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Forze di rassicurazione da organizzare sotto l’ombrello della Nato: è ciò che emerge da più fonti a margine della riunione informale del Consiglio Ue formato Difesa che si è tenuta a Varsavia, con in primo piano il caso Ucraina ma anche con riferimenti dei presenti all’altro fatto del giorno, ovvero i dazi di Donald Trump (attenzionati a Bruxelles dalla ministeriale degli esteri) che stanno monopolizzando tutte le discussioni internazionali. Il tutto può essere (forse) tenuto assieme dalla posizione diplomatica messa in campo dal segretario generale dell’alleanza, Mark Rutte, che ancora una volta ha sottolineato il dato relativo al rapporto speciale che c’è tra Stati Uniti e Nato, in riferimento alle iniziative intraprese dal vicepresidente JD Vance.

Tra Varsavia e Bruxelles

Dazi e difesa, difesa e dazi, ma senza dimenticare l’Ucraina. E allora la proposta che circola con insistenza, ripresa nelle ultime ore anche dal Financial times, è quella di un possibile utilizzo delle strutture di comando e controllo della Nato per intervenire a Kyiv. Ne stanno parlando i Paesi europei, dopo che il presidente francese Emmanuel Macron in occasione dell’ultimo vertice a Parigi aveva tirato in ballo anche l’Onu quando si era accorto che non c’era condivisione sui volenterosi da parte di tutti gli stati membri. Per questa ragione il ricorso alle capacità condivise di intelligence, sorveglianza e ricognizione dell’Alleanza potrebbe coadiuvare l’intervento europeo. Ma occorre prudenza per il livello delle relazioni in seno alla Nato stessa. Quando Rutte sottolinea “sappiamo che gli Stati Uniti sono un fedele alleato della Nato”, il segretario generale parla direttamente a Marco Rubio, segretario di stato Usa ringraziandolo per la sua “instancabile diplomazia negli ultimi due mesi”. E aggiunge: “Vorrei anche ringraziarti per quello che hai fatto prima come senatore a sostegno della Nato, e avremo molto di cui discutere nei prossimi due giorni, ovviamente, di Ucraina”.

Nel frattempo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha detto che per l’Ucraina “la pace sarà giusta quando tutti i territori conquistati dalla Russia saranno restituiti dall’occupazione”. Un possibile compromesso, ha aggiunto, potrebbe essere trovato solo se la restituzione di questi territori possa avvenire nel tempo attraverso la diplomazia.

Indopacifico

La ministeriale Esteri dell’Alleanza a Bruxelles e il meeting sulla difesa di Varsavia, dunque, sono legati da un doppio filo che arriva anche oltreoceano. Un’altra possibile opzione in discussione verte il coinvolgimento di forze esterne che possano svolgere un ruolo di supervisione. Questa la ragione per cui Rutte la prossima settimana sarà in Giappone, ufficialmente per la prima volta nella sua attuale veste, ma anche per ragionare del futuro dell’Ucraina e dell’Indo-Pacifico, settore da mantenere “libero e aperto”. Secondo il premier Ishiba la sicurezza della regione deve andare di pari passo con quella dell’Europa.

Dazi e Ucraina

“L’imposizione dei dazi da parte degli Usa è contraria alla richiesta di salire al 5% del Pil per quanto riguarda le spese nella difesa”. Queste parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine della ministeriale Nato, aprono di fatto il secondo tema del giorno, su cui la situazione è in continua evoluzione. Secondo il titolare della Farnesina l’articolo 2 del trattato di Washington contempla “la collaborazione economica tra i Paesi che ne fanno parte. La guerra commerciale certamente non fa parte di quello che dice l’articolo 2, dobbiamo evitarla”, aggiunge.

Già ieri Giorgia Meloni aveva spiegato il motivo per cui Palazzo Chigi ritiene sbagliata l’introduzione da parte degli Usa di dazi verso l’Unione europea, “una misura che non conviene a nessuna delle parti”. La tesi della premier è che il governo farà tutto il possibile per lavorare a un accordo con gli Stati Uniti, “con l’obiettivo di scongiurare una guerra commerciale che inevitabilmente indebolirebbe l’Occidente a favore di altri attori globali, in ogni caso, come sempre, agiremo nell’interesse dell’Italia e della sua economia, anche confrontandoci con gli altri partner europei”. La giornata prosegue con il vertice ad hoc a Palazzo Chigi con il vicepremier Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti, Adolfo Urso, Tommaso Foti, Francesco Lollobrigida e collegato da Bruxelles Antonio Tajani, dopo aver incontrato il commissario al Commercio Maros Sefcovic.

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