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Sta per chiudersi una delle pagine più discusse di questa crisi pandemica, destinata ad avere ancora strascichi in politica interna e internazionale: la missione militare russa in Italia. Sono infatti iniziate oggi le operazioni di rientro del personale giunto da Mosca più di un mese fa, nell’ambito di un’operazione che ha preoccupato gli alleati e fatto alzare, anche in Patria, più di qualche sopracciglio.

LA MISSIONE

Nati da una telefonata diretta tra il presidente Vladimir Putin e il premier Giuseppe Conte, gli aiuti di Mosca terminano nel colloquio telefonico con cui il ministro Lorenzo Guerini ha ringraziato l’omologo Sergej Shoygu. Nelle parole del titolare di palazzo Baracchini, si intravedono comunque specifiche importanti, volte a chiarire qualche dubbio e a mettere i puntini sulle i. Ce n’era probabilmente bisogno. Sin dall’arrivo a Pratica di mare il 23 marzo dei nove velivoli Ilyshin, infatti, la missione “dalla Russia con amore” aveva destato diverse perplessità, evidenziate su queste colonne a partire dai numeri del personale inviato, fino alla guida del generale Sergey Kikot, passando per le attività di sanificazione. Eppure, in tempo di emergenza, ogni aiuto è benvenuto, e per questo pare opportuno ringraziare una volta terminata l’esperienza (da leggere, il commento del generale Mario Arpino.

LE PAROLE DI GUERINI

Il ringraziamento, ha detto Guerini, va in particolare per il “professionale operato degli otto team medici russi impiegati presso l’ospedale da campo di Bergamo, una delle località più duramente colpite dalla pandemia, e per le attività di bonifica svolte dal vostro team insieme ai nostri militari del Settimo reggimento Cbrn Cremona, che hanno riscosso un sincero apprezzamento presso le comunità locali delle province di Bergamo e Brescia”. Tra le righe, la specifica sul fatto che i militari russi sono sempre stati affiancati da quelli italiani, come la Difesa aveva fatto notare per il convoglio che li ha portati a Bergamo da Pratica di mare. L’ospedale da campo in questione è gestito dagli Alpini, mentre le attività di sanificazione si sono svolte con il personale dell’Esercito.

UN’AMICIZIA PARTICOLARE?

Inoltre, Guerini ha offerto al collega “supporto alla Federazione russa attraverso la condivisione delle lezioni apprese e delle esperienze maturate sin qui nella gestione dell’emergenza, analogamente a quanto già stiamo facendo con gli altri Paesi con cui collaboriamo”. In altre parole, si procede esattamente come per gli altri aiuti ricevuti, senza canali preferenziali e segnali di amicizie speciali che qualcuno a Mosca ha tentato di descrivere. Tanto meno si parla dell’ipotesi di invio di militari italiani in Russia. Specifiche importanti, soprattutto perché gli aiuti russi sono stati accompagnati da una forte spinta propagandistica da Mosca. Per settimane hanno campeggiato sul sito ufficiale del ministro della Difesa russa, rilanciati dai media a diffusione globale affiliati al Cremlino.

IL MESSAGGIO DEL PENTAGONO…

Un’impostazione che non chiaramente non è piaciuta agli alleati tradizionali dell’Italia. Lo ha spiegato a inizio settimana Mark Esper, il numero uno del Pentagono che mantiene ormai un filo diretto con Guerini (diversi i contatti nelle ultime settimane). Nella nota intervista a La Stampa, il segretario alla Difesa Usa ha detto: “ Raccomando che le donazioni di Russia e Cina ad altri Paesi siano di qualità e senza condizioni”. E ancora: “Purtroppo Russia e Cina stanno entrambe approfittando di una situazione unica per far avanzare i loro interessi; la Russia ha fornito assistenza medica all’Italia, ma poi ha cercato di usarla per seminare la discordia tra Roma e i suoi alleati con una campagna di disinformazione; gli Usa sperano che l’assistenza di Mosca all’Italia sia stata utile, e hanno fiducia che gli apparati per la sicurezza nazionale italiana restino vigili, finché il contingente russo resterà nel vostro territorio”.

…E LA RISPOSTA DI GUERINI

Ad Esper ha risposto Guerini con un’intervista a Repubblica: “Dialoghiamo con tutti, ma pilastri della nostra sicurezza sono Nato e Unione europea”. Nella fase emergenziale, aggiungeva, “la comunità internazionale ha aiutato l’Italia; l’ha fatto l’Europa, gli Usa e altri Paesi tra cui Cina e Russia; questa circostanza però non modifica minimamente il nostro quadro di riferimento internazionale; siamo grati a tutti per gli aiuti, ma non c’entrano con i pilastri della nostra collocazione, che non cambiano”.

Bye bye militari russi. Così finisce la missione di Mosca in Italia...

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