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Il governo degli Stati Uniti si prepara per aumentare la pressione contro il regime del Venezuela e punta a denunciare formalmente la moglie di Nicolás Maduro, Cilia Flores. Tra i capi di accusa ci sarebbero traffico di droga e corruzione.

Ad anticipare la notizia l’agenzia stampa Reuters che sostiene che l’accusa sarebbe basata in parte sullo scambio fallito di un carico di cocaina da parte dei nipoti di Flores, arrestati e processati negli Stati Uniti. “Tra le prove ottenute nell’indagine – si legge su Reuters – ci sono messaggi di testo tra i nipoti e Flores nei quali si parla dell’invio della cocaina”. L’accusa contro Flores si aggiungerebbe all’incriminazione per narcotraffico presentata dagli Usa contro Maduro a marzo.

Inoltre, Reuters ricorda il ruolo di Yazenky Lamas, ex guardia del corpo di Flores finito in prigione che “era a conoscenza dei delitti commessi dai membri della famiglia, incluso lo scambio di cocaina da parte dei nipoti condannati dal tribunale americano”. Secondo il testimone, la vendita di droga era per un valore di circa 20 milioni di dollari e i fondi ricavati sarebbero stati destinati alla campagna elettorale di Cilia Flores per le elezioni legislative del 2015.

Tuttavia, il piano è stato stroncato quando i nipoti della first lady del regime, Efraín Campo e Franqui Flores, sono stati arrestati in un albergo in Haiti a novembre del 2015. Nel 2017 sono stati dichiarati colpevoli per aver cercato di introdurre un carico di cocaina in territorio americano. Durante il processo, Campo ha ammesso che viveva con Cilia e con Nicolás Maduro, a cui si è riferito come “padre adottivo”.

Secondo la giustizia americana, il regime di Maduro ha inondato gli Stati Uniti di cocaina per più di 20 anni. Si stima che con diverse rotte – e il contributo della guerriglia colombiana delle Farc – sono entrati circa 250 tonnellate di cocaina.

Se Maduro fosse estradato negli Usa rischierebbe una condanna di 50 anni. Geoffrey Berman, uno dei procuratori americani che si è dedicato al caso da 5 anni, sostiene che il potere di questa rete di narcotraffico è aumentato solo perché Maduro e altri membri del suo entourage sono riusciti a corrompere le istituzioni del Venezuela, offrendo immunità politica e militare per agire in questi reati di traffico di droga.

Il ruolo di Flores ha un valore molto importante per la strategia del regime. Diego Arria, diplomatico ed economista, già deputato e direttore della Banca Interamericana di Sviluppo, nonché ambasciatore venezuelano alle Nazioni Unite, crede nel peso di Flores al vertice del potere chavista.

In un’intervista al quotidiano La Razón, Arria ha dichiarato che “Flores è più intelligente di Maduro ed esercita un controllo su di lui”. Spiega che la chiamano “la prima combattente” e ha uno storico abbastanza complesso di colpi contro le banche venezuelane.

“È difficile immaginare che se i suoi due nipoti sono stati arrestati negli Stati Uniti per narcotraffico – sostiene Arria – e che anche suo marito è inseguito dalla giustizia degli Stati Uniti, lei non sia coinvolta. Lei che esercita un potere impressionante su Maduro. Io la chiamo ‘la bambinaia di Maduro’. Tutti quelli che la conoscono dicono che è molto più intelligente del marito e che lo controlla. Quindi, questa misura che potrebbe prendere la procura degli Stati Uniti non sorprende nessuno”.

Chi è Cilia Flores, la first lady del narco-regime in Venezuela

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