Skip to main content

Dopo essersi recato a Buenos Aires in occasione dell’insediamento del neoeletto presidente argentino Javier Milei, il leader ucraino Volodymyr Zelensky farà tappa a Washington nella giornata di martedì 12 dicembre, in una visita annunciata (la terza, dall’inizio del conflitto in Ucraina) nelle scorse ore dalla Casa Bianca. Durante la sua permanenza, Zelensky dovrebbe tenere un faccia a faccia con il suo omologo statunitense Joe Biden, e con lo speaker della House of Representatives Mike Johnson; inoltre, su invito del Majority Leader Chuck Schumer e del leader repubblicano al Senato Mitch McConnell, il Presidente ucraino prenderà la parola durante una riunione a cui prenderanno parte tutti i membri del Senato.

Il timing della visita di Zelensky è un fattore fondamentale. Il leader ucraino si impegna infatti in queto breve tour in un momento molto particolare, e con scopi ben precisi. Il primo dei quali è quello di riportare il conflitto in corso in Ucraina all’attenzione dell’opinione pubblica e dei media, dopo che l’avvio delle ostilità in Medio Oriente avevano spostato il focus della società internazionale sui fatti di Gaza. Un processo che Zelensky aveva già avviato, sia recandosi in occasioni pubbliche come quella di Buenos Aires, che rilasciando interviste significative alla stampa. “Ogni volta che viene qui, è un’opportunità per una notizia da prima pagina, per ricordare alla gente esattamente la posta in gioco, ciò che sta accadendo in Ucraina in questo momento, perché questo è ancora importante per il popolo americano”, ha detto a Politico un funzionario dell’amministrazione, a cui è stato concesso l’anonimato per parlare liberamente, “È, ovviamente, il miglior difensore del suo Paese”.

L’altro grande obiettivo di Zelensky è di riuscire a influenzare il processo decisionale statunitense per quel che riguarda lo stanziamento di ulteriori fondi all’Ucraina. I repubblicani hanno condizionato il loro sostegno a una legge di spesa supplementare da 106 miliardi di dollari in corso di approvazione al Senato al raggiungimento di un accordo sulle modifiche alla politica di confine. C’è un gruppo bipartisan di senatori sta lottando per finalizzare un accordo per rafforzare la sicurezza delle frontiere in cambio di maggiori fondi per l’Ucraina, prima che il Senato cessi i lavori per le vacanze invernali alla fine di questa settimana.

E la visita di Zelenskyy potrebbe addirittura spingere i repubblicani più moderati a fare un passo avanti contro la propria leadership e i membri del loro partito che ora sono riluttanti a sostenere l’Ucraina. Secondo un funzionario della Casa Bianca, in un altro commento riportato da Politico, la maggioranza dei repubblicani sarebbe ancora favorevole all’aiuto a Kyiv.

In una lettera inviata ai leader del Congresso la scorsa settimana, il responsabile del Budget della Casa Bianca Shalanda Young ha sottolineato come l’inazione entro la fine dell’anno su un nuovo ciclo di finanziamenti minaccia di “mettere in ginocchio l’Ucraina sul campo di battaglia”.

Domenica, Young ha ribadito la sua richiesta di un’azione del Congresso, dipingendo un quadro terribile di ciò che una sconfitta ucraina significherebbe in patria. “Cosa succede se Vladimir Putin marcia attraverso l’Ucraina, cosa succederà dopo. I Paesi della Nato, i nostri figli e le nostre figlie rischiano di far parte di un conflitto più ampio. E non c’è solo Putin: altri dittatori guardano quello che fa il Congresso” ha affermato la Young, facendo eco alle stesse parole utilizzate da Zelensky nella sua intervista con Associated Press.

