Skip to main content

Missione compiuta per il Team Six dei Navy Seals: i reparti speciali americani sono entrati in azione in Nigeria. appena oltre il confine meridionale del Niger, per liberare Philipe Natan Walton, ventisettenne statunitense rapito a Massalata (in Niger) da uomini armati nigerini il 26 ottobre. Nell’area si muovono gruppi criminali spesso continui a formazioni jihadiste che — come nel resto del Sahel — mantengono una certa indipendenza operativa rispetto alle sigle (al Qaeda e Is) a cui sono affiliate e si finanziano. I contrabbandi vari sono forme dì finanziamento, così come i riscatti dei rapimenti (che però diventano anche arma di ricatto simbolico per i fanatici islamici). In Niger, per controllare queste formazioni criminal-jihadisti, gli Usa hanno piazzato assetti operativi: ci sono i droni, che raccolgono informazioni di intelligence e talvolta colpiscono; ci sono le forze speciali che portano a termine missioni puntuali. L’azione che ha liberato Walton è stata condotta durante la notte. Un raid “ad alto rischio”, come ha detto il Pentagono, in cui sono stati uccisi tutti escluso uno i rapitori.

Pochi, com’è ovvio, i dettagli: “Quando un cittadino statunitense viene preso, lavoriamo a stretto contatto con le autorità locali mentre svolgono i loro sforzi di ricerca e condividiamo le informazioni con le famiglie per quel che possiamo”, ha commentato il Dipartimento di Stato. Vista la rapidità del blitz, alcune supposizioni. Walton era stato rapito da un gruppo jihadista, oppure i criminali che lo avevano preso avevano intenzione a venderlo a uno di questi. Le informazioni raccolte dagli Usa in questo caso erano perfette. Washington potrebbe aver temuto che il rischio di un passaggio di mano dell’ostaggio era concreto, ed era altrettanto possibile che l’americano finisse per venir usato non solo per ricatti economici, ma in quanto obiettivo pagante diventare un simbolo per i terroristi Qualcosa che a pochi giorni dal voto l’amministrazione Usa non può permettersi. Il Niger è un territorio molto delicato, dove gli americani sono impegnati in operazioni di sicurezza e anti-terrorismo insieme alla Francia (attualmente centro delle attenzioni dei fanatici islamici). Da qui anche l’uso del Team Six, unità nota come DEVGRU, raggruppamento iper-speciale delle forze scelte degli Stati Uniti che porta i galloni dell’uccisione di Osama Bin Laden. Il presidente Trump si è congratulato con loro in un tweet (ottimo successo pre-elettorale nel giorno di Halloween).

Blitz in Nigeria, così il Team Six fa un regalo a Trump

Un 27enne americano preso in ostaggio giorni fa è stato liberato in un raid della squadra speciale che uccise Bin Laden. Ecco i dettagli dell’operazione (e il suo valore politico)

Integrazione e fanatismo. Ricette per i due volti dell'Islam secondo Alexandre Del Valle

La linea di fondo dietro ai fatti di Nizza. Integrazione e lotta al separatismo dei fanatici islamici. Analisi e ricette (per Francia e Ue) da parte del politologo italo-francese Alexandre Del Valle

Pera

Caro Salvini, la rivoluzione liberale parte in Europa. Parla Pera

Intervista all’ex presidente del Senato Marcello Pera. Con Salvini ci sentiamo, gli ho detto che la rivoluzione liberale parte in Europa. Lega nel Ppe? Questione di tempo. Giorgetti ha ragione sul Mattarella bis, ma nessuno lo ascolterà

Cina ed Europa in Africa, due modelli a confronto. L'analisi di Valori

Perché se il sistema cinese è vincente nel conquistare materie prime ed è accolto senza diktat dagli africani, l’Europa non riesce ad approdare in Africa, se non con degradanti elemosine? L’analisi di Giancarlo Elia Valori

Luna e Guerre stellari. Cosa cambia per lo Spazio con il voto americano

Donald Trump e Joe Biden sembrano avere idee opposto sullo Spazio, dalla Luna agli aspetti militari. Ma è davvero così? Il punto di Marcello Spagnulo, ingegnere ed esperto aerospaziale

Xi e il potere. Ecco la Cina del 2035

Il plenum del Partito/Stato cinese ha fissato gli obiettivi di sviluppo per i prossimi cinque anni e la visione verso il 2035. La plenaria è servita al “consolidamento del potere di Xi Jinping”, spiega Le Corre (Harvard)

francia

Nizza, per chi suona la campana. La pista italiana

L’Italia è, sotto molti punti di vista, un Paese ideale per cellule terroristiche che commettono i loro delitti nel resto d’Europa. Per questo occorre seguire con attenzione e determinazione gli indizi di cellule e basi terroristiche impiantate nel nostro territorio. L’opinione del prof. Giuseppe Pennisi

Trump-Biden, se gli ispanici fanno da ago della bilancia

A pochi giorni dalle elezioni presidenziali, Trump ostenta sicurezza, Biden, avanti nei sondaggi, rimane cauto. Occhi puntati sul voto ispanico, una delle tante incognite in vista del 3 novembre. Il punto di Giampiero Gramaglia

Governo

I politici e il Covid? Sbagliano tutti, ma non in tutto. Scrive D'Ambrosio

Chi comanda fa delle scelte e può essere giudicato non perché ha risolto il problema del virus ma perché non ha fatto tutto e qualcosa l’ha fatta male. La riflessione di Rocco D’Ambrosio, presbitero della diocesi di Bari, ordinario di Filosofia Politica nella facoltà di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana di Roma

La Jihad è (anche) qui. La road map del Pd per prevenire attentati in Italia

Di Andrea Manciulli, Enrico Borghi, Alberto Pagani, Carmelo Miceli ed Enrico Casini

Gli strumenti normativi ci sono, basta applicarli. Un documento per Formiche.net a firma di Andrea Manciulli, Enrico Borghi, Alberto Pagani, Carmelo Miceli ed Enrico Casini indica una road map per prevenire la jihad islamista in Italia ed evitare che i fatti di Nizza si ripetano a Roma. Dal web alla scuola, ecco le istruzioni per l’uso (del Partito democratico) per combattere la radicalizzazione

×

Iscriviti alla newsletter