Anche Davos, tempio dell'alta finanza mondiale, scopre il virus cinese che sta terrorizzando mezzo mondo. Mentre gli scienziati e gli esperti si scervellano per capire l'origine della patologia, anche nel salotto buono della cittadina svizzera, sede in questi giorni del World Economic Forum, comincia a serpeggiare una certa paura tra banchieri, imprenditori e dirigenti di grandi multinazionali. Sembra che, dalle…
Archivi
Guaidó a Davos: fermate il traffico illegale d’oro di Maduro
Il presidente ad interim del Venezuela, Juan Guaidó, è sbarcato al Forum economico mondiale di Davos, una tappa importante del suo recente tour europeo. Durante il suo intervento, il leader dell’opposizione al regime di Nicolás Maduro ha puntato il dito contro la Svizzera, lanciando un appello per agire contro le estrazioni illegali di oro venezuelano nell’Amazzonia. Guaidó ha accusato gli…
Casellati tra procedura, merito e terzietà. Il commento di Girelli
Partecipando al voto in sede di Giunta del regolamento la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati è venuta meno alla “terzietà” richiesta a chi rappresenta l’intero Senato? Proviamo a mettere in fila i dati salienti della vicenda Salvini. Innanzitutto dalla composizione della Giunta, cui era stata sottoposta la questione della data del voto finale sulla relazione alla Assemblea sul caso dell’ex…
La lezione di Liliana Segre (contro l'odio). Il ritratto di Maria Latella
Ho incontrato Liliana Segre un anno fa, a New York. Lei era su un enorme schermo, io nel palazzo delle Nazioni Unite, circondata da centinaia di ragazzi, italiani e non, arrivati per le giornate di simulazione dei lavori Onu organizzate dall’associazione I Diplomatici. La senatrice cominciò a raccontarsi, con quel suo timbro da nonna che sa di catturare l’attenzione. La…
Così l'Italia (non) si è difesa dalle scalate straniere. Cronistoria di Pedrizzi
Il made in Italy è diventato un boccone particolarmente appetibile e a prezzi scontati, soprattutto per le aziende quotate, che in questi anni di crisi hanno visto precipitare la loro capitalizzazione. L’aspetto più preoccupante è quello di alcune Pmi che guardano ormai solo all’estero per le loro esigenze di liquidità, cui il sistema bancario italiano non fa fronte da anni.…
Luigi Di Maio può rimanere in sella. Scotti spiega come
Era il febbraio 2018 quando Luigi Di Maio, allora capo politico e candidato premier del Movimento Cinque Stelle, si presentò all’università Link Campus di Roma per una conferenza sulla politica estera in cui definì l’Europa “la casa naturale” del Paese. Fu accolto come un assist simbolico alla stagione governista, andato in scena sotto gli occhi attenti, in prima fila, del…
Il post-Di Maio può far traballare il governo. Parola di Macaluso
Non riguarda solo il M5s il cambio di passo annunciato da Luigi Di Maio al vertice del movimento, riflette con Formiche.net l'ex direttore dell'Unità Emanuele Macaluso che definisce il Governo Conte “precario”. Il punto riguarda sì la sopravvivenza del governo, che giudica fortemente a rischio, in quanto viene a mancare una forza determinante che ha ancora la maggiornza in Parlamento.…
Cosa succederà dopo il voto in Emilia-Romagna? Gli scenari di Forlani
Mai come in questi ultimi mesi, l’Emilia-Romagna, sotto il profilo politico, era assurta ad un livello così elevato di “alta priorità”, conquistando una tanto rilevante centralità nel dibattito politico nazionale. Non che non lo meritasse, una regione grande, importante, popolosa, che ha realizzato, negli anni, traguardi significativi sotto molti aspetti, dalla vitalità economica e produttiva, ai livelli di welfare e…
Una missione possibile per la Libia. I consigli del gen. Bertolini
Il comitato congiunto deciso a Berlino per monitorare la tregua libica è “un punto di partenza”, anche se il cessate il fuoco già traballa e le ostilità sono riprese da alcune ore. Qualora si ritrovi l'accordo tra le parti, una missione internazionale di pacificazione dovrebbe essere cospicua, con almeno ventimila soldati secondo “una prima approssimazione”. Ci vorrebbero "forze di fanterie…
Haftar non si ferma. Dopo i pozzi una no-fly zone su Tripoli
In alcune zone della Libia i blackout elettrici sono da tempo una normalità, ma in questi giorni sono ripresi con più frequenza. È un primo effetto della crisi petrolifera innescata attraverso i clan tribali dal signore della guerra dell’Est, Khalifa Haftar. L’ordine iniziale è arrivato sabato 18 gennaio, e l’operazione è proseguita anche il giorno seguente, mentre a Berlino i leader…