Skip to main content

Non è un amore, non è una guerra. È diplomazia reale, fatta di interessi, posture pubbliche e, soprattutto, di equilibri da mostrare più che da costruire. L’incontro tra Emmanuel Macron e Giorgia Meloni a Palazzo Chigi non ha avuto nulla di spettacolare, ma ha invece segnato un passaggio politicamente utile per entrambi. Perché, per ragioni diverse ma convergenti, tutti e due hanno interesse ad andare (un po’) d’accordo. Ma non troppo.

Macron, reduce da mesi complicati in patria e con una proiezione europea in affanno, ha bisogno di rimettersi al centro della scena continentale. Mostrarsi al fianco della premier italiana, dopo mesi di gelo e punzecchiature, gli consente di rilanciare la sua ambizione di “riferimento stabile” per le cancellerie europee. Non proprio un capo, non più un dominus, ma pur sempre uno che vuole contare quando si discute del futuro dell’Unione. Soprattutto in un’Europa che, uscita dal voto del 2024, è molto più plurale e meno gerarchica.

Meloni, dal canto suo, ha un altro obiettivo: confermare il proprio ruolo di guida di quella “carovana delle destre” che ormai comprende governi, forze politiche e movimenti in molti Paesi europei. Ma al tempo stesso vuole far vedere che questa leadership non la rende inaffidabile o incapace di dialogo. Anzi. Ricevere Macron in modo cordiale, sottoscrivere impegni comuni su difesa, industria e Ucraina, serve proprio a mostrare che l’Italia può essere partner serio anche per chi viene da altri orizzonti politici.

Ma sia chiaro: nessuno dei due vuole somigliare all’altro. Macron non ha nessuna intenzione di essere assimilato alla parte politica della Meloni, soprattutto in vista delle Presidenziali del 2027 e con l’incognita Le Pen sempre presente all’orizzonte. Meloni, altrettanto chiaramente, non vuole passare per una che cerca approvazioni a sinistra o che si mostra fragile davanti a chi critica la nuova destra europea.

Ecco allora che la giornata romana ha seguito un copione preciso. Cinque i punti principali emersi dall’incontro.

Sostegno comune all’Ucraina, con l’impegno a rafforzare l’aiuto militare e politico e a rilanciare la cooperazione europea in materia di difesa, puntando su investimenti e tecnologia.

Competitività e innovazione, con convergenze sul rilancio industriale europeo, la semplificazione normativa e la valorizzazione di settori strategici come l’intelligenza artificiale, l’energia e lo spazio.

Agenda europea condivisa, in vista della prossima legislatura Ue, con l’obiettivo dichiarato di rendere l’Europa più sovrana e più capace di proteggere cittadini e interessi economici.

Sicurezza e politica estera, con attenzione a Libia, Medio Oriente, relazioni transatlantiche e protezione economica dell’Unione.

Prossimo vertice bilaterale nel 2026, che si terrà in Francia e aggiornerà il programma di lavoro legato al Trattato del Quirinale, con un focus sui giovani e le politiche comuni.

Tutto ordinato, tutto previsto. Ma anche tutto molto calcolato. Perché Macron e Meloni vogliono dimostrare di saper interloquire, ma non hanno alcuna intenzione di omologarsi. Né l’uno, né l’altra. E forse, proprio per questo, il loro dialogo funziona. Il giusto, sia chiaro.

Meloni e Macron: dialogo sì, confondersi mai. L'analisi di Arditti

La premier e il presidente vogliono dimostrare di saper interloquire, ma non hanno alcuna intenzione di omologarsi. Né l’uno, né l’altra. E forse, proprio per questo, il loro dialogo funziona. Il giusto, sia chiaro. L’analisi di Roberto Arditti

Seul riparte da Lee Jae-myung. La svolta pragmatica dei progressisti sudcoreani

Seul ritrova ordine istituzionale. Le elezioni consegnano alla presidenza un leader progressista, Lee Jae-myung, su cui la popolazione ripone speranze. Ora, spiega Milani (UniBo), servirà rilanciare il Paese partendo innanzitutto dall’economia, definendo anche le relazioni con Washington e Pyongyang, Tokyo e Pechino

Troppe crisi e troppo vicine all'Ue. Macron cerca la sponda di Meloni

Da domani cosa cambierà in concreto? All’orizzonte due appuntamenti strategici per tastare il polso alla nuova intesa: il G7 in Canada del 15 e 16 giugno e il vertice Nato dell’Aia, nei Paesi Bassi, dal 24 al 26 giugno, preceduti il giorno 12 dall’incontro della premier italiana con il Segretario Generale dell’alleanza, Mark Rutte. Se son rose fioriranno

Il bilaterale Macron-Meloni riallaccia i fili politici di un’Italia europeista. Parla Gressani

La premier italiana ha parlato da capo di governo di un Paese ancorato all’Europa, che pur volendo mantenere relazioni con la Casa Bianca, non vuole spendere il suo capitale politico per accompagnare il suo tentativo di scardinare l’ordine europeo. Ora è prioritario lavorare in maniera strategica anche con la Germania. Colloquio con il direttore del Grand Continent, Gilles Gressani

Il Cremlino vuole più soldati in Transnistria, e ha già un piano. L'allarme di Recean

Il governo moldavo accusa apertamente Mosca di voler destabilizzare il Paese in vista delle elezioni parlamentari, puntando al dispiegamento di migliaia di soldati nella Transnistria. Una mossa che si inserirebbe in una più ampia strategia russa per contrastare l’integrazione europea dello spazio post-sovietico

Italia-India, chi ci sarà al Forum imprenditoriale di Brescia

Giovedì il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, guiderà un nuovo incontro tra le aziende italiane e indiane, che segue di poche settimane il Forum di Nuova Delhi. Spazio, ricerca, industria e ferrovie al centro. Ecco chi ci sarà

Rilanciare il sogno di un'Europa unita come fece Gaetano Martino

Di Marco Cruciani

“In un momento molto delicato, dimostrando capacità politiche e grande visione, Martino ha avuto un ruolo chiave nel rilanciare il sogno di un’Europa unita”. Queste le parole del presidente della Fondazione Einaudi, Giuseppe Benedetto, in occasione del settantesimo anniversario della Conferenza di Messina, che pose le basi per i Trattati di Roma del 1957, istitutivi della Comunità economica europea (Cee), iniziativa di Gaetano Martino, all’epoca ministro degli Esteri italiano. Il dibattito al Parlamento europeo in Italia

La famiglia e l’amore umano secondo Leone XIV. La riflessione di Ippolito

L’omelia di Leone XIV offre una visione della famiglia e del matrimonio intrinsecamente fondata sull’amore di Dio, basata su un’idea fondamentale di totalità, fedeltà e fecondità in integrale, la quale ha conseguenze essenziali per la conservazione della vita e il progresso futuro dell’umanità. La riflessione di Benedetto Ippolito

Storia di un soft power complementare. La forza delle First Ladies raccontata da Anita McBride

L’intervista con Anita McBride, ex capo dello staff della First Lady Laura Bush, ci accompagna in un viaggio tra storia, diplomazia e comunicazione, raccontando l’evoluzione del ruolo delle First Ladies americane, da icone del cerimoniale a vere protagoniste del soft power statunitense

Byd, effetti collaterali indesiderati. Anche per il Global South

La guerra dei prezzi al ribasso scatenata dall’unicorno cinese dell’auto ha messo in ginocchio i costruttori minori del Dragone e ora rischia di spingere all’angolo anche i concessionari. E provocando un effetto a cascata anche sui Paesi del Global South

×

Iscriviti alla newsletter