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Un muro di droni, dopo il muro di Berlino. Il comun denominatore è la guerra fredda, ieri come oggi, che racconta di una contrapposizione che resta aspra, coinvolgendo ancora una volta i Paesi della cintura orientale della Nato e dell’Ue. E allora l’occidente si vede costretto a disegnare una strategia, anche perché gli sconfinamenti di droni e caccia moscoviti non sono più saltuari ma parte integrante di una tattica volta a cercare l’incidente. Il progetto prevede, come da precisa richiesta di quei Paesi che si trovano in prossimità della Russia, l’acquisto di almeno 20 mila velivoli, con Finlandia e Polonia sugli scudi. Si parla di una cifra oscillante tra i 150 e i 250 miliardi di euro.

I ministri della Difesa di circa 10 Paesi dell’Ue hanno deciso di rendere prioritario il cosiddetto “muro dei droni”, a seguito delle invasioni dello spazio aereo a danno di alcuni Stati membri. L’iniziativa, come è noto, si inserisce all’interno del novero di risposte alle continue provocazioni russe, con anche un’opzione precisa: ovvero la distruzione di quei caccia che dovessero invadere lo spazio aereo. Intervistata dalla Cnn, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha spiegato che è necessario “difendere ogni centimetro quadrato del territorio e questo significa che, se c’è un’intrusione nello spazio aereo, dopo aver avvertito, dopo essere stati molto chiari, ovviamente, l’opzione di abbattere un jet da combattimento che sta invadendo il nostro spazio aereo è sul tavolo”. Il caso di Estonia, Polonia, Danimarca testimonia che on si tratta di congetture ma di attacchi benprecisi. Secondo von der Leyen la Russia sta “mettendo alla prova tutti i campi, è una guerra ibrida che viviamo da molti anni, che la Russia sta conducendo contro le democrazie dell’Unione europea e altre democrazie, quindi noi reagiamo su tutti i diversi campi”.

La replica russa è in perfetto stile sovietico: secondo Mosca si assiste ad “un’isteria Ue per giustificare la spesa militare, a scapito dei progetti socioeconomici e del calo del tenore di vita della popolazione”, ha dichiarato a Ria Novosti Vladislav Maslennikov, direttore del dipartimento per gli Affari europei del ministero degli Esteri russo. Ha inoltre aggiunto che tali iniziative europee causeranno “un aumento delle tensioni militari e politiche nel nostro continente”, definendo il piano frutto di “ambizioni personali e giochi politici delle e’lite al potere nell’Ue”.

Anche in Germania è allo studio un piano per difendersi dai droni ostili, con la possibilità che le Forze armate della Bundeswehr intervengano direttamente. Secondo la Bild il ministro dell’Interno Alexander Dobrindt ha deciso per questa sterzata a seguito dell’incremento degli episodi che hanno coinvolto droni non identificati non solo in alcuni aeroporti del Paese, ma anche nelle vicinanze di installazioni militari sensibili. Per cui il ministero ha autorizzato l’uso della forza quando un drone dovesse diventare nei fatti un pericolo concreto per infrastrutture critiche o uomini.

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