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La Difesa europea è una grande opportunità per il Paese, per l’industria e la ricerca. Unica condizione: non deve esserci competizione con la Nato, un’alleanza che resta al centro della nostra politica di difesa. Parola di Raffaele Volpi, sottosegretario alla Difesa in quota Lega, intervenuto per commentare i passi in avanti segnati dall’Unione europea sul tema.

LA SPINTA DI BRUXELLES

A inizio settimana, i ministri degli Esteri dell’Ue si sono ritrovati a Bruxelles insieme ai colleghi della Difesa, dando nuova spinta al processo di integrazione ideato dall’Alto rappresentante Federica Mogherini. In particolare, la riunione ha visto l’adozione di 17 nuovi progetti delle cooperazione strutturata permanente (l’ormai ben nota Pesco), che vanno ad aggiungersi agli altri 17 già adottati lo scorso marzo dai 25 Paesi aderenti. Promotore sin da subito dell’iniziativa, l’Italia ha confermato l’intenzione di essere protagonista, assumendo la guida di altri quattro programmi e la partecipazione a ulteriori tre. Considerando dunque la totalità dei 24 progetti, il nostro Paese fa registrare la guida di otto e la partecipazione complessiva a 22.

I NUOVI PROGETTI ITALIANI

In particolare, nella nuova lista, l’Italia guiderà i lavori sul “pacchetto” militare per il recupero in caso di disastri, progetto che punta a creare uno strumento multinazionale di assistenza in Paesi membri e non, per missioni targate Ue e non. È a guida italiana anche il “C-Uas” (a cui partecipa con la Repubblica Ceca), un sistema di sistemi che dovrebbe creare un’architettura di comando e controllo (C2) capace di contrastare le minacce poste da mini e micro droni aerei. Spetta poi all’Italia la leadership del progetto in cooperazione con la Francia denominato Ehaap. Si tratta di una piattaforma aerea (dovrebbe essere un dirigibile) destinata all’alta atmosfera con funzioni di intelligence, sorveglianza e riconoscimento (Isr) persistenti. Sempre in collaborazione con Parigi, l’Italia parteciperà, guidandolo, al progetto per un network europeo di Space surveillance awareness (Eu-Ssa-N), che mira a dotare l’Unione di un sistema autonomo e interoperabile per il monitoraggio dallo spazio di varie minacce.

LE PAROLE DI VOLPI

Si tratta, ha commentato Raffaele Volpi, di “opportunità importanti per il nostro Paese, che già svolge il ruolo di leader in ben quattro progetti, e che permette anche alla nostra industria e alla ricerca di beneficiare delle ricadute economiche del Fondo europeo della Difesa”, proposto dalla Commissione europea con una dotazione di 13 miliardi per il periodo 2021-2027. Serviranno a finanziare programmi di ricerca e sviluppo nel campo della difesa, ma non si sostituiranno agli sforzi dei singoli Stati. Anzi, per potervi accedere, è necessario contribuire in maniera importante con cospicui investimenti.

IL MESSAGGIO A MACRON

Ad ogni modo, evidenzia Volpi, “il processo integrativo europeo non va messo in competizione con il legame atlantico, come prospettato da recenti dichiarazioni di importanti Paesi d’oltralpe”. Il riferimento è alla Francia di Emmanuel Macron, che la scorsa settimana si rendeva protagonista dell’ennesimo botta e risposta con Donald Trump. Questa volta, al centro dello scontro c’è finita la proposta transalpina per “un vero esercito europeo”, che secondo il presidente francese dovrebbe proteggerci da Russia, Cina e Stati Uniti. La collocazione dell’alleato d’oltreoceano tra i nemici potenziali è però un evidente forzatura, che non è andata giù a Trump e che non risponde neanche agli interessi italiani.

IL RUOLO DELLA NATO…

Se un rafforzamento delle capacità di difesa europee è benvenuto, infatti, lo è altrettanto la rassicurazione che non sia alternativo all’Alleanza Atlantica. “La Nato, che lega le due sponde dell’Atlantico in una comunanza di valori, a garanzia della nostra libertà, sicurezza e pacifica convivenza, resta al centro della nostra politica di difesa”, ha chiarito Volpi. “La forza dei principi e dei valori delle nostre democrazie ci deve spingere alla condivisione delle idee sui grandi temi, dal multilateralismo alle imprescindibili sovranità nazionali, dalla competizione con il continente asiatico al rapporto con il continente africano”. In altre parole, ha rimarcato il sottosegretario, “un’occidente diviso fa il gioco della concorrenza”.

…E DELL’ITALIA

In tal senso, l’Italia può attualmente vantare un certo feeling con l’amministrazione Usa. Una situazione di cui si potrebbe approfittare per poter essere attore credibile di mediazione e avvicinamento tra le due sponde dell’Atlantico. Questo potrebbe valere anche sul dossier Brexit. “Il nostro storico legame con gli Stati Uniti e con il Regno Unito – ha detto Volpi concludendo – è coerente con gli interessi nazionali ed è imprescindibile e di grande vantaggio per la nostra industria, i ritorni occupazionali e di reddito”.

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