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Cambia la geografia politica dell’Italia ma non il punto di vista dei mercati. Che continuano a mal sopportare gli exploit politici della Lega. Dopo l’ultima tornata delle amministrative (qui l’approfondimento di Formiche.net), che con verdetti a dir poco clamorosi ha consegnato roccaforti rosse come Siena al centrodestra, rafforzando notevolmente il peso specifico di Matteo Salvini nel governo gialloverde, la crisi di rigetto si è fatta nuovamente sentire. La Borsa di Milano è scivolata a -1,5% fin dalle prime battute del mattino, mentre lo spread si è impennato a quota 250, tonando a ridosso della soglia di guardia.

Ancora una volta, visto che la reazione negativa dei mercati è ormai qualcosa di strettamente connesso alla Lega. La scorsa settimana, ultimo esempio, alla notizia della nomina di Claudio Borghi, alfiere dell’ortodossia leghista, alla presidenza della commissione Bilancio della Camera, il differenziale tra Btp e Bund si è allargato paurosamente a 240 punti base.

A soffrire particolarmente sono i titoli di Stato decennali italiani sul mercato secondario, che questa mattina stanno scontando i verdetti usciti dai ballottaggi alle elezioni comunali che hanno visto una netta affermazione del centrodestra a trazione Lega con il Pd sconfitto anche in alcune delle sue roccaforti storiche in Toscana ed Emilia Romagna.

Ma che cosa temono soprattutto i mercati? Lo dicono gli stessi analisti. E cioè che l’ultimo risultato elettorale possa rafforzare così tanto Salvini da indurlo a rompere il patto di governo andare al voto e avere buone chanches di stravincere. Secondo Giuseppe Sersale, strategist di Anthilia Capital Partners,  i principali due rischi sono “la rottura, per qualsiasi motivo, del patto di governo, con conseguente approdo a elezioni in tempi brevi, che riporterebbe tutto nell’incertezza che i mercati odiano, e un marcato rallentamento del quadro macro globale, tale da produrre un forte aumento della volatilità e stress sulle finanze pubbliche europee”.

Sull’ipotesi di una  nuova crisi politica, Sersale ritiene che non sia da escludersi. “Al primo serio screzio la Lega potrebbe farsi allettare dalla possibilità di consolidare gli oltre 10 punti in più che le attribuiscono i sondaggi. Il Movimento ha un interesse opposto”. D’altronde gli ultimi sondaggi danno la Lega in forte ascesa con addirittura l’ultimo survey di Swg che dava il Carroccio primo partito in Italia con il 29,2% contro il 29% del M5S, che invece vede i consensi in deciso calo nelle ultime settimane.

 

La Lega e quella tentazione del rompete le righe che spaventa i mercati

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