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Gli Stati Uniti spingono l’acceleratore sul programma Joint Strike Fighter. L’obiettivo, condiviso dal costruttore Lockheed Martin, è arrivare nel 2020 a un costo di 80 milioni di dollari per un F-35 A, in linea (se non inferiore) al prezzo di un caccia di quarta generazione. Per farlo, il governo Usa ha messo in piedi un piano di finanziamenti che assicura certezza programmatica alle aziende coinvolte.

L’AZIONE DEL PENTAGONO

Il Joint program office (Jpo) del Pentagono ha assegnato all’azienda guidata da Marillyn Hewson un contratto del valore di 22,7 miliardi di dollari per oltre 250 F-35. Nello specifico, l’accordo è un “Underfinitized contract action”, modalità contrattuale con cui si assegnano fondi prima che i termini specifici siano finalizzati. L’intesa va a modificare il precedente accordo sul dodicesimo lotto di produzione a basso rateo (Lrip 12), così che comprenda anche le attività produttive per i velivoli dei lotti successivi (13 e 14) diretti ai partner e clienti internazionali. Si tratta di un’attività che il dipartimento della Difesa americano, guidato da James Mattis, ha adottato per dare riferimenti certi al costruttore, nel comune intendimento di abbassare i costi.

I DETTAGLI

Nel cappello dei 22,7 miliardi, il contratto infatti assegna a Lockheed Martin un acconto 6 miliardi per la fornitura di 255 Joint Strike Fighter diretti a tutte le Forze Usa e ai vari partner e clienti internazionali. Nello specifico, si prevedono 106 velivoli per gli Stati Uniti nell’Lrip 12 (di cui 64 all’Air Force, 26 ai Marines nella versione a decollo corto, e 16 alla US Navy per la versione da portaerei). Per i partner del programma sono previsti 89 F-35 tra i tre lotti 12, 13 e 14, mentre per i clienti internazionali (sottoposti al regime del Foreign military sales) si parla di 60 velivoli. Le consegne inizieranno nel 2020 per il dodicesimo lotto, e proseguiranno nei due anni successivi per gli altri due. L’accordo si allinea a quanto previsto nel bilancio Usa per il 2018 e 2019, in cui si predispone un incremento dei fondi diretti al programma.

LA NOTA DI LOCKHEED MARTIN

“L’Underfinitized contract action – fa sapere Lockheed Martin – fornirà risorse importanti per assicurare che gli sforzi sulla produzione di F-35 e sulla riduzione dei costi rimangano in linea con la tabella di marcia mentre ci accordiamo con il Jpo per la finalizzazione dell’accordo formale”. L’approccio adottato dal Pentagono permetterà “risparmi significativi”, utili a raggiungere “l’obiettivo comune” degli 80 milioni per un F-35 A nel 2020. “È un approccio smart per i contribuenti, per le Forze armate e per l’industria; apprezziamo – prosegue l’azienda americana – l’azione proattiva del governo e la partnership atta a mantenere la stabilità della catena di fornitura, a ridurre i costi e ad assicurare che le consegne rimangano allineate con la crescente domanda in tutto il mondo”.

F-35. Il Pentagono accelera sul programma, mentre i costi scendono

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