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Crescono le convergenze fra Russia e Cina, anche sul versante militare. L’ultima tra le collaborazioni è stata annunciata dal capo del Cremlino Vladimir Putin in persona, secondo il quale Mosca starebbe aiutando Pechino a costruire un sistema che permette l’individuazione tempestiva di missili balistici intercontinentali.

UN NUOVO GRADO DI COOPERAZIONE

La notizia viene considerata di estrema rilevanza negli ambienti che si occupano di cose belliche, perché dalla guerra fredda, ricorda il Guardian, solo Stati Uniti e la Russia hanno avuto a loro disposizione tali sistemi, che coinvolgono una serie di radar terrestri e satelliti spaziali.
La comunicazione del progetto sembra dunque un messaggio a Washington e a chi si oppone all’asse Russia-Cina (che proprio questa settimana ha presentato, nell’ambito dei festeggiamenti per i 70 anni della Repubblica Popolare, un nuovo missile ipersonico). E segnala il raggiungimento di un nuovo grado nella cooperazione strategica tra i due Paesi.

NON SOLO ARMAMENTI

Ma in quelle che sembrano convergenze sempre più forti (con Mosca che, tuttavia, è l’elemento più debole del duo e secondo molti osservatori teme l’espansione cinese), il campo militare non è l’unico nel quale si registrano sviluppi. Oltre ai solidi rapporti nel settore dell’energia, dopo il ban statunitense di Huawei, il colosso delle telco inserito in una lista nera del Dipartimento del Commercio Usa perché considerato un pericolo per la sicurezza nazionale, l’azienda della Repubblica Popolare sembra guardare alla Russia per sostituire Android, il sistema operativo mobile di casa Google. Secondo produttore di smartphone al mondo (prima di Apple e subito dopo la sudcoreana Samsung), Huawei ha confermato la notizia data da Reuters secondo cui starebbe studiando come utilizzare Aurora, sistema operativo realizzato dall’operatore statale russo di telecomunicazioni Rostelecom, oltre al proprio software proprietario Hongmeng (o Harmony che dir si voglia).

LE SINTONIE SULLE RETI

Già nei mesi scorsi, ha Formiche.net, aveva fatto notizia un altro accordo firmato sempre da Huawei – vero pivot tecnologico con Pechino, con cui, secondo studi e analisi di intelligence, intratterrebbe rapporti costanti e profondi, o del quale potrebbe essere addirittura una diretta appendice – con l’operatore telefonico russo Mts per lo sviluppo delle reti 5G in Russia.
L’intesa – spiegò allora la compagnia della Federazione in una nota – era stata siglata a margine dell’incontro a Mosca tra il presidente cinese, Xi Jinping, in visita di Stato, e il suo omologo russo, Vladimir Putin. Al centro della collaborazione proprio lo sviluppo delle reti mobili di quinta generazione e il loro lancio pilota, previsto nel 2019-2020.
Ed è forse superfluo ricordare che sono proprio le infrastrutture per il 5G, che la Cina vorrebbe esportare in tutti i Paesi occidentali e non solo, a preoccupare da mesi gli Stati Uniti. Washington ha da tempo avviato sul tema una corposa iniziativa diplomatica per dissuadere gli alleati dall’adottare tecnologie di Pechino, che considera un potenziale mezzo di spionaggio.

UN PROGRESSIVO ALLINEAMENTO

A preoccupare gli Usa è, più in generale, quello che il Pentagono ha definito in un recente libro bianco un crescente allineamento tra Mosca e Pechino, Paesi affini per “stabilità autoritaria”, che condividono la paura delle alleanze internazionali degli Stati Uniti. Una sfida che, ha rimarcato il rapporto, può essere vinta solo “con un approccio governativo totalmente coeso e sincronizzato”, basato su “una comune comprensione dei concorrenti, delle loro tattiche”, spesso basate su guerra asimmetrica, e dei loro obiettivi.

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