio scorso. Alla luce di questa condizione di emergenza sembra che il Premier, non poco a malincuore visto che sin qui ha seguito lo schermo rigoroso di non abbandonare in alcun caso la poltrona di Palazzo Chigi, sollecitato dalla parte maggioritaria del PD, abbia deciso di venir meno al diktat che si era autoimposto – “mai più con Renzi” – e sia orientato a dimettersi.

Ciò avverrebbe però sotto la garanzia di una rete di protezione fornita da una “crisi pilotata” con successivo reincarico. Grazie a questa soluzione di continuità sarebbe più probabile l’appoggio al Governo anche dei centristi e l’arrivo di qualche “molto responsabile” da Forza Italia.

Pare che, con una formula un po’ iperbolica, si chiamerebbe “Governo di salvezza nazionale” e prevederebbe un qualche rimescolamento degli equilibri al suo interno. Ovviamente le perplessità più forti vengono dai grillini che con più determinazione di tutti avevano sempre escluso il rientro di Renzi in coalizione e che temono un indebolimento del loro ruolo in seno ad un Governo di salvezza nazionale..

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Le perplessità più forti sull’ipotesi del Conte-ter arrivano dai grillini che con più determinazione di tutti avevano sempre escluso il rientro di Renzi in coalizione e che temono un indebolimento del loro ruolo in seno ad un Governo di salvezza nazionale

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