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Alla maggioranza, in questo periodo, il compito difficile di gestire la situazione pandemica. All’opposizione l’impegno, altrettanto gravoso di non accettare errori e ritardi ma di avere la comprensione che si accorda a chi è costretto a gestire una crisi di queste proporzioni. Guido Crosetto, osservatore della politica dopo esserne stato protagonista, fondatore di Fratelli d’Italia, la vede così.

“Le difficoltà dell’esecutivo e dei partiti che stanno dall’altra parte della barricata in questo momento storico sono più o meno sovrapponibili. Non solo: proprio in virtù della situazione drammatica che stiamo vivendo, il ruolo dell’opposizione a tanti pare superfluo, perché non vorrebbero critiche”. Invece, chiaramente, non è così. Il centrodestra, scandagliato da uno dei padri nobili della destra presenta punti di forza che servirebbero al Paese ma anche punti di debolezza. Crosetto d’altronde è il cofondatore dell’unico partito della coalizione che sta crescendo in termini di consenso.

“I numeri complessivi dei sondaggi sono sempre quelli ed oscillano tra il 47% e il 50% – dice -. Sebbene rimango fortemente convinto che qualora si dovesse andare a elezioni il gradimento crescerebbe”. Tanto più che il governo “non gode, a mio parere, di tutto questo consenso che alcuni giornali “di partito” enfatizzano”. Il cicaleccio di questi giorni che sembra essere orientato ad aprire una crisi di governo, secondo Crosetto, “è un segnale tangibile di come da più parti ci sia la volontà di ribaltare tavoli ed equilibri”.

Il primattore di questo trambusto politico è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. “Il senatore fiorentino dice la verità e ha preso coscienza del fatto che il Recovery Fund non sia una scampagnata, bensì l’ultima concreta chance per il nostro Paese. Porre interrogativi sulla governance del programma più importante della storia d’Italia, è più che lecito”. La pecca del governo, secondo Crosetto è “la mancanza di una visione chiara, di un percorso. Anzi, la totale mancanza di volontà di ricercare una visione sul come investire nel modo più efficace possibile le risorse destinate alla “ricostruzione”. La prova plastica della mancanza di consapevolezza di questo esecutivo, dei problemi, Crosetto la esemplifica in due problematiche (“per fermarmi a due”) che “in oltre un anno non sono stati in grado di affrontare nonostante strumenti che nessun altro governo ha mai avuto”.

“Non è stato deciso di intervenire sulle folli regole burocratiche che imbrogliano tutto e tutti, così come non si è fatto nulla per affrontare il nodo giustizia, (tempi, modi, garanzie, responsabilità,) che è ormai insopportabile.”. Il vero collante politici del Conte bis sono state le risorse finanziarie enormi. Generalmente il problema della politica è quello di essere ingessata e di non poter finanziare con risorse sufficienti le riforme che ha in mente di portare avanti. Questo governo invece, per via dell’emergenza pandemica, si è trovato a gestire moltissime risorse e a poter fare degli scostamenti di bilancio imponenti, con strumenti molto rapidi”. Nonostante tutto ciò, le tessere del mosaico sembrano traballare.

Il tema però, non è se e quanto dura il governo, bensì “se e quanto dura il nostro Paese in queste condizioni”. Sembra comunque, continua Crosetto, “che Conte sia per molti l’unico in grado di guidare un esecutivo in Italia. Da cittadino, più che da uomo con idee politiche chiare, ho il diritto di chiedermi se questo esecutivo esprima la classe politica migliore che il Paese possa avere. Se è così, devono rimanere. Se non è così, i partiti che li esprimo hanno il dovere di sostituirli”. Costi quel che costi, al di là dell’appartenenza politica. Dall’altra parte, nel frattempo, si sta costruendo un’alternativa valida? “Il centrodestra potrebbe anche avere un serio disegno alternativo – spiega Crosetto – ma la differenza la fa il fatto di non avere i numeri per una maggioranza, visto che non si va al voto. Mi pare comunque che anche parlando di temi concreti la coalizione, e in particolare Fratelli d’Italia, abbia più volte incalzato il governo ad esempio sul tema del digitale e della Rete. Ci apprestiamo ad entrare in un mondo in cui la digitalizzazione è elemento essenziale, mentre nel nostro Pese nel 60% del territorio non prende neanche il telefonino. In più l’Esecutivo non ha ancora preso una decisione su Open Fiber, sulla Rete e su Telecom”.

Ad ogni modo, “Giorgia Meloni sarebbe pronta ad avere la leadership della coalizione. Fermo rimanendo che avere i voti non basta, ma serve una struttura amministrativa e burocratica che ti permetta di governare. Ma temo che il centrodestra, a livello di classe dirigente, burocratica e tecnica, sia deficitante. Così come lo è negli altri partiti e nello Stato”. A questo si aggiunge che nella coalizione c’è un partito che “manca della forza e della volontà di fare opposizione dura”: Forza Italia. “Sebbene gli azzurri siano fondamentali per il centrodestra – spiega Crosetto – mi pare che il partito sia indissolubilmente legato all’invecchiamento fisico di Berlusconi che non ha mai voluto veramente un successore”.

Pare quindi che l’alternativa a Conte, ad oggi, non esista. “Ma è compito di chi apre la crisi di Governo identificare un’alternativa. Sennò non ha proprio senso aprire la crisi”. Qualcuno ha parlato di Mario Draghi a Palazzo Chigi. “Mah… secondo me nessuno dei partiti ha mai formulato una proposta seria a Draghi in questo senso. Forse mi sbaglierò”. O forse no.

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