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Il panorama politico ha subito una trasformazione significativa contro i partiti politici islamisti all’indomani delle rivolte arabe del 2011. L’attacco di Hamas a Israele del 7 ottobre potrebbe comprometterlo ulteriormente oppure migliorarlo. I partiti affiliati ai Fratelli musulmani e quelli con tendenze islamiste hanno già subito sostanziali battute d’arresto sia in ambito elettorale che politico in tutto il Nord Africa e non solo. 

In Turchia, dove il partito di maggioranza di governo è storicamente connesso alle istanze della Fratellanza, si sta propendo a un graduale disingaggio per favorire le riaperture delle relazioni con i mondi del Golfo e con l’Egitto. In Marocco e in Tunisia i partiti nel network della Fratellanza musulmana hanno subito varie battute di arresto nel corso degli ultimi anni.

Ora la possibilità di essere accomunati al gruppo palestinese responsabile di una sanguinosa strage di innocenti potrebbe creare un ulteriore livello di percezione negativa. Ma data la reazione delle collettività arabe potrebbe produrre sul lato opposto anche un nuovo interessamento.

Calo del consenso per i Fratelli

Diversi governo sono diventati sempre più influenti nel settore del welfare (dove la Fratellanza era attiva tramite la profonda penetrazione nelle associazioni professionali e con organizzazioni caritatevoli islamiste) e negli ultimi tempi le autorità hanno adottato misure più severe nei confronti delle ong con tendenze islamiste. Tuttavia, il conflitto a Gaza e il potenziale di rinascita dei partiti politici legati alla Fratellanza musulmana e di altri partiti di orientamento islamista, nonostante la repressione, offrono qualche speranza di rinascita.

In prospettiva, nel breve termine, i partiti politici affiliati ai Fratelli e di orientamento islamista dovranno probabilmente affrontare restrizioni nelle loro azioni, evitando di sfidare i governi o di dominare i movimenti di opposizione. Tuttavia, Secondo un’analisi di Oxford Analytica, una società privata di consulenza geostrategica statunitense, se queste organizzazioni riusciranno a resistere alle condizioni attuali, fattori come l’emergere di leader carismatici e la rinascita di politiche identitarie legate al conflitto arabo-israeliano potrebbero aiutarle a riorganizzarsi.

Dal punto di vista demografico, il cambiamento in corso ha ridotto in qualche modo il potenziale bacino di proselitsmo per i giovani, che di solito sono più suscettibili di essere coinvolti nella violenza politica. Il calo dell’attrattiva delle ideologie islamiste può essere attribuito a una storia di violenza di ispirazione islamica negli ultimi tre decenni, in particolare con l’ascesa di gruppi come lo Stato Islamico. Ciò ha eroso l’attrattiva delle fazioni islamiste e delle loro ideologie agli occhi del pubblico.

Inoltre, il Nord Africa (centro di attecchimento storico delle istanza della Fratellanza), come altre parti del mondo, sta assistendo a una rinascita del nazionalismo. Questa rinascita è caratterizzata da una forma di conservatorismo in cui l’Islam gioca un ruolo all’interno di una più ampia identità nazionale, anche se non necessariamente al suo centro. Questo cambiamento nella politica dell’identità ha implicazioni per il modo in cui la religione è integrata nel panorama politico.

Il breve termine e le opportunità

In prospettiva, nel breve termine per i partiti affiliati ai Fratelli il declino è avviato e costante, con poche probabilità che questi gruppi riacquistino rilevanza in tutto il Nord Africa. Tuttavia, questa traiettoria potrebbe cambiare in base a diversi fattori.

In primo luogo, se la Fratellanza musulmana o altri partiti politici di orientamento islamista, su scala globale o all’interno di uno specifico Paese, riuscissero a individuare una nuova leadership carismatica in grado di colmare le divisioni generazionali, unire le varie fazioni e creare una narrazione avvincente, questi gruppi potrebbero potenzialmente rinvigorire le circoscrizioni islamiste e attrarre nuovi membri.

In secondo luogo, i recenti attacchi lanciati da Hamas contro Israele il 7 ottobre hanno il potenziale per cambiare le carte in tavola nella più ampia regione del Medio Oriente e del Nord Africa. La nuova guerra ha riportato la questione palestinese all’ordine del giorno del mondo, interrompendo gli sforzi di normalizzazione arabo-israeliani che avevano escluso i palestinesi. Di conseguenza, questo sviluppo potrebbe portare a un allontanamento dal nazionalismo e a una rinascita di politiche identitarie incentrate sulla religione. L’inquadramento del conflitto arabo-israeliano non più come una lotta nazionale, ma come una più ampia lotta tra religioni potrebbe modificare il panorama politico della regione.

Inoltre, anche senza una leadership più capace e unificata, i partiti politici islamisti e affiliati alla Fratellanza possono trarre vantaggio da un ambiente globale in cui la lotta contro l’Occidente viene dipinta in termini religiosi, anche se in misura minore. Ciò suggerisce che, nonostante il declino della loro influenza, questi gruppi possono ancora trovare opportunità per plasmare il discorso politico nella regione.

Le nuove tensioni israelo-palestinesi possono riaccendere la Fratellanza musulmana

Secondo uno studio di Oxford Analytica, le istanze islamiste potrebbero prendere nuovo spazio anche all’interno delle narrazioni anti-occidentale. Nonostante il declino della loro influenza, questi gruppi possono ancora trovare opportunità per plasmare il discorso politico nella regione.

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