Skip to main content

Arrivare a un accordo in Puglia tra Pd e M5S ormai è impossibile, nonostante le parole – ambigue – di Di Maio. Zingaretti su Raggi? Un modo per chiarire: “Voi non sostenete Emiliano? Noi non sosteniamo Raggi”. Tenuta del governo? Non saranno solo i risultati delle Regionali a farlo tremare, ma tanti fattori messi assieme, effetti del Covid compresi. La lettura di Paolo Pombeni, dell’attualità politica è schietta e poco indulgente: secondo il professore emerito di Storia contemporanea all’Università di Bologna e saggista le forze di governo stanno commettendo degli errori strategici che non ci si può permettere neanche con il caldo dell’estate.

Professore, Di Maio ha parlato e ha dato ragione a Conte sulle alleanze locali, confutando Crimi. È una lettura corretta o no?

È una posizione ambigua, quella di Di Maio, così come la sua dichiarazione. È il tentativo di smarcarsi dalle accuse che gli vengono fatte sulla stampa di doppoiogiochismo contro Conte, da una parte, tentativo fatto con modalità abbastanza tipiche del suo modo di fare. Dall’altra è in realtà una presa di posizione che lascia tutto aperto, non è chiaro se sia a favore di un’intesa oppure no.

Questo accordo in Puglia, quindi, non lo vuole nessuno…

Io credo che in Puglia la situazione sia estremamente complicata e arrivare a un accordo sia ormai impossibile. Onestamente, non conviene neanche al Movimento 5 Stelle spingere in quella direzione. Anche ammesso che riuscissero a costringere a una ritirata la loro candidata, il loro elettorato non li seguirebbe. È troppo un’operazione da vecchia politica romana, non sono più i tempi. Il contrordine compagni non esiste più.

Che effetti avrebbe, però, sul governo l’eventuale vittoria di Raffaele Fitto a causa anche della frammentazione di Pd e M5S?

Non dimentichiamo che accanto alla frammentazione Pd-M5S, in Puglia c’è anche la candidatura di Ivan Scalfarotto, che non muoverà le masse ma quando si corre sul filo di lana anche un pugnetto di voti può fare la differenza. Poi, sull’esecutivo in realtà è il complesso che farà, eventualmente, deflagrare la situazione.

In che senso?

Come andranno le elezioni Regionali, ossia se segneranno davvero una chiara sconfitta dell’alleanza tra Pd e M5S (questo infondo è il vero tema), unito a come andrà a settembre con la riapertura delle scuole, gli interrogativi sulla possibile seconda ondata di pandemia, il bilancio di una economia che risente ancora fortemente degli effetti del lockdown e via dicendo. Ecco, è il complesso di queste cose che determinerà la tenuta (o meno) del governo, non da sola la vicenda delle regionali.

Dall’altra parte anche il Pd non fa passi indietro. Nicola Zingaretti ieri ha chiuso le porte definitivamente a un possibile accordo su Raggi. Una scelta di campo che guarda più al Movimento 5 Stelle o al suo stesso partito?

Il messaggio di Zingaretti contiene due elementi: uno laterale al no a Virginia Raggi, e potrebbe declinarsi in un “Voi non volete sostenere Emiliano in Puglia? E allora noi non sosteniamo Raggi a Roma”. Ma c’è poi una componente oggettiva: Raggi è indifendibile, l’errore tragico dei 5 Stelle è stato quello di non cercare un nome che fosse un po’ meno compromesso. Se il Pd appoggia Raggi, Roma va senza dubbio al centrodestra. Ma sottolinerei un altro aspetto di debolezza, nelle parole di Zingaretti…

Prego.

