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Domani ci sarà il primo test elettorale per il Movimento 5 Stelle e la Lega con le elezioni regionali in Abruzzo. I sondaggi poco contano, la partita è aperta. La corsa finale sembra essere a tre, tra la candidata del Movimento 5 Stelle, il candidato del centrosinistra e il candidato del centrodestra.

Alle politiche del 2018, in Abruzzo aveva vinto il M5S, con quasi il 40%, mentre il centrodestra aveva raccolto circa il 35% e il Pd 14%. Oggi però tutte le tendenze sembrano essere cambiate.

A colpire significativamente il risultato del M5S potrebbe essere una vicenda – in apparenza – molto lontana dal territorio abruzzese, ma in realtà vicina: la crisi del Venezuela.

Essendo l’Abruzzo una delle regioni con più presenza di italo-venezuelani, il diniego del partito pentastellato di riconoscere il governo di transizione di Juan Guaidó, per avviare il Paese sudamericano verso nuove elezioni democratiche e trasparente, potrebbe metterlo in cattiva luce.

La Regione Abruzzo è la seconda più numerosa e rappresentativa della comunità italo-venezuelana. Sebbene è difficile quantificarla, si parla di almeno 10mila cittadini attualmente residente nel territorio abruzzese. Le statistiche aumentano ogni giorno per la crisi e l’arrivo di chi conta con il doppio passaporto.

Nelle ultime settimane sono aumentate le proteste e la campagna contro il M5S di diverse organizzazioni attive negli aiuti umanitari da molti anni.

E l’effetto può essere domino. In una nota la Comunità Italo Venezuelana in Abruzzo ha chiesto di sensibilizzare “l’intera comunità abruzzese e si rivolge ai rappresentanti delle istituzioni, dell’Associazionismo culturale e sociale, così come si rende disponibile ad incontrare gli esponenti di tutti gli schieramenti politici, che abbiano la volontà di ascoltare le nostre voci, che sono le voci dei nostri fratelli italo-venezuelani sparsi in tutto il mondo”.

Consapevoli del potenziale elettorale della comunità di italo-venezuelani in Abruzzo, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi hanno incontrato alcuni rappresentanti di queste associazioni.

In un’intervista a Il Giornale, il leader di Forza Italia ha definito come un’autentica vergogna la posizione del governo sulla crisi venezuelana: “Maduro ci ha addirittura ringraziato perché siamo l’unico Paese europeo a non aver preso le distanze da uno degli ultimi dittatori comunisti nel mondo. Peggio, abbiamo impedito all’Europa – perché ci vuole l’unanimità – di riconoscere il nuovo presidente provvisorio Guaidó legittimamente eletto dal Parlamento democratico. Al Parlamento europeo solo i rappresentanti di Forza Italia e pochi altri hanno appoggiato la risoluzione che sconfessava Maduro. Gli altri, Cinquestelle, Lega, molti del Pd, si sono astenuti. […] Martedì in Parlamento cercheremo di imporre al governo con il voto un cambio di linea e l’immediato riconoscimento del Presidente venezuelano legittimo”.

Forse il risultato alle elezioni regionali li aiuterà in un cambio di rotta.

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