Skip to main content

Gli Stati Uniti avrebbero intenzione di negare all’Iran la possibilità di accedere a un aiuto speciale richiesto al Fondo monetario internazionale per foraggiare l’epidemia prodotta dal coronavirus SarsCoV2. Stando ai numeri ufficiali, il Covid-19 avrebbe prodotto già 4mila morti e quasi 70mila contagiati: ma sono i numeri forniti dal ministero della Salute di Teheran, e come successo in altri regimi autoritari potrebbero essere minimizzati per proteggere l’immagine del Paese e della Guida suprema.

La richiesta era arrivata alla sede dell’Fmi – a Washington – a metà marzo, quando la Repubblica islamica era in piena crisi sanitaria. La situazione non è migliorata, mentre il Paese sta già facendo i conti con la crisi economica. L’asset principale statale, il petrolio, è stato praticamente obliterato dalle sanzioni reintrodotte dagli Usa dopo il ritiro unilaterale dal Jcpoa, l’accordo sul nucleare del 2015, e la panoplia sanzionatoria colpisce – soprattutto con le sanzioni secondarie – anche altri settori.

Gli aiuti del fondo diretto dalla bulgara Kristalina Gheorghieva sarebbero vitali. La richiesta riguarda una tranche da 5 miliardi di dollari, ma possibile che presupponga una linea di credito anche più ampia. Che contemporaneamente potrebbe diventare un guinzaglio politico per l’Iran. Includere il Paese all’interno dei meccanismi dell’Fmi significherebbe infatti metterlo in un quadro di perdita di sovranità economica, e dunque limitarne le decisioni politiche.

Una leva stabilizzatrice se si considera che all’Iran potrebbe essere richiesto di bloccare le attività di azione internazionale, soprattutto quelle collegate al finanziamento delle milizie regionali con cui – secondo il piano monstre del generale/eroe Qassem Souleimani, eliminato a gennaio da un raid americano – gli ayatollah avrebbero ricostruito uno scheletro di Grande Persia. Gruppi armati-politici all’interno di Libano, Iraq, Siria, Afghanistan, Pakistan, Yemen, che permettono all’Iran di muovere influenza.

Proprio su questo ruota la volontà degli Stati Uniti di esercitare il potere di veto sulla richiesta al fondo – gli Usa possono, perché esercitano potere nel board per oltre il 16 per cento. Washington sostiene che se Teheran smettesse di finanziare le milizie e le sue azioni all’estero (“le attività maligne”, come l’ha più volte chiamate Donald Trump) avrebbe avanzi di bilancio con cui potersi finanziare la ripresa dalla crisi prodotta dall’epidemia.

Il quadro lo ha tracciato il Wall Street Journal attraverso fonti interne all’amministrazione Usa, che danno uno spaccato della discussione interna con anticipazioni. La questione è parte del dibattito di alto livello nel mondo politico americano, che si snocciola nonostante gli Usa siano a loro volta impegnati nel contrasto alla pandemia (che sta avendo impatto devastante, sia in termini economici che di vite umane). Nei giorni scorsi l’Editorial Board del WSJ aveva preso una posizione molto severa contro l’Iran, chiedendo a Trump di non cedere alle pressanti richieste internazionali che chiedono all’America di alleggerire le sanzioni.

Lato su cui si era invece posizionato il New York Times con un editoriale uscito pochi giorni prima del quotidiano finanziario – l’unico dei grandi media non troppo duri con Trump. Voci a favore della linea – sollevare le sanzioni, almeno per sbloccare le forniture sanitarie – sono emerse da più parti del mondo, seguendo una richiesta avanzata direttamente da Teheran, che ha definito “terrorismo sanitario” l’applicazione del regime della massima pressione anche in questa fase.

“I funzionari iraniani hanno una lunga storia di dirottamento di fondi stanziati per beni umanitari nelle loro tasche e in quelle dei loro proxy terroristici”, ha detto uno dei funzionari dell’amministrazione al WSJ. Gli Usa temono che qualcuno possa bluffare sui conti. Al di là delle dimensione strategica del concedere i finanziamenti del Fondo – che potrebbe fare anche il gioco dei pragmatici interni, contro gli oltranzisti conservatori dei Pasdaran – a Washington ci sono timori. E per il momento gli Usa procedono per arm twisting.

