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L’action paper “Partner per il futuro” propone un modello di collaborazione innovativo tra comunità scientifica, pazienti, industria, ma anche istituzioni. Gli obiettivi della piattaforma di collaborazione, nata nel 2023 su iniziativa di Novartis Italia, sono chiari: riduzione delle disuguaglianze, per garantire un accesso equo e tempestivo ai servizi sanitari; promozione della prevenzione per migliorare la salute e il benessere dei cittadini; formazione e valorizzazione dei professionisti sanitari e rafforzamento di nuovi modelli di partnership tra pubblico e privato. Al centro della piattaforma c’è il futuro della sanità italiana, con un approccio innovativo. Le nuove generazioni sono state, infatti, il fulcro dell’indagine “Giovani e sanità: il futuro che vogliamo” condotta su oltre mille cittadini e protagonisti dei sei tavoli di lavoro che hanno, infatti, coinvolto oltre quaranta under 35. Questo modello di collaborazione e le proposte avanzate nel relativo documento sono state presentate in un incontro tenutosi oggi presso la Camera dei deputati su iniziativa di Annarita Patriarca, membro della commissione Affari sociali della Camera dei deputati, che ha commentato: “La sfida fondamentale per il nostro sistema sanitario nazionale è il superamento delle disuguaglianze in un’ottica di omogeneità dell’offerta sanitaria”.

DISUGUAGLIANZE E PREVENZIONE

“Dal documento – ha esordito Valentino Confalone, presidente di Novartis Italia – è emerso un quadro molto interessante. La parola chiave sembra essere prevenzione”. “La prevenzione non ammette disuguaglianze e deve essere implementata su tutto il territorio nazionale. Non solo per dovere etico o morale, ma perché se non garantiamo un’uguaglianza vedremo popolazioni più malate di altre, con un conseguente aumento della mobilità sanitaria” ha aggiunto Roberta Siliquini, presidente della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). Patriarca, parlando delle conseguenze della pandemia di Covid-19, ha sottolineato come: “con il blocco del circuito preventivo e l’idiosincrasia dei cittadini verso le strutture sanitarie abbiamo perso 10-15 anni di cultura della prevenzione. È stato difficile superare il recupero della fiducia e la capacità delle persone di ragionare in termini di prevenzione e non solo di cura delle necessità. Oggi la sfida è potenziare tutto ciò che è prevenzione”. Quest’ultima definita dalla presidente Siti come “un pilastro, con un ruolo fondamentale nella sostenibilità del nostro sistema sanitario”. Nel documento si chiede inoltre che nella valutazione dei direttori generali delle Asl e delle aziende ospedaliere pesino di più i criteri legati ad attività come la prevenzione.

MEDICI DI MEDICINA GENERALE

“Se oggi vogliamo parlare di una prevenzione che funzioni dobbiamo avere medici di medicina generale in grado di indirizzare e consigliare il paziente”, ha chiarito Patriarca. Gaetano Piccinocchi, tesoriere nazionale Società italiana dei medici di medicina generale e delle cure primarie (Simg) ha aggiunto: “Il nostro sistema sanitario nazionale ha posto il medico di medicina generale come porta di accesso al servizio stesso”. In un’ottica di prevenzione, ciò significa che “il medico di medicina generale ha la possibilità di intercettare l’intera popolazione” ha concluso Piccinocchi.

LEA: AGGIORNAMENTO NECESSARIO

All’interno del documento figura l’introduzione di una proposta riguardante l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) su base annuale da parte del governo. Una proposta che Antonio Gaudioso, esperto di politiche sanitarie, ha definito “tecnicamente giusta, ma un po’ provocatoria”. “Il tempo passa e non ci possiamo permettere che passi invano. Il rischio è di annegarci nel tecnicismo. I Lea sono la piattaforma volta a garantire l’universalità dell’accesso ai diritti alle cure nel nostro Paese” ha concluso. “È un momento storico fondamentale per tutto ciò che riguarda i Lea”, ha aggiunto Patriarca.

CAPITALE UMANO

“Siamo in un momento di grande mutamento. Stanno cambiando i bisogni di salute e ci sono delle sfide inedite”, ha spiegato Mattia Altini, presidente della Società italiana di leadership e management in medicina (Simm). In questo contesto, secondo Altini “risulta fondamentale investire sul capitale umano” che, sottolineando la necessità di operare in un’ottica di multidisciplinarietà, ha proseguito: “Bisogna coinvolgere le nuove figure nascenti nelle professioni sanitarie, data manager, data scientist, ingegneri. Figure che, molto spesso, non sono nemmeno inquadrate”. “Non possiamo immaginare di costruire il futuro con le regole del passato”, ha concluso.

PUBBLICO E PRIVATO

In rappresentanza delle nuove generazioni è intervenuto Francesco Marchionni, consigliere di presidenza e vicario deleghe Salute, benessere e servizio civile del Consiglio nazionale giovani (Cng) che ha affermato: “I giovani sono i protagonisti indiscussi del futuro e portano in sé un grande potenziale di innovazione. È importante ascoltarli perché sono parte integrante del sistema”. “Uno dei pilastri essenziali del nostro sistema Paese – ha continuato – è quello di avere una sanità pubblica, ma oggi per questa sanità pubblica è imprescindibile una collaborazione fra pubblico e privato”. “Come azienda abbiamo fortemente voluto la nascita della piattaforma e ci auguriamo che questo lavoro congiunto possa contribuire all’equità e tempestività di accesso all’innovazione, sostenendo la competitività e l’attrattività del sistema sanitario nazionale italiano”, ha chiosato Confalone.

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