Speranze e motivi della visita di Zelensky a Washington

Il presidente ucraino farà tappa negli States per incontrarsi con Biden e con altri alti esponenti politici statunitensi. Cercando di attirare verso la sua causa sia l’opinione pubblica che i consensi dei parlamentari

Cop28, vittoria degli idrocarburi? La situazione al photo finish

A poche ore dalla chiusura prevista della Conferenza Onu sul clima sembrano sfumare le speranze di chi spingeva per menzionare esplicitamente l’abbandono dei combustibili fossili. Pesa l’opposizione dei Paesi che li producono, in grado di azzerare anche l’intesa eccezionale tra Usa e Cina

Kyiv, Gaza e Balcani. Tajani incassa una visione comune al Consiglio europeo

Il pollice in su di Italia, Francia e Germania alla proposta di Borrell contro Hamas rappresenta finalmente la spia di una visione comune europea su un tema altamente strategico, come la guerra a Gaza. Ucraina in Ue sì, ma senza dimenticare i Balcani

Obiettivo Luna. Così lo Spazio avvicina Roma e Tokyo

Le relazioni spaziali tra Italia e Giappone sono sempre più forti, e la visita del ministro Urso a Tokyo, dove ha incontrato il ministro giapponese dello Spazio, Sanae Takaichi, rappresentano un ulteriore tassello nella partnership strategica sempre più stretta tra Roma e Tokyo

Perché la dottrina Biden rende il multipolarismo ormai indispensabile

L’assemblea di domani all’Onu, richiesta da Egitto e Mauritania, a nome dei Paesi arabi e di quelli islamici, voterà la risoluzione non vincolante sul cessate il fuoco a Gaza. Sarà un nuovo successo, nel nome di un’emergenza umanitaria difficilmente negabile, del principe saudita. La riflessione di Riccardo Cristiano

La strategia italiana sul Patto (e Mes) può funzionare. Lombardi spiega perché

​Sulle nuove regole fiscali invocate dall’Italia non c’è nulla di eversivo, perché Giorgetti ha fatto sua la proposta originaria della Commissione europea. E poi la Germania non sembra così compatta nei negoziati. Meloni non ha mai escluso a priori la ratifica del Mes, ma delle contropartite per Roma sono da mettere nel conto. La Bce? Il board sta lentamente lasciandosi alle spalle le logiche da falco. Intervista con Domenico Lombardi, economista e direttore e direttore del Luiss Policy Observatory

L'AI Act dell'Ue è rivoluzionario, ma non piace a tutti. Ecco perché

Quanto partorito dal trilogo delle istituzioni europee è un qualcosa di “storico”. Se il testo diventerà legge, Bruxelles potrebbe diventare un modello di riferimento anche per Stati Uniti e Cina. Tuttavia, c’è chi parla di accordo a metà per via delle insufficienti tutele a difesa dei cittadini e dei paletti troppo stringenti per le aziende

Svolta sui prigionieri. Ecco il banco di prova per la pace tra Azerbaigian e Armenia

Le parti hanno concordato di cogliere “un’occasione storica per raggiungere la pace tanto attesa nella regione”. Punto di partenza la sentenza con cui lo scorso 17 novembre la Corte Internazionale di Giustizia ha riconfermato l’integrità territoriale dell’Azerbaigian sul Garabagh. Mentre il tradizionale mediatore dell’area, la Russia, ha visto sfarinarsi la sua influenza in loco, Bruxelles e Washington hanno chiesto disponibilità e impegno

Vi racconto il futuro dell’università italiana ai tempi dell’IA. Scrive da Empoli (I-Com)

La pandemia ha senz’altro rappresentato un’occasione per innovare, che tuttavia non è stata cavalcata a sufficienza dal sistema universitario. Nella maggioranza dei casi, una volta cessata l’emergenza, si è tornati sostanzialmente ai vecchi tempi, almeno nei corsi di base. Fino a disincentivare o addirittura proibire la frequenza a distanza. Stefano da Empoli, presidente Istituto per la Competitività (I-Com), analizza gli ultimi dati del rapporto sul sistema della formazione superiore e della ricerca realizzato dall’Anvur

Quale futuro per Gaza dopo la guerra? Le domande di Foreign Policy

Dalle garanzie internazionali alla governance interna, le leve interne al conflitto israelo-palestinese sono molteplici, e talvolta in contrasto tra loro. Così come lo sono le risposte alle domande della redazione di Foreign Policy

×

Iscriviti alla newsletter