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Il cyber risk è ormai è una delle delle principali preoccupazioni per le imprese. A dirlo sono i dati contenuti nel rapporto Allianz Risk Barometer 2019 realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) sentendo le opinioni di 2.415 esperti provenienti da 86 Paesi, tra cui Ceo, risk manager, broker ed esperti assicurativi.

LO SCENARIO

A seguito di grandi violazioni di dati e scandali sulla privacy, importanti interruzioni IT e l’introduzione di norme più severe in materia di protezione dei dati nell’Unione europea (come il Gdpr) e in altri Paesi, gli incidenti informatici e l’interruzione di attività (in inglese Business interruption) sono i principali rischi per le aziende a livello mondiale, indicati a pari merito dal 37% del campione.

allianz

IL RISCHIO CYBER

Dal documento emerge un quadro complesso, anche se si guarda agli specifici pericoli informatici. Mentre le cronache dimostrano che l’attività criminale utilizza metodi sempre più innovativi per entrare in possesso di dati, commettere frodi o estorcere denaro, c’è secondo gli esperti anche una minaccia informatica crescente da parte di Stati sovrani e gruppi di hacker che prendono di mira i fornitori di infrastrutture sensibili o sottraggono dati preziosi o segreti commerciali alle aziende. In questo scenario, è – secondo i rilievi emersi nel report – sempre più probabile che gli incidenti cyber scatenino cause legali, comprese le “class action”. Le violazioni dei dati o le interruzioni IT possono generare grandi responsabilità verso i terzi in quanto i clienti o gli azionisti interessati cercano di recuperare le perdite dalle aziende.

CATASTROFI NATURALI E ALTRI PERICOLI

Le catastrofi naturali (28% delle risposte) si confermano al terzo posto nella classifica dei primi 10 rischi di quest’anno: rispetto all’anno precedente, il 2018 è comunque un anno più positivo, anche se le perdite economiche sono ancora vicine ai 150 miliardi di dollari. Le continue incertezze sulla Brexit, le guerre commerciali globali tra Washington e Pechino e le tariffe alimentano le preoccupazioni delle imprese in merito ai cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare (quarto posto con il 27% delle risposte).
I cambiamenti climatici (ottavo posto con il 13% delle risposte) e la carenza di manodopera qualificata (decimo posto con il 9% delle risposte) hanno invece registrato quest’anno la maggiore crescita.

IL CLIMATE CHANGE

In particolare, secondo il sondaggio i cambiamenti climatici potrebbero non solo essere causa di crescenti perdite e disagi causati da eventi meteorologici estremi e catastrofi naturali, ma è anche probabile che abbiano grandi implicazioni per la regolamentazione e la responsabilità considerando i rigidi obiettivi nelle emissioni o i nuovi obblighi di comunicazione e divulgazione in molti settori. La carenza di manodopera qualificata appare per la prima volta tra i 10 principali rischi aziendali a livello mondiale, confermato anche in molti Paesi più piccoli dell’Europa Centrale e Orientale, del Regno Unito, degli Stati Uniti, del Canada e dell’Australia. Una paura, quella manifestata dalle imprese, dovuta all’evoluzione demografica, all’incertezza della Brexit e a una debole presenza di talenti nell’economia digitale.

LA SITUAZIONE ITALIANA

Infine, la situazione italiana, spiega lo studio, è in linea con quella degli altri Paesi occidentali. Nello specifico, per questa edizione, i principali rischi aziendali percepiti nella Penisola sono l’interruzione di attività (al primo posto con il 47% delle risposte), i rischi cyber (come l’anno precedente) e le catastrofi naturali (entrambi al secondo con il 38% delle risposte). La mancanza di qualità, difetti seriali, richiamo di prodotti entra quest’anno in classifica a livello locale, posizionandosi direttamente in quarta posizione.

Golden power

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