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La preoccupazione è un sentimento facile a diffondersi, specialmente quando di mezzo ci sono concetti come risparmi e posti di lavoro. Stefano Cuzzilla, presidente di Federmanager, la federazione dei dirigenti industriali, ha l’aria perplessa nel lasciare la sede di Confindustria, all’Eur, teatro questa mattina della presentazione del rapporto sull’economia curato dal Centro Studi di Viale dell’Astronomia. I numeri e le prospettive uscite dall’affollata sala Pininfarina d’altronde hanno lasciato una leggera inquietudine negli imprenditori. E Cuzzilla non fa certo eccezioni, come fa intendere in questa breve intervista rilasciata a Formiche.net al termine dei lavori. Ma la speranza, si sa, è l’ultima a morire.

Cuzzilla, c’era aria di preoccupazione oggi qui in Confindustria…

Inutile nasconderlo, anche noi siamo abbastanza preoccupati a prescindere dai colori, gialloverde o gialloblu che sia. E questo perché siamo abituati a vedere i fatti piuttosto che le parole, specialmente quando sono grosse…

Che cosa vi agita di questa manovra?

Lo vuole proprio sapere? Le pensioni. Siamo preoccupati, anzi preoccupatissimi per le pensioni. Non si può sempre mettere in discussione il lavoro di una vita con delle leggi retroattive. Le chiamano pensioni d’oro ma io dico che è solo demagogia. Sappiamo che ogni tanto salta fuori qualche industriale che vuole scendere in piazza. Bene, io gli dico che incontrerà prima noi perché siamo pronti a ingaggiare una battaglia a tutto campo.

Qualcuno potrebbe obiettare che in questo modo non si vogliano aiutare le fasce più deboli…

Se vogliamo parlare di previdenza è un conto, se vogliamo parlare di assistenza è un’altra. Noi manager siamo pronti, prontissimi a fare della solidarietà. Ma se il governo gialloverde pensa di fare dell’assistenza passando per le pensioni allora non è la via corretta. Perché per esempio non pensiamo a fare qualche legge buona, davvero buona sull’evasione fiscale? Ecco con quei soldi si potrebbe aiutare chi ne ha bisogno.

Insomma, lei salva poco o niente…

Non è così. Per esempio penso che questo governo abbia fatto bene sui voucher per i temporary manager (usati soprattutto nel campo dell’internazionalizzazione, ndr). O anche sull’Ilva visto che è stata salvaguardata un’infrastruttura strategica per il Sud e per il Paese. Come vede qualcosa di buono è stato fatto.

Parliamo d’altro. Le piace Giovanni Tria?

Sì, perché è un uomo che sa di conti, come si diceva una volta e oggi gode della nostra fiducia perché è un professore ma di quelli con l’esperienza giusta.

Qualcuno non la pensa come lei, visto che il suo ruolo (di Tria) nel governo è più volte stato messo in discussione…

Personalmente non sono uno che crede a tutto quello che si scrive o dice di Tria, cerco di farmi le mie idee. E oggi ho avuto la sensazione di una nuova compattezza intorno a Tria da parte del governo. Lo stesso ministro qui ha difeso certe scelte legate al contratto di governo. Non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che ci sia stata una certa rinsaldatura, a dispetto delle previsioni economiche di cui si è discusso.

Insomma, Di Maio e Salvini se lo terranno stretto?

Se nei prossimi giorni prevarrà il senso di responsabilità, allora sì. Perché quello che bisogna dire è che questa manovra non è un banco di prova per le elezioni europee della prossima primavera ma un banco di prova per il Paese. Qui ci giochiamo il nostro futuro, molto più di un voto.

 

Chi usa la manovra per fare campagna elettorale sbaglia. Parla Stefano Cuzzilla

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