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Quando l’Europa si rialzò dalle macerie del secondo conflitto mondiale, racconta a Formiche.net il parlamentare centrista Bruno Tabacci, si ricominciò dalla Ceca, in cui Francia e Germania si dividevano il controllo dei territori che avevano una loro strategicità in materia di carbone e acciaio. Da qui, l’idea che vi possa essere un’Europa senza Francia e Germania è del tutto sballata, questa la ragione per cui “con il nuovo asse Merkel-Macron siamo davvero vicini ad una svolta per l’Ue”.

Secondo il presidente di Centro Democratico, inoltre, le accuse al governo Conte sulla gestione della crisi da coronavirus sono gratuite, perché sobria e sensata è stata la linea italiana sulla pandemia. “Dinanzi ai disastri di Trump e Johnson il nostro premier giganteggia”.

In che condizioni escono maggioranza e Parlamento dalla “mozione senza suspense” contro il ministro Bonafede?

Si è trattato di una mozione molto strumentale, non perché io abbia nulla da spartire con un certo giustizialismo praticato dal guardasigilli. Nella vicenda specifica si è finito per tifare per un magistrato che, anche grazie ad un rapporto privilegiato con un giornalista, ha denunciato due anni dopo una non meglio precisata ingiustizia, dove un ministro ha legittimamente agito secondo una prerogativa che gli era propria. Per cui la maggioranza è uscita con una certa compattezza.

Il premier si consolida ulteriormente, anche con vista Ue sull’intesa Merkel-Macron?

La condizione generale è complessa, ma anche la vicenda europea ci racconta che la svolta Ue è vicina. Chi l’avrebbe immaginato che Merkel sarebbe arrivata ad un punto di tale natura? Il dato non è tanto nei 500 miliardi, ma nel fatto che c’è una svolta. I due principali Paesi che stanno alla base dell’accordo europeo hanno mosso una pedina definitiva. L’Europa che rinacque dopo le macerie della seconda guerra mondiale lo fece sulla base della Ceca, ovvero tedeschi e francesi si erano sbranati per un secolo sul controllo di territori che avevano una loro strategicità in materia di carbone ed acciaio. L’idea che vi possa essere un’Europa senza Francia e Germania è del tutto sballata.

Il nuovo dialogo tra Parigi e Berlino, quindi, ha un sapore di lungo respiro?

Non sottovaluto Austria e Olanda, ma dovranno anche loro farsene una ragione, come la Svezia che ha avuto purtroppo il record dei decessi. Ma la svolta di Merkel e Macron è decisiva. Da questa emergenza si esce insieme e se qualcuno pensa che ne ne possa uscire da separati, allora non ci salveremo. Volgendo lo sguardo alle politiche dissennate di Trump e Johnson, il nostro premier giganteggia. Sobria e sensata è stata la linea italiana sulla pandemia.

Il decreto Rilancio ha più luci o più ombre?

È giusto richiamare le banche a fare meglio il loro dovere. All’inizio hanno fatto finta di non sapere che il decreto si riferiva a liquidità aggiuntive, tant’è che malgrado una circolare dell’Abi, alcuni grandi gruppi avevano dato indicazioni del tutto diverse al personale. Mi riferisco alla liquidità aggiuntiva per i clienti fino a 25mila euro, con garanzia statale. Questo ha fatto perdere qualche settimana, inutile dare la colpa al governo. Sono richiami che abbiamo fatto anche noi in commissione avendo avuto la possibilità di audire le rappresentanze. Le banche chiedevano ai loro clienti di ristrutturare il debito, facendo subentrare lo Stato che la garanzia da chirografaria diventava statale. Un’operazione che è parsa come un cadeau per le banche, oggi hanno dovuto adeguarsi ma si è perso molto tempo.

Il richiamo agli investimenti sul territorio italiano come si lega con il caso Fca?

Dobbiamo confrontarci con la concorrenza di tipo europeo che esercita un dumping fiscale e societario, per questa ragione molti gruppi italiani hanno preso la residenza legale a Londra e fiscale in Olanda, come Fca. Non basta denunciare le politiche di dumping, come è giusto fare, premesso che il governo Conte dovrà sollevare la questione in sede Ue. Soprattutto i Paesi che hanno la stessa moneta non possono poi praticare politiche fiscali così dissimili fra loro, pena l’indebolimento della moneta. Dovremo ammodernare la legislazione del nostro Paese per farlo diventare molto più attrattivo. Una giustizia civile che non funziona allontana gli investitori, non dimentichiamolo. Nel caso di Fca la richiesta di finanziamento con garanzia dello Stato richiama alla necessità di legare la garanzia all’occupazione di lavoro italiano: non si può certo tradurre in una cedola per gli azionisti.

Come uscirne?

Se teniamo ferma la stretta connessione tra la garanzia dello Stato e l’occupazione, ecco che la questione centrale da salvaguardare è la filiera italiana dell’automotive nel suo complesso, non la società capofila, perché la filiera italiana vede una componentistica dell’auto che rappresenta un’assoluta eccellenza in grado di esportare il 70% della produzione. Tant’è che i nostri pezzi sono decisivi per Mercedes, Audi e Volkswagen e per aziende francesi che fanno assemblaggio.

La Lega ha chiesto una commissione sul Covid-19: che ne pensa?

Forse con l’intenzione di ridurre la responsabilità della Lombardia, che è di tutta evidenza. Ho già avuto modo di evidenziare che è stato un errore negli ultimi 25 anni aver indebolito le strutture sanitarie di base, che sono il naturale filtro territoriale, per concentrarsi solo sull’ospedalizzazione per acuti. Un settore di eccellenza dove, grazie alle convenzioni con la Regione, si colloca la fascia del business dei privati.

Sulla regolarizzazione dei braccianti, invece?

La risposta è nel caso singolare di un grande produttore di vino, Martin Foradori Hofstätter, che ha noleggiato un jet per far arrivare in Italia le sue storiche lavoratrici stagionali rumene. Evidentemente i disoccupati italiani destinatari del Reddito di cittadinanza o non avevano la professionalità richiesta o non reggevano la fatica.

Come giudica il passaggio dal lockdown alla Fase 2 e 3?

La politica cerca di farsi bella, ma la verità è che gli italiani hanno avuto paura, non perché ci fossero le sanzioni, ma perché temevano il contagio. La normalità non sarà quella pre-Covid, per cui valuto come giusti i richiami a moderare la movida e all’uso delle mascherine. Il governo ha usato un complesso di norme, di rango primario e secondario, che può consentirci di guardare con fiducia ad una nuova fase di normalità costituzionale, con riferimento alle polemiche sulla presunta privazione delle libertà: polemiche che in gran parte giudico inconsistenti. Il Dpcm invece ha consentito le aperture con discrezionalità su base regionale: questo chiude il cerchio.

twitter@FDepalo

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