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Ancora la maggioranza degli italiani è favorevole all’invio di armi a Kiev, ma l’attenzione sulla guerra in Ucraina sta scemando sempre di più. Ormai, meno di quattro cittadini su dieci si informano con regolarità sul suo andamento. Sono solo alcuni dei dati che emergono dall’ultimo Radar realizzato dall’agenzia Swg. È scesa anche la tensione che l’invasione russa aveva provocato: la quota di persone seriamente preoccupate per i risvolti della guerra si è praticamente dimezzata rispetto all’inizio delle ostilità.

A questo allentamento ha certamente contribuito la percezione della diminuzione del rischio di un’estensione del conflitto e dell’uso di armi nucleari, oltre a una certa assuefazione alle notizie che arrivano dal fronte. Forse, però, la parte in cui le opinioni degli italiani registrano maggiori discrepanze, è legata al sostegno militare del nostro Paese a Kiev.

L’invio di armi divide

Un terzo degli intervistati nella rilevazione di Swg, preferirebbe interrompere le forniture belliche ma prevale la convinzione che l’invio di armi sia ancora necessario (47%). Tuttavia, gran parte di coloro che assumono questa posizione non supportano aiuti militari incondizionati, bensì auspicano una parallela accelerazione dei negoziati mettendo in conto anche la possibilità che l’integrità territoriale dell’Ucraina alla fine non venga preservata.

Il ruolo degli Usa

Anche la “variabile” dell’intervento americano divide le sensibilità. Nell’eventualità in cui gli Stati Uniti dovessero porre fine all’invio di armi, il fronte contrario alla fornitura del sostegno militare crescerebbe dal 32% al 39%. Dalle interviste effettuate dell’istituto demoscopico si registra una forte spinta a cessare le ostilità il prima possibile ed è una minoranza a credere che questo dipenda dalle decisioni di Putin. Un italiano su tre, infatti, ritiene che in verità siano gli americani (e in parte anche alcuni paesi europei) ad ostacolare il percorso che dovrebbe portare alla pace.

È interessante vedere, tra le risposte fornite, le ragioni a cui gli italiani imputano il perdurare del conflitto in Ucraina. Per il 28% degli intervistati, la colpa è di Putin, che non è disposto a cedere all’Ucraina i territori da lui occupati militarmente. C’è un 18% che invece pensa che sia l’Ucraina a non voler cedere ai russi i territori occupati. La maggioranza – il 34% – ritiene che il perdurare del conflitto convenga agli Stati Uniti e ad altri Paesi.

Bene l'invio di armi, ma l'attenzione sulla guerra in Ucraina scende. Il radar Swg

Un terzo degli intervistati nella rilevazione di Swg, preferirebbe interrompere le forniture belliche ma prevale la convinzione che l’invio di armi sia ancora necessario (47%). Se per il 28% degli intervistati la colpa del perdurare del conflitto è imputabile a Putin, il 34% ritiene che ci siano interessi di Paesi terzi, a partire dagli Stati Uniti

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