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“Sappiamo che gli specialisti della Cia stanno lavorando con lui in questi giorni. E non è la prima volta che gli vengono date varie istruzioni”, Dmitri Peskov alza la cortina fumogena sul caso di Alexei Navalny. Evocare una relazione con l’intelligence americana è il metodo classico con cui la Russia distorce la realtà, altera l’informazione, diffonde la propaganda. E non da adesso. L’obiettivo è far passare questioni spinose come l’avvelenamento del più noto dei nemici di Vladimir Putin come un’operazione false flag studiata da un attore statale rivale.

I media pro-Cremlino – come la Tass, a cui Peskov, portavoce di Putin e artista a capo della propaganda russa, ha rilasciato la dichiarazione sulla Cia – sono zeppi di certi contenuti. Riguardano qualsiasi caso imbarazzante per Mosca (ma lo stesso accade in Cina, in Iran, Venezuela, Bielorussia o in altre autocrazie dove la stampa libera è stretta tra giganti controllati dai governi). L’attacco dall’esterno – dal nemico della patria – è una sorta di topos letterario storico. Chi c’è dietro le proteste a Minsk? Paesi occidentali. Chi dietro alle manifestazioni di Hong Kong? La Cia. E via con gli esempi per restare sull’attualità.

La reazione di Peskov ha un contorno specifico. In un’intervista al Der Spiegel (con l’Economist tra i più influenti settimanali al mondo), Navalny ha dichiarato che l’ordine di utilizzare o fabbricare il Novichok – l’agente nervino con cui è stato avvelenato al rientro dalla campagna elettorale per le amministrative in Siberie lo scorso mese – può essere emesso “soltanto da due uomini: il direttore dei Servizi federali per la sicurezza della Federazione Russa (Fsb) o quello del Servizio informazioni internazionale (Swr)”.

La risposta del portavoce del Cremlino è simmetrica: l’oppositore russo accusa le due agenzie di intelligence di Mosca per quanto gli è accaduto, e Peskov rilancia che è la Cia a suggerirlo. La disinformazione più diretta funziona così: è mirata al pubblico interno e ruota attorno a un registro basico. Però è noto, secondo quanto dicono gli esperti, che il Novichok sia un composto instabile, che viene chimicamente preparato poco prima dell’utilizzo e che è accessibile solo agli altissimi livelli di intelligence e difesa.

Navalny accusa l'intelligence russa. Per il Cremlino è imbeccato dalla Cia

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