Aiuti dell’Fmi all’Iran? Trump risponde... No, grazie

Gli Stati Uniti avrebbero intenzione di negare all'Iran la possibilità di accedere a un aiuto speciale richiesto al Fondo monetario internazionale per foraggiare l'epidemia prodotta dal coronavirus SarsCoV2. Stando ai numeri ufficiali, il Covid-19 avrebbe prodotto già 4mila morti e quasi 70mila contagiati: ma sono i numeri forniti dal ministero della Salute di Teheran, e come successo in altri regimi…

Ubi (consistam). 10 miliardi per imprese e famiglie (senza aspettare il governo)

Ubi banca, uno dei principali istituti italiani va in soccorso dell'economia reale e del Sistema Italia, alla sua prova più difficile da 70 anni a questa parte. Nei giorni scorsi il board di Ubi, ha approvato un maxi-piano per il sostegno al tessuto industriale del Paese. Rilancio Italia, un programma integrato che comprende una pluralità di interventi urgenti del valore…

Golden Power, anche la Germania alza il muro. E torna l'allarme vaccini

Adesso anche la Germania corre ai ripari. Il governo tedesco ha approvato un disegno di legge che rafforza lo screening degli investimenti diretti esteri e mette in campo nuove misure per prevenire azioni ostili e scalate di attori esteri nelle aziende del Paese. Tra le novità della riforma, attesa da tempo e ora pronta ad affrontare il vaglio del Parlamento,…

Covid-19, ecco le parole d'ordine per affrontare la crisi

Nulla sarà come prima. È questa l’unica certezza in un tempo governato da precarietà e da inconsuete modalità operative e abitudini di vita. L’emergenza coronavirus ha imposto diverse condizioni, ha evidenziato debolezze e criticità sistemiche, ha perimetrato e definito nuovi ambiti di necessità e opportunità. Ognuno, nella sua attività quotidiana, ha dovuto ritarare organizzazione e approccio: non facciamo quasi nulla…

Smart working, occhio alle minacce cyber. L'allarme di Cisco (e le soluzioni)

È vero, l’emergenza coronavirus e la riscoperta dello smart working stanno riportando al centro dei riflettori l’innovazione digitale. Un pubblico senza precedenti si ritrova ora a fare i conti con strumenti digitali prima sconosciuti, o quasi. Nella drammaticità della crisi, il tuffo nel mondo tech di un Paese che sconta non pochi ritardi su questo fronte è una buona notizia.…

Sfide e capacità di Sir Keir Starmer, l'erede di Corbyn alla guida dei laburisti

Di Giulio Ucciero

Nella giornata di sabato 4 aprile 2020 l’avvocato e deputato Sir Keir Starmer è stato eletto nuovo leader del Partito Laburista. Con il 56,2% l’ex segretario ombra per la Brexit ha vinto al primo turno, affermandosi su Rebecca Long-Bailey, candidata più radicale e vicina all’uscente Jeremy Corbyn. Angela Rayner, forte esponente dell’ala di centro-sinistra del partito, sarà la sua vice.…

Wisconsin, primarie senza risultati. Ed è Trump vs Oms

Primarie senza risultati nel Wisconsin: bisognerà attendere fin dopo Pasqua per sapere chi ha vinto il voto imposto dalla Corte Suprema dello Stato, bocciando la decisione del governatore di rinviare la consultazione a giugno. Anche se l’affluenza è stata bassa, ci sono state lunghe code alle urne, specie a Milwaukee, la città più popolosa, dove i seggi erano stati ridotti…

Numero verde 1500. Ecco l'accordo tra Roche e il ministero della Salute

Dall'inizio dell'emergenza Covid-19, le chiamate registrate dal numero verde di pubblica utilità 1500, istituito dal ministro della Sanità Roberto Speranza per far fronte ai dubbi dei cittadini sul coronavirus, sono state moltissime. In un mese sono state registrate oltre 400mila telefonate gestite dagli operatori di primo e secondo livello, con una media di 23mila chiamate quotidiane in entrata. Sono molti…

Beijing speaking. How the Italian public broadcasting Tv fell in love with China

Over the course of a few weeks, Italian public opinion has gone from being branded as racist towards the Chinese to being more pro-China than ever. At least that is according to the latest Swg surveys for the LA7 news, which shows that when asked "What country Italy should look to in developing its international alliances outside Europe?", 36% of…

Vi spiego l’impatto del Covid-19 sulle professioni. L’analisi di Fadda (Inapp)

“La prossimità fisica necessaria allo svolgimento della propria professione è associata al rischio di contagio e con questo studio abbiamo messo in evidenza le professioni che hanno maggiormente sofferto per il lockdown e quelle che potrebbero ripartire”, spiega a Formiche.net il presidente dell’Istituto nazionale per l’Analisi delle politiche pubbliche (Inapp), il prof. Sebastiano Fadda. La fase 2? "È necessaria e…

×

Iscriviti alla newsletter