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La corsa verso la Casa Bianca, si sa, costa. In termini economici, e non solo. Ma in questo processo elettorale a pesare di più (cioè, a donare) sono i piccoli offerenti delle super Pac, che vengono inseguiti attraverso le mail e a cui vengono richieste più volte i contributi simbolici, e i finanziatori miliardari.

Ad ora, le campagne elettorali dell’ex presidente Donald Trump e il vicepresidente Kamala Harris hanno raccolto circa 1300 milioni di dollari, da quanto riferisce il quotidiano americano The New York Times. Ma le cifre più importanti vengono assegnate nei due mesi precendeti al voto. Ci sono anche risorse stanziate da chi non svela l’identità.

Tra quelli conosciuti, però, ci sono noti miliardari americani. Ad aumentare la cassa della campagna di Trump c’è, per esempio, Tim Mellon. “Non c’è finanziatore che abbia speso pubblicamente più per Trump in questo giro di Timothy Mellon, erede della fortuna bancaria Mellon. Ha investito più di 125 milioni di dollari nella campagna di Trump e siamo solo a settembre”.

E chi è Mellon? Un uomo d’affari, di basso profilo, che negli ultimi tempi si è fatto spazio nella scena politica come finanziatore. È amico personale di Robert F. Kennedy Jr. (ha donato 25 milioni di dollari alla super PAC pro-Kennedy). Non è particolarmente legato a Trump, ma fa parte della MAGA Inc, un super PAC, al quale ha donato quasi la metà del totale racconto.

Un altro importante finanziatore di Trump è Miriam Adelson, attivista pro-Israele. Nata a Tel Aviv è naturalizzata americana. La sua fortuna è arrivata dal matrimonio con il magnate statunitense Sheldon Adelson. Adelson è editrice del giornale Israel Hayom. Ha un piano per donare circa 100 milioni di dollari ad una nuova super Pac per Trump. Aveva avuto alcune divergenze con l’ex presidente durante la Convention Nazionale Repubblicana a luglio, ma poi sono rientrate in un evento di Trump dove è intervenuta Adelson.

Dick e Liz Uihlein, fondatori della compagnia di navi ULine, sono altri due dei super donatori della campagna di Trump. Conservatori estremi, sono finanziatori dell’organizzazione contro le tasse Club for Growth.

Linda McMahon, invece, è una vecchia amica personale di Trump e una delle principali donatrici. È stata direttrice dell’Agenzia per le piccole imprese quando Trump era presidente e ha avuto un ruolo attivo durante la Convention Nazionale Repubblicana insieme a Trump. Infine, ci sono Howard Lutnick, direttore esecutivo di Cantor Fitzgerald, e il famoso Elon Musk, che dalla scorsa primavera ha deciso di fondare un comitato indipendente di campagna per spendere circa 180 milioni di dollari nella trasformazione del programma di organizzazione del Partito Repubblicano, come ricorda il New York Times.

Dall’altra parte, Harris gode del sostegno economico di molti finanziatori che non sono stati attivi durante la campagna di Joe Biden. Tra i più importanti donatori c’è Reid Hoffman, co-fondatore della piattaforma LinkedIn. L’imprenditore è molto attivo nella scena politica da quando Trump è arrivato alla Casa Bianca nel 2016. Ha detto che è disposto ad abbandonare il suo lavoro in diversi consigli di amministrazione, se la politica degli Stati Uniti ne avesse bisogno, ed è mediatore e consulente di molti miliardari ricchi della Silicon Valley che cercano di dare il loro contributo alla politica.

Anche l’imprenditore Dustin Moskovitz, amministratore delegato di Asana e uno dei fondatori di Facebook, è tra i donatori di Harris, anche se si spera che l’assegno più significativo arrivi nei prossimi mesi all’organizzazione Future Forward. Moskovitz ha un patrimonio di circa otto miliardi di dollari ed è diventato una delle principali voci anti-Musk nella Silicon Valley.

L’ex presidente di Walt Disney Studios, Jeffrey Katzenberg, ha un patrimonio più ridotto rispetto ad altri finanziari di Harris. Tuttavia, da molti anni è uno dei più impegnati nel raccogliere fondi tra colleghi e conoscenti a Hollywood. È stato co-presidente della campagna nazionale di Biden e rimane in prima fila in quella di Harris.

George Soros, si sa, è un grande finanziatore del Partito Democratico. Ma anche suo figlio, Alex, è molto interessato alla politica. Forse perché è fidanzato di Huma Abedin, consigliere per molti anni dell’ex segretario di Stato ed ex candidata Hillary Clinton.

Ma “‘Dov’è Mike?’ è una domanda che i democratici si stanno facendo frequentemente questi giorni – si legge sul New York Times -. Bloomberg, imprenditore ed ex sindaco di New York, mantiene un rapporto freddo con Biden e ancora non ha investito quanto di solito fa nelle elezioni presidenziali del 2024”. Tuttavia, è uno di quelli che fa arrivare il denaro nell’ultimo sprint della corsa.

Usa 2024, chi finanzia le campagne di Harris e Trump

Dall’ex presidente della Walt Disney Studios all’editrice israelo-americana, passando per i famosi Musk e Soros, sono tanti i miliardari che sostengono i due candidati alla presidenza degli Stati Uniti. Quanto donano e perché

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