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In una dichiarazione inviata a Formiche.net, il ministero degli Affari Esteri della Repubblica di Cina (Taiwan) commenta l’esercitazione cinese che si è conclusa sabato 25 maggio – denominata “Joint Sword-2024A” – che ha fatto “aumentare le tensioni nella regione”. Il ministero “esorta la Cina a esercitare l’autocontrollo e a cessare qualsiasi azione che minacci la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan e aumenti le tensioni nella regione”.

Le manovre cinesi erano attese come risposta al lancio della presidenza di William Lai – che ha inaugurato il suo mandato lunedì. Pechino aveva parlato apertamente di “punizione contro le forze separatiste che cercano l’indipendenza” (Lai, eletto dal partito democratico, non è solo l’erede del corso presidenziale autonomista precedente, ma per la Repubblica popolare è un “indipendentista”).

La Cina provoca, cerca di destabilizzare il contesto interno ed esterno attorno all’isola. Accerchiare Taiwan come nelle ultime manovre (muovendo forze navali, aeree, anfibie e artiglieria terrestre) serve a dimostrare che nonostante tutto Pechino non rinuncia all’obiettivo (esistenziale) di raggiungere l’unificazione. E manda un messaggio all’esterno, verso sostenitori per ora ideali di Taipei che in futuro potrebbero essere anche alleati sul campo – per primi Stati Uniti e Giappone.

“È evidente a tutti che la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan sono diventate una questione di consenso internazionale”, continua il ministero taiwanese nella sua dichiarazione, in cui esprime “rammarico per il fatto che la Cina, nonostante la continua e forte preoccupazione internazionale per quanto avviene nello Stretto di Taiwan, abbia ripetutamente minacciato la democrazia taiwanese e abbia unilateralmente turbato lo status quo tra le due sponde dello Stretto e la pace e la stabilità nell’Indo Pacifico”.

“La Repubblica di Cina (Taiwan) – continua il messaggio del ministero – non risparmierà alcuno sforzo per salvaguardare lo status quo dello Stretto ed esorta la Cina a “tornare alla ragione e a dare prova di autocontrollo, a smettere di minare unilateralmente la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e ad astenersi da azioni che aumentino le tensioni nella regione”.

Il ministero degli Esteri di Taipei ribadisce che Taiwan continuerà a sostenere fermamente la democrazia: “Questo impegno non cambierà a seguito di alcuna coercizione o soppressione. Taiwan è un baluardo della democrazia e della libertà globale”. 

È un’affermazione fondamentale questa, perché nei piani di Pechino c’è di abbinare alle pressioni militari e coercizioni economiche delle concessioni, e questo bastone&carota serve a creare pressing psico-sociale tra i taiwanesi, destabilizzando l’opinione pubblica, facendogli perdere fiducia nelle istituzioni interne, fino a creare la percezione che il destino nella Repubblica popolare sia inevitabile.

Obiettivo: far sentire Taiwan isolata con unico legame possibile quello con il mainland cinese. Non succederà dice in sostanza il ministero, perché Taipei – in quel lavoro per respingere le coercizioni e difendere la democrazia – intende “rafforzare i legami di cooperazione con i partner like-minded, per salvaguardare insieme i valori della libertà e della democrazia, sostenere l’ordine internazionale basato sulle regole, proteggere lo status quo tra le due sponde dello Stretto e garantire la pace e la stabilità nell’Indo Pacifico”.

“Esortiamo vivamente Pechino ad agire con moderazione. Usare una transizione normale, di routine e democratica come scusa per le provocazioni militari rischia l’escalation ed erode le norme di lunga data che per decenni hanno mantenuto la pace e la stabilità attraverso lo Stretto di Taiwan, che è fondamentale per la sicurezza e la prosperità regionali e globali, e una questione di interesse internazionale”, scrive il dipartimento di Stato statunitense nello statement ufficiale a commento delle manovre cinesi.

Messaggio da Taipei. Taiwan non si arrenderà alle coercizioni cinesi

Il ministero degli Affari Esteri di Taiwan invia un messaggio chiaro a Pechino: l’impegno per mantenere lo status quo “non cambierà a seguito di alcuna coercizione o soppressione. Taiwan è un baluardo della democrazia e della libertà globale”

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