Il segretario del Pd sbaglia quando dice “State attenti, se fate così consegniamo le regioni alle destre”. Una sorta di riflesso di Pavlov del vecchio comunismo che si appellava all’antifascismo pensando che ora possa giocare un ruolo. Ecco, non è una carta vincente, ora, soprattutto se guarda al Movimento 5 Stelle e al suo elettorato. È vero che in Emilia-Romagna è una carta che Bonaccini ha potuto giocare, ma la Puglia storicamente è molto diversa, e inoltre non c’è più Salvini che tira la volata con il suo protagonismo, le citofonate e il resto.

Questa volta Salvini è meno in primo piano…

Sì, questa volta è molto più furbo. Si tiene più in seconda fila, in Toscana manda avanti la candidata Ceccardi, fa discorsi molto regionalistici e poco nazionali. Quindi, per tornare al Pd, fare appello a una grande alleanza antifascista o antidestra non è un argomento che possa servire con i grillini.

In tutto questo, però, bisogna certificare che M5S ha messo in moto un processo di mutazione, per chi evolutivo per chi di trasformismo. Secondo lei di quale dei due si tratta?

Farei una battuta, è un’evoluzione trasformistica (ride, ndr). Battute a parte, si può dire che la fase che sta attraversando M5S contenga tutti e due gli elementi: è un’evoluzione inevitabile in un partito che si è reso conto, dopo aver parlato a vanvera senza aver mai messo piede in un contesto politico vero e proprio, che si potesse fare politica a prescindere da quello che la politica era. Ecco, con l’esperienza diretta hanno capito che è necessario adeguarsi. Ad esempio, hanno capito quasi meglio dei vecchi democristiani come si fa a spartirsi le poltrone (ride, ndr).

E trasformistico?

È trasformistico perché per fare questo cambiamento hanno bisogno di rinnegare senza dirlo quello che è il loro vecchio modo di essere. Penso in particolare al loro definirsi anti-Casta, il disinteresse alle poltrone. Ecco, questo è clamorosamente falso.

Che Di Maio abbia un ruolo guida nel Movimento è appurato, ma pensa ci sia spazio per figure come Chiara Appendino, che ancora non sa se si candiderà per un secondo mandato a Torino?

Chiara Appendino indubbiamente ha giocato bene le sue carte. Tuttavia non mi è possibile giudicare, perché ancora non ha mostrato se abbia delle qualità di leadership. Fino ad ora ha fatto una politica molto locale, quindi non è possibile comprendere se abbia quelle caratteristiche di carisma che Di Maio, al di là della simpatia o dell’antipatia personale, ha dimostrato di avere. Di Maio osa tenere la scena, riesce a reinventarsi. Appendino ancora non ha mostrato questo suo lato, se lo possiede. Quindi sospendo il giudizio a quando ci saranno più elementi. Dopo di che, è sicuramente una 5 Stelle anomala.

In che senso?

Viene dalla borghesia torinese, diciamo che sa come si sta a tavola.

Gli errori di Zingaretti e Di Maio, il recupero di Salvini e su Appendino... Le pagelle di Pombeni

Arrivare a un accordo in Puglia tra Pd e M5S ormai è impossibile, nonostante le parole - ambigue - di Di Maio. Zingaretti su Raggi? Un modo per chiarire: "Voi non sostenete Emiliano? Noi non sosteniamo Raggi". Tenuta del governo? Non saranno solo i risultati delle Regionali a farlo tremare, ma tanti fattori messi assieme, effetti del Covid compresi. La…

De Gasperi e l'identità italiana. La memoria che serve al Paese

Alle fondate motivazioni già addotte sulle annuali commemorazioni della scomparsa di Alcide De Gasperi promosse dal Centro Studi Sociali di Pesaro intitolato allo statista trentino, scomparso 66 anni fa, se ne aggiunge un’altra, rilevantissima, che emerge da una recente riflessione di Ernesto Galli della Loggia sul “ modo in cui la Repubblica ha costruito la sua memoria e ne ricorda…

tiktok

Da TikTok a Taiwan. Promemoria di Pennisi al governo

In Italia, la pandemia, le vicende interne ed europee, le elezioni regionali, quelle americane ed altri fatti di grande rilievo hanno quasi oscurato due sviluppi su cui sarebbe opportuno che il nostro Ministero e degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale prendesse posizione: il blocco sul mercato americano nei confronti di TikTok e le aperture dell’Amministrazione Usa nei confronti di…

