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Superati gli anni neri della crisi, gli Stati europei stanno spendendo di più per la difesa, ma lo fanno singolarmente. Se nel 2016 la spesa totale dei 27 Paesi membri dell’Agenzia di difesa europea (Eda) è stata di 207,9 miliardi di euro, pari all’1,43% del Pil, solo il 18% degli investimenti per gli equipaggiamenti e l’8% di quelli in ricerca e tecnologia è stato affidato alla logica collaborativa. A prevalere sono ancora gli investimenti nazionali. Lo certifica proprio l’Eda, che ha recentemente pubblicato i dati relativi alla spesa complessiva che i suoi 27 Paesi membri (tutti quelli dell’Unione, Regno Unito compreso, ad eccezione della Danimarca) hanno dedicato alla difesa nel periodo 2005-2016.

SIAMO FUORI DALLA CRISI

Nel 2016 la spesa complessiva è cresciuta dell’1,4%, raggiungendo i 207,9 miliardi di euro e confermando il trend di crescita (seppur rallentato rispetto ai due anni precedenti) registrato dal 2014. Considerando l’intero periodo osservato, l’Agenzia suggerisce una divisione in tre periodi. Il primo, fino al 2007, di crescita (anche del 4,3% tra 2005 e 2006). Il secondo, dal 2008 al 2013, di profonda crisi, in cui i 27 Paesi membri hanno perso complessivamente 23 miliardi di euro, l’11,2% della spesa totale del 2007 in termini reali. Infine il terzo, un periodo di ritorno alla crescita che continua tutt’ora, come certificano altri rapporti in materia (da ultimo il rapporto Rapporto MIL€X 2018 dedicato all’Italia). “I dati provvisori del 2016 – si legge nel rapporto dell’Eda – indicano un aumento nominale di quasi 3 miliardi di euro, pari all’1,4%; ciò suggerisce non solo che la spesa europea per la difesa ha raggiunto e superato il livello precedente alla crisi, ma anche che sembra essere su una tendenza al rialzo a più lungo termine”.

PER COSA SI SPENDE

Quasi la metà della spesa destinata alla difesa è diretta al personale (oltre 100 miliardi nel 2016). Seguono le operazioni di riparazione e manutenzione (55 miliardi), gli investimenti (che tra procurement e ricerca-sviluppo hanno raggiunto, nel 2016, i 42,5 miliardi) e le altre spese, che comprendono anche infrastrutture e costruzioni. C’è da notare che dal 2005 si è ridotta costantemente la percentuale di spesa destinata al personale, a vantaggio soprattutto delle operazioni di riparazione e mantenimento. Pressoché stabile invece, in tutto il periodo, la spesa destinata agli investimenti.

PER COSA SI INVESTE

La componente investimenti è dedicata per circa l’80% (pari a quasi 34 miliardi di euro nel 2016) al procurement per gli equipaggiamenti, mentre il restante 20% è destinato a ricerca e sviluppo (R&D), che comprende anche ricerca e tecnologia (R&T). Tale ripartizione, nonostante alcune variazioni, è stata pressoché stabile nell’intero periodo osservato dall’Eda. Ne risulta, nel 2016, una spesa complessiva per ricerca e sviluppo pari a 8,8 miliardi di euro, in calo di oltre il 4% rispetto all’anno precedente dopo l’aumento costante registrato dal 2013 (addirittura del 16% nel 2014).

POCA INTEGRAZIONE

A sorprendere sono però soprattutto i dati che si riferiscono alla ripartizione tra investimenti nazionali e collettivi. Per quanto concerne quelli dedicati al procurement per gli equipaggiamenti, nel 2015, solo il 18% aveva natura collaborativa, surclassati dagli investimenti nazionali che hanno raggiunto i 24,7 miliardi di euro (82%). Ad ogni modo, di quel 18% di investimenti collettivi, la stragrande maggioranza (88,8%) è composto da investimenti europei, rispetto ad altre collaborazione tra più Stati. Considerando invece il settore ricerca e tecnologia (R&T), l’integrazione appare ancora minore. Nel 2015 gli investimenti in questo campo sono stati quasi totalmente nazionali (92%).

CRESCE LA PERCENTUALE SUL PIL

Altro indicatore rilevante è rappresentato dalla percentuale di spesa dedicata alla difesa sul Pil, tenuto a mente che, seppur definito in ambito Nato, l’obiettivo di molti dei 27 Paesi membri dell’Eda è il 2%. Ad ogni modo, il dato dell’Agenzia europea è calato costantemente dal 2005 (1,81%) al 2015 (1,42%), anche negli anni in cui la spesa è cresciuta. Ciò, spiega l’Eda, “suggerisce che i cambiamenti di spesa per la difesa sono legati più alle aspettative sul Pil che al Pil attuale”, ragion per cui la spesa per la difesa ha preceduto, in negativo, la caduta dei prodotti interni lordi europei. Nota positiva il dato del 2016, che vede un lievissimo aumento fino all’1,43%. In linea anche il dato italiano (reso noto di recente dal Rapporto MIL€X 2018) che nel 2018 dovrebbe raggiungere l’1,41%.

Come i Paesi europei spendono di più per la Difesa. Tutti i numeri del rapporto dell'Eda

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