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Premesso che davvero la violenza va condannata sempre e ovunque e che, per non sottrarmi a temi anche molto delicati, il sottoscritto nel passato ha condannato gli assassinii di Acca Laurentia e di Sergio Ramelli e non si è neanche scandalizzato se nelle ricorrenze di questi crimini qualcuno ha solidarizzato facendo il saluto romano, non c’è dubbio che negli Usa vanno condannati anche gli incendi e le distruzioni poste in essere dal settore estremista del movimento Black Lives Matter e anche la distruzione dei monumenti storici di qualsiasi tipo.

Ma qui è in discussione ben altro. È in discussione un presidente degli Stati Uniti “non innocente” perché da tempo ha assunto un atteggiamento sostanzialmente eversivo perché non ha riconosciuto il voto legittimo degli elettori e già prima dell’assalto al parlamento del 6 gennaio aveva cercato di mettere in atto delle autentiche gherminelle per arrivare al Congresso al voto per Stato che annullasse il voto dei rappresentanti legittimi indicati alle elezioni.

Il voto per posta negli Stati Uniti è stato sempre consentito, adesso è aumentato a causa di una pandemia che Trump ha del tutto trascurato. Fortunatamente questo tentativo eversivo è stato bloccato perché sono stati proprio i governatori repubblicani e il personale amministrativo certamente misto sul piano politico a respingere i suoi 60 ricorsi. Ovviamente ancora più grave è quello che è avvenuto il 6 gennaio.

È stato Trump a spingere i dimostranti contro il parlamento e lì non c’era lo spiegamento di forze esistente quando a dimostrare c’era una manifestazione composta anche da molti afroamericani.

E chi per tutta la giornata ha bloccato la Guardia Nazionale? Trump ha dato via libera ad essa solo quando i manifestanti erano già dentro il Campidoglio e quando già Pence l’aveva chiamata.

E chi ha chiesto al segretario di Stato della Georgia di immettere 11.000 voti falsi nel conteggio? E chi ha chiesto a Pence di rovesciare al Senato la designazione a presidente degli USA?

Per questi e per altri atti Macron, la Merkel e perfino Johnson hanno condannato Trump, non genericamente i manifestanti che egli aveva scatenato. Malgrado tutto ciò ancora oggi Giorgia Meloni dice di preferire Trump a Biden.

Allora il sottoscritto che, diversamente da Salvini, la apprezza sul piano delle sue qualità personali, è costretto a dire che un destra-centro che ha come riferimenti Trump e, aggiungo, su un piano del tutto diverso, gli appartenenti al patto di Visegrad, non ha le posizioni politiche e programmatiche e i rapporti internazionali adeguati a governare l’Italia in un momento così delicato.

L’Italia ha un enorme bisogno di un rapporto positivo con l’Europa a guida franco-tedesca e con gli Stati Uniti di Biden. Non a caso Berlusconi su questo nodo e sul Mes ha assunto posizioni assai chiare e costruttive che sono però l’opposto di quello che stanno sostenendo Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Tutto ciò al netto di tutti gli errori commessi dal presidente Conte e dall’attuale maggioranza di governo, rispetto alla quale molte delle critiche di Renzi sono condivisibili, senza per questo sposare o condividere il gioco politico che egli sta conducendo.

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