La rete unica allo Stato. Ecco i cinguettii di Bassanini (che plaude a Buffagni)

Rete unica sì, ma in mano allo Stato. Non conosce sosta la partita industriale per la creazione di una società unica della rete alla quale affidare l'installazione della banda ultralarga in tutto il Paese. Il ceo di Tim, Luigi Gubitosi, continua a ribadire la volontà ferrea di mantenere il controllo di Fibercop, la società per la rete secondaria (il cosiddetto…

Biden fa ciò che gli riesce meglio: l'equilibrista. Il punto di Gramaglia

“Uniti possiamo e riusciremo a superare questa stagione di tenebre”: con l’impegno a rimettere insieme una Nazione divisa, Joe Biden ha accettato la nomination a candidato democratico alla Casa Bianca. La chiusura della convention democratica non è stata né spettacolare né trascinante: Biden ha fatto il discorso più importante della sua carriera politica di fronte a una sala semi-vuota, senza…

Phisikk du role - L’epilogo inglorioso dell'amico Bannon

Se cerchi su Wikipedia alla voce Steve Bannon trovi questa informazione: “Stephen Kevin Bannon (1953)è un giornalista, politico, produttore cinematografico, politologo, ex banchiere d’investimento, direttore esecutivo di Breibart News, capo strategia del presidente Trump, vicepresidente di Cambridge Analytica, da molti ritenuto come l’ideologo della linea politica del 45mo presidente americano, nonché uno di principali esponenti dell’alt-right, la destra alternativa americana…

gezi park

Ecco la "buona notizia" di Erdogan (che preoccupa Grecia e non solo)

“Oggi vorrei condividere con voi una buona notizia storica. Sappiamo che l'energia è elemento principale dello sviluppo del Paese […] Avevamo individuato il giacimento di gas sin da maggio. E questa è solo una parte del giacimento. Speriamo di aver lo stesso successo anche nel Mediterraneo. Siamo decisi a risolvere il problema del gas e dell'energia per la nostra autosufficienza…

iran

Il dilemma europeo sull’Iran: con gli Usa o con Russia-Cina?

Gli Stati Uniti hanno attivato ieri alle Nazioni Unite una procedura per chiedere il ripristino di tutte le sanzioni internazionali sospese contro l’Iran. Secondo Washington, Teheran avrebbe violato i suoi impegni previsti dall’accordo nucleare del 2015 che dovrebbe impedirle di acquisire la bomba atomica. “Il presidente Donald Trump  e questa amministrazione hanno scartato la storia che il regime cerchi solo…

Pacifico, ma non troppo. Australia, Giappone e India insieme per contenere la Cina

I governi di Australia, Giappone e India stanno pensando di lanciare una Supply Chain Resilience Initiative al fine di  ridurre la dipendenza economica dalla Cina, “resa necessaria dal comportamento politico e militare aggressivo di Pechino”, come sottolinea il giornale indiano Economic Times. L’iniziativa, proposta per la prima volta dal Giappone, sta ora prendendo forma ed entro la prossima settimana si…

Perché è temerario il "tutti a scuola" il 14 settembre. Il commento di Ciccotti

Negli ultimi due giorni diverse indicazioni e dichiarazioni circa il rientro a scuola il 14 settembre 2020 si sono succedute, a cura del Cts (Comitato Tecnico Scientifico), della ministra Lucia Azzolina, del ministro Francesco Boccia, del commissario straordinario Domenico Arcuri, dell’ISS. Vediamo di profilare una eventuale situazione fra tre settimane. INDICAZIONI E DICHIARAZIONI UFFICIALI 1) Il 14 settembre tutti i…

×

Iscriviti alla newsletter