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Si parlerà di occupazione nel vertice convocato per lunedì 6 agosto alle ore 13.00 al dicastero dello Sviluppo economico a Roma. Il tema al centro della discussione sarà ancora una volta il lavoro e il futuro occupazione dei dipendenti dell’Ilva.

IL NEGOZIATO PER UN ACCORDO TRA LE PARTI

A sorpresa, quindi, il ministro Luigi Di Maio, dopo l’inconcludente incontro di lunedì scorso, ha convocato per il prossimo lunedì un nuovo incontro con le parti sociali per affrontare il nodo dell’occupazione da cui dipendono le chances di un’intesa finale oppure no sul futuro dell’Ilva.

All’incontro prenderenno parte i sindacati metalmeccanici e Arcelor Mittal. Lo si apprende da fonti sindacali. È in sostanza il riavvio del tavolo negoziale sui posti di lavoro. Arcelor Mittal, la società che si è aggiudicata l’Ilva dopo una gara, e i sindacati non si incontravano da fine maggio. Due mesi fa, però, le parti avevano negoziato da sole, mentre in precedenza c’erano stati diversi incontri al Mise, ma con la mediazione del Governo.

Le parti, però, sinora non sono riuscite a trovare un’intesa perché Mittal propone 10.000 assunti da Ilva in amministrazione straordinaria, mentre i sindacati chiedono che sia innalzato questo numero e che, soprattutto, non ci siano esuberi rispetto ai circa 14.000 addetti totali di Ilva.

LE ATTESE DEI SINDACATI METALMECCANICI

Spiega Marco Bentivogli, leader della Fim Cisl: “Noi riteniamo che piano ambientale e piano industriale-occupazionale debbano viaggiare in parallelo. Ci sono ancora dei nodi da sciogliere sull’occupazione, in particolare sul numero di esuberi, 4.000 per Arcelor Mittal. Questo sarà il compito del tavolo sindacale, il nostro obiettivo resta quello di trovare una soluzione occupazionale per tutti i dipendenti del Gruppo Ilva e preservare l’indotto: il negoziato sindacale aveva comunque avvicinato le posizioni. Ora il Ministro chiarisca che cosa vuole fare, poi si fa l’accordo sindacale. Se c’è chiarezza l’intesa si troverà”. Anche Rocco Palombella, segretario generale dei metalmeccanici della Uil, sottolinea tutte le preoccupazioni del caso: “Il destino di circa 14mila lavoratori, 20mila famiglie e intere comunità – scrive in una lettera agli iscritti della Uilm – continua purtroppo a essere appeso all’inerzia di chi non vuole assumersi le proprie responsabilità. Tutto questo genera ulteriori ritardi imperdonabili dal punto di vista del risanamento ambientale e ingenti danni per la nostra economia. Per quanto ci riguarda, in queste ore continueremo a svolgere il nostro compito: quello di stimolare il Governo e il gruppo industriale Arcelor Mittal per raggiungere un’intesa che faccia ripartire immediatamente i finanziamenti per il risanamento ambientale, gli investimenti impiantistici e che miri alla piena occupazione. Dal 15 di settembre in poi l’Ilva dovrà ripartire, altrimenti fallirà”. Dicono Cgil e Fiom Taranto: “Il ministro si prenda il tempo che riterrà opportuno, ma alla fine dia un indirizzo chiaro. Ci faccia capire quale decisione si assumerà”.

IL DISCO VERDE DI ISTITUZIONI E REALTÀ DI TARANTO

“Al netto di eventuali rapidi e pertinenti approfondimenti del ministero dell’Ambiente e degli altri organismi deputati, riteniamo che le proposte del gruppo Mittal sintetizzino un duro lavoro svolto con tutti i portatori di interesse rilevanti e rappresentino quanto meno un buon punto di partenza, uno scenario economicamente e tecnicamente praticabile, un equilibrio con le esigenze della comunità che non si era mai visto nella storia più che cinquantennale di Ilva a Taranto”. Lo affermano il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e gli altri primi cittadini dell’area “di crisi”, in una lettera aperta “al governo” sulla “vicenda Ilva”. Tra i firmatari anche il presidente della Provincia, il presidente di Confindustria Taranto, la Uil e la Uilm di Taranto. “Altre considerazioni ascoltate in questi giorni – puntualizzano – sono del tutto sganciate dalla realtà, dal nostro punto di vista non mirano a dare sollievo e futuro a Taranto, contribuiscono solo al clima di confusione e discredito delle Istituzioni”.

ilva di maio istat

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