Skip to main content

“Qui mange du pape en meurt”: è un proverbio francese che significa all’incirca “chi cerca di mangiare il papa ne muore”. Questo è il vero problema della sceneggiata milanese dell’altro giorno. La Chiesa è da secoli abituata all’ostentazione fuori luogo dei suoi simboli o dei suoi principi, strumentalizzati dalla politica del momento. Non se ne cura più di tanto. Ma attaccare il papa è un’altra cosa, molto peggio che sventolare un rosario.

Consiglierei prudenza: nel corso della storia ci hanno provato re e imperatori, autocrati e dittatori ed è sempre andata male. Il papa di Roma rappresenta l’unità dei cattolici che li differenzia dagli altri cristiani. La Chiesa cattolica non è mai stata un monolite in cui tutti la pensano allo stesso modo, come sovente viene caricaturata. Nondimeno è una sola Chiesa, unita, e la figura, il centro di tale unità è il papa.

Toccare il papa significa mettersi contro, alla fin fine, tutti i cattolici. Il cardinal Parolin ha reagito dicendo “Dio è di tutti”, com’è giusto che sia. Anche il papa è di tutti i cattolici, qualunque cosa votino. In particolare i papi del Novecento, dopo la fine dello Stato della Chiesa, non hanno diminuito la loro funzione unitaria, anzi si può dire che il ruolo globale, cattolico cioè universale, della Chiesa di Roma si sia andato via via rafforzando. La figura del pontefice romano ha acquistato un significato sempre più centrale, che gli viene riconosciuto anche dalle altre religioni. De facto il papa è il più importante tra i leader religiosi mondiali.

L’unità è qualcosa di fondamentale per i cattolici. Papa Benedetto XV non ebbe timore di avversare la Prima guerra mondiale chiamandola “inutile strage”, mettendosi contro gli arcivescovi cattolici europei che benedivano le bandiere. Per la chiesa di Roma una guerra europea era infatti percepita e sentita come una guerra civile, una guerra tra fratelli. Tale coscienza è divenuta negli anni sempre più forte, fino a giungere all’opposizione netta dei successori (in particolare da Giovanni XXIII a Francesco passando per Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI) ad ogni forma di conflitto. Questo sta a dimostrare che la Chiesa cattolica oggi sente molto il suo ruolo fondamentale di segno di unità del mondo: l’unità dei cattolici evoca l’unità del genere umano.

Da qui discende il lavoro di dialogo interreligioso: ogni visione etnica, fondamentalista o di parte della religione è contraria allo spirito profondo che è nel Dna dei cattolici e sta anche in radice alle altre religioni. Tale leadership cattolica su tale essenziale questione è portatrice di futuro: profetizza tempi nuovi e diversi. La figura profetica principale, al centro di questo gigantesco sforzo, è proprio il papa.

Attaccare il papa per costringere la Chiesa cattolica a divenire Chiesa nazionale o nazionalista, Chiesa di una parte, Chiesa etnica, Chiesa dei “nostri” o Chiesa statale, è contrario ad ogni visione cattolica. Tra l’altro la maggioranza dei cattolici oggi non è europea ma latinoamericana, asiatica e soprattutto africana: di questo il papa tiene conto. Ogni rigurgito nazionalista ed ogni forma di apartheid (religiosa o etnica che sia) che voglia coinvolgere la Chiesa, non è cattolico e porterebbe allo scisma. Questo i preti e i vescovi cattolici (anche coloro che non sono d’accordo con tutto ciò che si dice o si fa a Roma) lo sanno bene. È già accaduto nella lunghissima storia della Chiesa. E alla fine prevale sempre Roma.

papa

Attaccare il papa è peggio che sventolare un rosario. Consiglio alla prudenza di Mario Giro

“Qui mange du pape en meurt”: è un proverbio francese che significa all’incirca “chi cerca di mangiare il papa ne muore”. Questo è il vero problema della sceneggiata milanese dell’altro giorno. La Chiesa è da secoli abituata all’ostentazione fuori luogo dei suoi simboli o dei suoi principi, strumentalizzati dalla politica del momento. Non se ne cura più di tanto. Ma…

No pasarán. La chiamata alla resistenza di Cesa (Udc) contro i sovranisti

Non è un invito a salire sui monti ma poco ci manca. Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc e candidato alle elezioni europee con Forza Italia per la circoscrizione Sud, parla di “resistenza”. Contro chi? I sovranisti, ovviamente. Lo scudo crociato, dice lui, ha una ricetta per un’Europa popolare, dei fatti e non delle parole. Ça va sans dire, strizza un…

gardini

Vi spiego gli errori dell'Europa, che ha mollato il manifatturiero e ha scelto la finanza. Parla Gardini

