Skip to main content

Scriviamo di prospettiva interculturale e, in questo, occorre guardare sullo sfondo di ciò che sta accadendo. La metamorfosi nelle nostre vite e nel sistema internazionale, di cui tanto si parla e si scrive, dipende solo in parte dal virus che sta “attraversando” il mondo: esso, infatti, ha reso del tutto evidente (ha rivelato) ciò che – almeno per chi scrive – era già sufficientemente chiaro: non ci voleva il virus per capire che, già da diversi anni, l’umanità è immersa in un cambio di era.

Almeno secondo noi, la prospettiva interculturale può essere una strada per “impostare” la nuova era solo se si accoglie la non reversibile crisi de-generativa dell’ordine liberale nel quale siamo immersi. Qui consideriamo che il pensiero liberale sia stato “tradito” attraverso un’applicazione lineare nei termini di una sua inaccettabile assolutizzazione, applicazione che ha portato a una omologazione di fatto delle differenti culture e tradizioni: in sostanza, alla omologazione delle parti in un indistinto Tutto-Mondo.

In molte parti del mondo, dopo la caduta del muro di Berlino, si è passati dalla imitazione del “modello” liberale al suo rifiuto. Perché, sostanzialmente, si è tappezzato il mondo d’illusioni senza il rispetto dovuto alle differenze e nella incapacità tattico-strategica di tenere conto degli interessi (storicizzazione dei miti) che appartengono ai differenti contesti e che vivono in essi. La storia recente dell’Europa paga tale incapacità.

Si nota, guardando all’oggi, una sorta di fuga diffusa da ciò che è globale o, per meglio dire, da ciò che fuoriesce dai confini nazionali (fuga che potrebbe essere accelerata dalla paura del ritorno del virus o dall’avvento di nuove pandemie). C’è una paura evidente, al contempo provocata da delusione e dall’investimento sulle voglie autarchiche, di condividere un destino planetario: ne andrebbe, infatti, dei propri interessi “in patria”. L’ordine mondiale, tema centrale nel dibattito sulle relazioni internazionali, oggi sembra piuttosto la sommatoria d’infiniti ordini; sembra essersi interrotta, tra i differenti sistemi, la capacità politica di mediazione e di dialogo.

Non si può pensare in termini interculturali e cooperativi se non si guarda, contemporaneamente, al bisogno di valorizzazione (che non significa assolutizzazione) in ogni cultura dei propri miti e alla “sana” competizione tra interessi differenti e talvolta divergenti. Affinché l’interculturalità non resti un’espressione fragile e sognante, ma diventi visione, ci vuole la Politica, talento della (ri)composizione di quei conflitti tra differenze che, se negati in nome di una qualsivoglia prospettiva unificante e omologante, si auto-alimentano in maniera incontrollabile.

(Professore di Istituzioni negli Stati e tra gli Stati e di History of International Politics, Link Campus University)

L'interculturalità politica

Scriviamo di prospettiva interculturale e, in questo, occorre guardare sullo sfondo di ciò che sta accadendo. La metamorfosi nelle nostre vite e nel sistema internazionale, di cui tanto si parla e si scrive, dipende solo in parte dal virus che sta “attraversando” il mondo: esso, infatti, ha reso del tutto evidente (ha rivelato) ciò che – almeno per chi scrive…

Vincenzo Sellaro ed il contributo degli emigrati italiani in USA

La vicenda migratoria transoceanica della seconda metà del XIX secolo ha contribuito a segnare una forma specifica di insediamento etnico nella realtà statunitense. In quella fase storica, negli Stati Uniti, il processo migratorio ha assunto caratteri di massa a partire dagli anni settanta dell’Ottocento, quando arrivarono nel paese più di due milioni e ottocentomila immigrati, al novanta per cento provenienti…

