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Se c’è un tribunale competente nel giudicare i conti pubblici italiani, non è tanto l’Europa quanto i mercati. Che ogni anno ci finanziano il nostro astronomico debito di 2.300 miliardi di euro, il terzo al mondo. Senza di essi, l’Italia sarebbe in bancarotta da un pezzo. Per questo Roma e il suo governo devono stare molto attenti a come si muovono, a cosa dicono e soprattutto a cosa fanno.

Non è tempo di fare gli eroi, l’attuale situazione non lo consente. Moody’s ha praticamente annunciato il nostro declassamento (a settembre, qui l’articolo di ieri), l’Europa ci chiede misure immediate per la riduzione del deficit (visto che il disavanzo altro non è che la quota annuale del monte debito totale) e lo stesso Mario Draghi che in questi anni ci ha in qualche modo protetto e tutelato ha sollecitato l’esecutivo Conte a trovare il modo per ridurre lo stock, senza ricorrere al trucchetto dei mini-bot. In più nei prossimi mesi secondo Bankitalia il nostro Pil non andrà oltre lo 0,3% nel 2019, per poi accelerare a +0,7% nel 2020 e a +0,9% nel 2021. Cautela e testa sulle spalle, sono le due paroline magiche che sintetizzano le osservazioni di Marina Brogi, docente di International Banking and Capital Markets alla Sapienza.

ESSERE COSTRUTTIVI

“In questo momento così delicato credo che l’Italia debba mantenere un atteggiamento consapevole e massimamente costruttivo“, spiega Brogi. “Siamo un grande Paese, e dobbiamo mostrarci consapevoli delle proprie aree di miglioramento ma anche delle proprie eccellenze e potenzialità. Questo ci deve portare a negoziare flessibilità per aumentare gli investimenti o, ancora meglio, chiedere maggiori investimenti infrastrutturali a carico di emissioni di obbligazioni comuni, e la possibilità di dare degli incentivi fiscali alle aziende e delle banche che crescono di dimensione. D’altronde tedeschi e francesi sono ben consapevoli dell’importanza dei campioni nazionali ed europei e l’Italia ha ancora meno aziende grandi”.

IL GIUDICE MERCATO

Brogi non ha dubbi quando gli si chiede se ci sia da temere più l’Europa e le sue regole oppure le leggi del mercato che ci presta soldi. “L’Italia deve continuare a emettere titoli di Stato, quindi quello è il nostro vero banco di prova continuo. Tuttavia il Paese ha i talenti e i mezzi per fare bene”. L’economista della Sapienza, torna sul concetto di responsabilità, senza colpi di testa. “Occorre assumersi le proprie responsabilità e portare avanti le proprie istanze. L’Italia ha un surplus commerciale importante a riprova del fatto che sa fare. Ci sono delle differenze territoriali che non siamo storicamente riusciti a superare ma sulle quali occorre continuare a lavorare cercando vie nuove rispetto all’assistenzialismo del passato”.

LA RICETTA SECONDO BROGI

Va bene, ma nel dettaglio, come può l’attuale governo cercare di trasmettere ai mercati quel messaggio semi-rassicurante che ancora manca? “Roma deve fare e farà un programma di misure articolate ponderando le poche leve che il fardello del nostro debito pubblico ci lasciano. È nell’interesse del nostro Paese mantenere il debito pubblico sotto controllo dato che deve continuare a collocare sul mercato titoli di Stato. La scelta di abbassare alcune tasse in deficit può portare ad una riduzione del rapporto debito/Pil solo se l’effetto dello shock fiscale comporta un aumento più che proporzionale del Pil. Si tratta di una scelta rischiosa vista la dimensione del nostro debito pubblico. Purtroppo in Italia esiste ancora un’evasione importante, da questo punto di vista una rivisitazione delle aliquote Iva con una contemporanea riduzione delle tasse sul lavoro potrebbe essere un’alternativa da esplorare”. Di più. “Assolutamente prioritario sarebbe un aumento degli investimenti in infrastrutture che di fatto sono salari nelle zone in cui si va ad investire”.

LA SCOMMESSA DEL GOVERNO

Certamente, la stretta sull’Italia sta mettendo a dura prova la tenuta di un governo che ha dato prova di litigiosità in più occasioni. Durerà fino alla prossima manovra? Domanda girata direttamente a Brogi. “Preferirei non scommettere. Credo che chi è al governo abbia l’onore e l’onere di governare. Mi piace pensare che si tratti di persone mosse dall’ideale di fare il bene del Paese. Il debito pubblico l’hanno ereditato e questo limita le loro scelte. Ma perdere altri mesi non è utile per nessuno. Scelgano le loro priorità perché tutto non si può fare dato il vincolo del servizio del debito e speriamo, per tutti, che scelgano bene. Al contempo ognuno di noi deve continuare a fare del proprio meglio ciascuno nel proprio ambito perché tutti possiamo contribuire al bene comune. Cominciamo dall’uomo nello specchio come cantava Micheal Jackson. Ognuno può fare insomma qualcosa per il bene comune”.

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