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Non conoscevo Antonio Megalizzi. Essere seguito in Twitter o Instagram non equivale a una conoscenza, neppure superficiale. Però, io e Antonio siamo uniti dalla stessa passione: la Radio.

C’è una foto che continua a tornarmi in mente: lui sorridente, dietro un microfono esattamente uguale a quello a cui parlo ogni giorno. Una similitudine, una vicinanza che mi ha colpito, perché in anni diversi, seguendo strade diverse, tanti di noi si sono lasciati attrarre dal fascino di questo incredibile mezzo di comunicazione. Potente e senza tempo.

Antonio Megalizzi, però, lo ha fatto unendo questa passione ad una ancora più alta: l’ideale dell’unione fra i popoli europei. Un ideale innanzitutto da vivere, nel suo quotidiano. Poi, da provare a illustrare a un Paese sempre più distratto da parole d’ordine e luoghi comuni lontani anni luce da quella prospettiva comune. Da un microfono, Antonio e i suoi colleghi hanno fatto molto di più, di tanti e inascoltati soloni, per mantenere viva la fiammella dell’ideale unitario europeo. Lo ha fatto e lo fanno nella sostanziale indifferenza dell’informazione mainstream, tutta presa dall’ultimo, inutile dibattito sullo “zero virgola”, dall’ultima previsione catastrofista, dall’ultimo pianto di coccodrillo, sui ragazzi senza futuro.

Antonio il futuro se l’era andato a cercare, senza lamentarsi, senza pretendere nulla, senza aspettare nulla. Puntando tutto su quell’Europa, che un esercito di retori senza passato, presente e futuro ha scelto irresponsabilmente come facile capro espiatorio di ogni problema e ogni difficoltà. Antonio e il suo sogno inseguito con determinazione e fiducia nell’ideale europeo, hanno dato a tutti noi un’enorme lezione.

Se non sapremo coglierla, se continueremo ad andar dietro all’ultima polemica acchiappa-click o buona per l’ennesimo, stanco talkshow televisivo, saremo indegni dell’eredità di questo giovane e appassionato europeo. Finiremmo anche per dovercene vergognare.

antonio megalizzi

La lezione di Antonio Megalizzi e la fiammella dell’ideale unitario europeo

Non conoscevo Antonio Megalizzi. Essere seguito in Twitter o Instagram non equivale a una conoscenza, neppure superficiale. Però, io e Antonio siamo uniti dalla stessa passione: la Radio. C’è una foto che continua a tornarmi in mente: lui sorridente, dietro un microfono esattamente uguale a quello a cui parlo ogni giorno. Una similitudine, una vicinanza che mi ha colpito, perché…

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