Quello che le donne non dicono (senza quarantena)

b̶e̶n̶e̶ Alessandra, 36 anni, 500 metri dal mare, sul divano in questo week end di maggio, da fase due. "Scatti di quarantena. E Pensavo... Quante cose vi dispiace non aver fatto quando si potevano fare? Tipo... Quanti viaggi? Quanti "no, stasera non esco"? Quanti "tanto c'è sempre tempo"? E quanto vi manca il caffè al bar, l'aperitivo all'aperto in primavera,…

Avanti con il piano De Gasperi per la Ue ma il governo.... Parla Enzo Scotti

Il Mes senza condizionalità destinato alle spese sanitarie dei Paesi membri? "Per l'Italia rappresenta un'opportunità. Cogliamola. Ma nel frattempo continuiamo a insistere sul Recovery Fund". Nel giorno della festa ufficiale dell'Europa - a 70 anni di distanza dal 9 maggio del 1950 e dalle storiche parole pronunciate dall'allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman - Formiche.net ha intervistato Vincenzo Scotti - presidente…

Gli italiani e il Covid-19. Verso il superamento del populismo e del dilettantismo?

E se dalla risposta collettiva degli italiani alla crisi del Covid-19 stesse nascendo, come vari aspetti e fattori sembrano evidenziare, un nuovo senso di cittadinanza, un nuovo sentiment del “bene comune”? Si tratterebbe di un grande passo avanti per la nostra democrazia, per la stessa vita politica e per il rapporto tra i cittadini e la politica, da vari anni…

Buon compleanno Europa!

Oggi ricorrono i settant’anni della Dichiarazione Schuman in tal proposito al netto delle legittime celebrazioni potrebbero risultare utili una serie di brevi riflessioni che partono da quel 9 maggio 1950 ma volte al futuro (il nostro)... Punto primo: Il principio alla base di quel percorso è l’efficientamento delle risorse. Jean Monnet, la vera mente dell’operazione, ebbe la felice intuizione di…

usa2020

Usa 2020, ecco come Trump sfida Biden

Joe Biden tra due fuochi: Donald Trump e Tara Reade. Mentre gli Stati Uniti, e la Casa Bianca, sono ancora investiti dal contagio coronavirus in modo virulento, il candidato democratico è sotto attacco del magnate presidente e della donna, una ex collaboratrice, che lo accusa di averle usato violenza nel 1993. Il fronte aperto dalla Reade è il più insidioso,…

Il sogno europeo o l'incubo nazionalista? Un secolo secondo Civiltà Cattolica

Se la memoria finisce con il sembrare inutile allora è importante usarla. Aiuta a vedere davanti, come il guardarsi intorno aiuta a realizzare non tanto cosa ci sia intorno a noi ma dove siamo. E così in un giorno come questo, 9 maggio, settantesimo anniversario del discorso con cui il ministro degli Esteri francese annunciò la proposta di unire la…

Sfidiamo il M5S ad essere coerente sul Mes. Parla Centinaio (Lega)

“Le elezioni, oggi, sono l’ultimo dei pensieri”. Un anno fa Gian Marco Centinaio, allora ministro dell’Agricoltura del governo gialloverde, era il primo a evocare le urne, stanco del continuo stallo con i Cinque Stelle. Oggi, senatore della Lega vicinissimo (di seggio, e di cuore) al leader Matteo Salvini, ricorda che ci sono altre priorità. Agricoltura, turismo, alimentare. Sono i settori…

Pochi scherzi sul Mes. Il richiamo di Polillo alla responsabilità del governo

Alla fine sul Mes è andata come doveva andare. O meglio com’era auspicabile che andasse. Con un unico vincolo: che le somme ottenute con prestiti a bassissimo impatto sugli equilibri di finanza pubblica siano, almeno, spesi bene. Per sostenere i costi diretti ed indiretti che hanno riguardato e riguarderanno il coronavirus: visto che con quel dannato flagello si dovrà convivere…

×

Iscriviti alla newsletter