Gli errori dell'Europa? Aver mollato il manifatturiero per scegliere finanza e servizi. Così l'eurodeputato uscente Elisabetta Gardini, già capogruppo di Forza Italia al Parlamento europeo e in occasione delle urne del prossimo 26 maggio candidata nel nord est in Fratelli d'Italia, che affida a Formiche.net la sua idea di riforma della macchina amministrativa europea, con regole meno comuni, come sulla…

bassetti

L'Italia sia il volto migliore dell'Europa. L'invito al voto di Bassetti (Cei)

"Va valorizzata l’opportunità che ci è offerta dalle elezioni di domenica prossima: chiediamo a tutti di superare riserve e sfiducia e di partecipare al voto. Siamo consapevoli che questo rimane solo il primo passo, ma è un passo che non ci è dato di disertare". Così il cardinale Gualtiero Bassetti si è espresso durante l’atteso discorso introduttivo all’assemblea generale della…

Merkel, Berlino

I mille guai (bancari) di Angela Merkel. Azionisti di Deutsche Bank in rivolta

Non si può certo dire che siano tempi facili per Deutsche Bank e più in generale per le banche tedesche. La prima banca della prima economia d'Europa vive forse i momenti più difficili degli ultimi 20 anni. Tutto parte da un presupposto: oggi come oggi l'istituto fatica a stare sulle proprie gambe. A Berlino il governo Merkel lo ha capito…

esteri investimenti infrastrutture

Senza infrastrutture l'Europa è fuori dalla competizione globale

Per rendere più competitiva a livello globale l’Europa, gli investimenti in infrastrutture fisiche e digitali devono essere raddoppiati. Secondo il rapporto 2018 della Bei gli investimenti sono oggi pari al 2,7% del Pil, ma dovrebbero essere almeno del 5% per garantire all’Europa di competere con i grandi players globali. Dall’inizio della crisi del 2008 in Italia (che investiva in media…

Per un’Europa campionessa mondiale di sviluppo sostenibile. L'appello dell'Asvis

L’impegno dell’Europa per lo sviluppo sostenibile deve passare dalle enunciazioni ai fatti concreti. È quanto chiesto da Enrico Giovannini, portavoce dell’Asvis, l’Alleanza per lo sviluppo Sostenibile, nel corso della conferenza internazionale Per un’Europa campionessa mondiale di sviluppo sostenibile che oggi, a Roma, ha inaugurato la terza edizione del Festival dello Sviluppo Sostenibile con l’appello “Mettiamo mano al nostro futuro”, al quale hanno…

Trump informa il Congresso della crisi con l'Iran (che quadruplica l'arricchimento di uranio)

Oggi un gruppo di alti funzionari della sicurezza nazionale statunitense farà il punto ai congressisti sulla crisi con l'Iran. Un briefing a porte chiuse, fortemente voluto dai legislatori dopo che da circa due settimane la situazione con Teheran è diventata tesissima: gli iraniani, secondo quanto sostiene un report d'intelligence dell'amministrazione Trump, avrebbero aumentato il livello di minaccia anti-Usa e starebbero per compiere,…

Da Maduro a Zelensky: andare a votare per depotenziare il Parlamento

Ora più che mai, la tendenza globale sembra quella della post-democrazia. Un concetto lanciato nel 2003 dal sociologo britannico Colin Crouch che cercava di spiegare come, nel XX secolo, la democrazia abbia disegnato una parabola ed intrapreso una fase discendente, per lasciare spazio ad una deriva oligarchica. E non è che il voto sia scomparso, anzi... Le elezioni rinnovano sempre…

cina

Turchia e India, quelli che festeggiano i dazi contro la Cina (ma Trump vuole colpire anche loro)

Turchia e India fanno festa per la nuova guerra dei dazi fra Stati Uniti e Cina. Lo dicono i dati della Gps, un’organizzazione con sede a Washington e che include le maggiori aziende americane e organizzazioni commerciali che hanno accordi commerciali preferenziali. Stando ai dati in possesso, l’imposizione di dazi sulle merci in arrivo dalla Cina, avrebbe fatto lievitare il…

×

Iscriviti alla newsletter