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È ricco del suo, ma non così ricco come il suo potenziale rivale democratico Mike Bloomberg, che finora non accetta donazioni: il candidato Donald Trump, invece, le donazioni le accetta, specie se sono sostanziose; e “ripaga” i suoi sostenitori “paperoni” con la promessa di tagli delle tasse, non se sarà eletto, ma prima della fine del suo mandato, il prossimo autunno.

Per partecipare a una cena con Trump organizzata nel fine settimana dal miliardario Nelson Pelts nella sua casa di Palm Spring in Florida, una coppia deve pagare fino a 600mila dollari: è l’evento di raccolta fondi più costoso da quando il presidente è in carica.

Secondo quanto si legge nell’invito, il menu prevede pure la possibilità di fare una foto con Trump. Sono attesi una trentina di ospiti, riferisce il Comitato elettorale repubblicano nazionale (Rnc). L’evento dovrebbe portare oltre 10 milioni nelle casse della campagna di Trump.

Dall’ottobre 2017, Trump ha partecipato ad almeno 48 cene e tavole rotonde analoghe organizzate dai principali donatori repubblicani. Il costo minimo per esservi presenti è stato di 50 mila dollari.

Il magnate presidente progetta un nuovo taglio delle tasse che sarà annunciato a settembre, due mesi prima dell’Election Day. Lo ha annunciato il consigliere economico della Casa Bianca Larry Kudlow, intervistato dalla Fox: il Tax Cuts 2.0 plan mira a ridurre le tasse del 10% per la middle class e vuole “rafforzare e rendere permanenti alcune delle riduzioni già in atto”. Per garantire a Trump ulteriore appoggio fra i ricchi americani, che hanno già beneficiato dei tagli alle tasse apportati dalla sua amministrazione.

Dal punto di vista finanziario, e non solo, la campagna di Trump procede a gonfie vele: a gennaio, diversi gruppi a lui favorevoli hanno raccolto 60 milioni di dollari, portando a 525 milioni di dollari il totale nelle casse della campagna per la sua rielezione. I dati vengono sempre dal Rnc.

“Abbiamo già messo in campo 500mila volontari – dice la presidente Ronna McDaniel – e questo sostegno record ci sta consentendo di fare crescere ancora di più il nostro esercito di gente comune”. Il processo a Trump in Senato per l’impeachment non ha avuto conseguenze sulla raccolta fondi e non ha frenato l’afflusso di volontari.

Il magnate presidente continua, intanto, a “fare campagna” per Bernie Sanders, che sembra volere come avversario democratico. “Sta accadendo di nuovo, come l’ultima volta – twitta Trump – … Stanno scippando la nomination a Crazie Bernie, e c’è ben poco che lui possa fare”. Il presidente sostiene che il partito democratico non vuole che il senatore del Vermont prevalga nelle primarie, così come già nel 2016. “È un sistema truccato!”, aggiunge Trump, che probabilmente considera Sanders un avversario più facile da battere di altri aspiranti alla nomination democratica. Tutto ciò proprio nel giorno in cui Sanders scavalca Joe Biden in testa alla media dei sondaggi nazionali.

Leggi anche qui l’articolo su Usa 2020

Cena e foto con Trump. Ecco chi e quanto è disposto a pagare

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