Skip to main content

Dal debito alle medicine, il passo è breve. La Cina non ha mai tolto dal mirino l’Africa. Strade, porti, infrastrutture, gas, nulla si è salvato dalle grinfie del Dragone. Il quale ha ricambiato i Paesi del continente con robuste dosi di debito ad alta tossicità. Ora la partita si sposta su un altro terreno, quello della salute, anche se il canovaccio è un po’ sempre lo stesso: una marea di soldi prestati dalle banche cinesi, quasi sempre a controllo statale, ai governi africani.

Pochi giorni fa è arrivato l’annuncio dell’Ambasciatore cinese in Nigeria, Yu Dunhai, circa la volontà di costruire la prima fabbrica di insulina in Africa, per mano della Shanghai Haiqi Industrial. Va detto che Il diabete sta aumentando in modo esponenziale in Africa e si prevede che colpirà quasi 60 milioni di persone entro il 2050, un aumento considerevole rispetto ai 2,5 milioni di casi stimati nel 2000. L’obiettivo, quello simbolico almeno, è di rendere il continente indipendente dalle importazioni del farmaco utilizzato per curare il diabete.

Ma è difficile immaginare che il sito possa vedere la luce senza i generosi capitali della Repubblica popolare. “Le aziende cinesi stanno attualmente negoziando con la Nigeria per costruire la prima fabbrica locale di insulina, per porre fine alla dipendenza del Paese dalle importazioni e trasformarlo in un centro per la biotecnologia medica in Africa”, ha spiegato Yi. L’ambasciatore ha affrontato anche altri aspetti della cooperazione tra i due Paesi, tra cui il progetto di approvvigionamento idrico di Abuja, recentemente completato, per fornire acqua potabile alla capitale.

A dimostrazione del fatto che l’Africa sia sempre più terra di frontiera per la Cina, con l’Italia impegnata a frenarne l’avanzata anche e non solo grazie al Piano Mattei, lo dimostrano anche i numeri. Se i calcoli di Bloomberg non mentono, con un salto del 25% su base annua a 122 miliardi di dollari, le esportazioni cinesi in Africa sono sulla buona strada per superare i 200 miliardi di dollari. Considerando in particolare l’Africa occidentale e il Sahel, aree ricche di risorse minerarie, le esportazioni del Dragone sono state rispettivamente di 57 miliardi e 16 miliardi, mentre per il Corno d’Africa, questi flussi commerciali hanno raggiunto i 7 miliardi.

Dentro c’è di tutto. Le esportazioni cinesi sono costituite principalmente da macchinari ma anche da molti altri beni prodotti dalle industrie cinesi (calzature e abbigliamento, telefonia e dispositivi elettronici, parti e componenti per l’industria e così via). Dall’Africa la Cina importa, invece, principalmente materie prime, come petrolio, minerali e metalli necessari per l’industria cinese.

Perché Pechino apre la prima fabbrica di insulina in Nigeria

Pochi giorni fa è arrivato l’annuncio dell’ambasciatore cinese in Nigeria, Yu Dunhai, circa la volontà di costruire la prima fabbrica di insulina in Africa, per mano della Shanghai Haiqi Industrial. E così la conquista del continente passa anche dalla salute

L’energia come passe-partout. Huawei torna nei corridoi di Bruxelles

Huawei torna nel cuore dei tavoli energetici europei. Dopo essere stata bandita da Bruxelles per scandali di corruzione e sospetti di ingerenza politica, la multinazionale cinese è stata riammessa come “membro passivo” di SolarPower Europe, la principale lobby del fotovoltaico comunitario

Ecco il nuovo volto della geopolitica della sicurezza nazionale

L’era digitale ha cambiato radicalmente il volto della geopolitica della sicurezza nazionale che si misura ormai, attraverso reti e dati e non più attraverso i confini territoriali. Il territorio perde la sua materialità, la forza sta quindi nel controllare i flussi di informazione. Solo uno sguardo d’insieme in grado di coniugare geopolitica, tecnologia e cultura, può garantire all’Occidente di sopravvivere in un mondo dove, l’informazione, è la nuova moneta di scambio. L’analisi di Pasquale Preziosa, già capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, membro esperto del Comitato scientifico Eurispes

Diplomazia, non bandiere. L'accordo di Gaza spiegato da Scurria

Conversazione con il vicecapogruppo al Senato di FdI: “Le piazze pro Pal? Chiedevano una cosa che in realtà il governo stava già facendo in silenzio. La stabilità dell’intera regione mediorientale potrebbe essere garantita proprio da questo nuovo sforzo, nato dalla cooperazione di più Paesi. Meloni? Credibile perché giusta e sincera”

Bene l'accordo di pace, ora vanno estesi gli Accordi di Abramo. Parla Rosato

L’accordo di pace tra Israele e Hamas segna un punto di svolta potenzialmente storico. “Senza Egitto, Turchia e Qatar questo accordo non sarebbe mai stato possibile”, spiega a Formiche.net Ettore Rosato, vicesegretario di Azione. Ora, aggiunge, “gli Accordi di Abramo potranno essere rinvigoriti e ampliati, creando un quadro più stabile per la regione”

L’Italia alla guida dello Spazio globale. Conversazione con Gabriella Arrigo (presidente Iaf)

Tra diplomazia, industria e ricerca, l’Italia consolida la sua presenza nei tavoli globali dello spazio. La presidenza della International astronautical federation apre un triennio di opportunità per il sistema nazionale e per la cooperazione tra Paesi. L’intervista di Airpress a Gabriella Arrigo, presidente della Iaf e direttrice degli Affari internazionali dell’Agenzia spaziale italiana

Vi racconto la sfida della sanità digitale italiana tra infrastrutture, dati e competenze. L’intervento di Butti

Di Alessio Butti

Tra standardizzazione, interoperabilità e formazione, il Fascicolo sanitario elettronico sta trasformando la sanità italiana in chiave digitale. Con oltre 1,3 miliardi di investimenti e una governance condivisa con le Regioni, il Fse 2.0 diventa la spina dorsale della Sanità connessa e un motore di equità nell’accesso ai servizi. Le parole di Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, in occasione dell’evento “L’innovazione nel Sistema sanitario nazionale”

Gaza parola chiave, la risposta positiva della rete all'accordo tra Israele e Hamas

Domenico Giordano, consigliere nazionale AssoComPol e FerpiLab, analizza la linea temporale del sentiment registrato dalla parola chiave “Gaza”, a partire dalle prime ore del 9 ottobre osservando il passaggio da una prospettiva negativa a una dimensione positiva

Influenze cinesi in Europa. Italia e Romania sotto la lente al Senato

Al Senato questo pomeriggio si è discusso delle strategie di influenza della Repubblica Popolare Cinese in Ue con focus su Italia e Romania. Dai dati emerge come l’influenza cinese riesca a muoversi attraverso innovazioni tecnologiche, relazioni diplomatiche, strumenti linguistici e infiltrazioni di intelligence

Von der Leyen resta presidente e rilancia sull’Africa con il Corridoio di Lobito

Con il voto schiacciante a favore della presidente e della Commissione dovrebbe chiudersi la “stagione” delle mozioni contra personam, anche in considerazione del fatto che le crisi a Gaza e Kyiv necessitano di una guida europea stabile e pienamente operativa

×

Iscriviti alla newsletter