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“Hamas è peggio dell’Isis”, ha scritto il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu pubblicando su X la foto che si vede qui accanto. Anche il presidente statunitense Joe Biden ha invitato “tutti i Paesi” a “condannare inequivocabilmente le brutali atrocità di Hamas, che sono simili alle atrocità dell’Isis di molti anni fa”. Ieri su South First Responders, un canale Telegram che sta diffondendo immagini dai kibbutz distrutti dalla violenza dell’assalto di sabato, ha pubblicato lo scatto di una bandiera dell’Isis ritrovata nel kibbutz Sufa, vicino al confine con Gaza.

“Dobbiamo ricordarci che Hamas deriva dalla Fratellanza Musulmana, all’interno della quale si possono individuare almeno quattro scuole”, spiega Harel Chorev-Halewa, capo del Doron Halpern Middle East Network Analysis Desk del Moshe Dayan Center presso l’Università di Tel Aviv, a Formiche.net. “Hamas è figlia della scuola radicale della Fratellanza Musulmana, che si ispira a pensatori come Sayyid Qutb, la cui produzione è considerata alla base di Isis, Al Qaeda e Hamas”. Ma anche ad Abdullah Azzam, la mente fondamentalista a cui si ispirarono sia Osama bin Laden sia Ayman al-Zawahiri. La differenza sta nell’implementazione, continua Chorev-Halewa. In questo senso, “Hamas e Isis sono più simili” visto che condividono l’idea di uno Stato. “Basti pensare che al-Zawahiri criticò pesantemente Hamas per aver preso il controllo della Striscia di Gaza nel 2007”, ricorda l’esperto.

A differenza dell’Isis, però, “Hamas è sempre stata più pragmatica nel vendersi al mondo come una legittima organizzazione di liberazione”, continua Chorev-Halewa. “Inoltre, da una parte ha capito l’importanza di approfittare della sensibilità dell’Occidente sui diritti umani dipingendo Israele come brutale, dall’altra ha continuato il suo impegno nella jihad confermando in maniera palese l’obiettivo finale, chiaro a tutti, di cancellare lo Stato di Israele”. E come l’Isis, Hamas diffonde con orgoglio le immagini delle sue violenze. Due le ragioni, secondo l’esperto: disumanizzare la vittima e mobilitare o risvegliare chi la pensa allo stesso modo.

Parlando di come affrontare Hamas, Chorev-Halewa cita Albert Einstein: “Follia è fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi”. La diplomazia “non può funzionare”, dice sottolineando gli aspetti antisemiti di Hamas. “Non sono persone con cui si può trattare con la diplomazia. Non vedo altro modo se non quello di distruggere Hamas”.

Quanto accaduto sabato è “un punto di svolta importante”, prosegue l’esperto. Bisogna agire, dice, “altrimenti le ramificazioni geopolitiche sarebbero terribili per chiunque tranne che l’Iran nell’area, dalla Giordania all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti. È una battaglia che l’Occidente e i Paesi della regione dovrebbero vincere contro l’Iran e i suoi proxy. Anche l’Autorità Palestinese sta tremando in questo momento per la possibilità che la popolarità di Hamas tra i palestinesi la indebolisca. È una grande minaccia geopolitica”, conclude.

(Foto: South First Responders)

 

Il filo che lega Hamas e Isis secondo Chorev-Halewa (Moshe Dayan Center)

Sia Netanyahu sia Biden hanno fatto il paragone. Tante le similitudini secondo l’esperto. Proprio come lo Stato Islamico, l’organizzazione terroristica palestinese diffonde con orgoglio le immagini delle sue violenze per disumanizzare la vittima e mobilitare o risvegliare chi la pensa allo stesso modo

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