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“L’Unione Europea, Paesi meravigliosi che trattano molto male gli Stati Uniti per quanto rigurada il mercato, si lamentano delle tariffe su alluminio e acciaio. Se abbandoneranno le loro orribili barriere e le tariffe sui prodotti statunitensi in entrata, faremo altrettanto con le nostre. C’è un grande deficit. In caso contrario, noi tasseremo le auto e così via. FAIR!”

Il presidente Trump è intervenuto via Twitter, con il suo stile ormai consolidato, per ribadire la posizione della Casa Bianca sulla recente imposizione di tariffe alle importazioni di acciaio e alluminio.

La decisione di rafforzare le barriere in entrata al mercato americano ha provocato non poche critiche e preoccupazioni da parte degli alleati degli Stati Uniti e particolare malcontento è trapelato a Washington dalle ambasciate dei numerosi Paesi europei preoccupati per la flessione in negativo delle economie nazionali, molte delle quali sostenute da nutriti scambi commerciali con gli States.

Nonostante il provvedimento adottato solo poche ore fa abbia generato un clima di tensione anche all’interno della Casa Bianca, contribuendo all’uscita di un esponente importante dell’establishment finanziario del peso di Gary Cohn, che ha manifestato tutto il suo dissenso per la politica eccessivamente nazionalista voluta dal presidente, il tycoon ha respinto al mittente le accuse di protezionismo, lanciando il guanto di sfida all’altro lato dell’Atlantico.

Nel tentativo di giusticare le nuove restrizioni alle importazioni, in tanti hanno chiamato in causa la Cina e gli altri Paesi concorrenti, spesso accusati di slealtà e scorrettezza nelle pratiche commerciali, cercando così di porre in una posizione più defilata l’Unione Europea e i singali Paesi del vecchio continente per evitare un gioco di accuse reciproche poco costruttivo in una fase tanto delicata.

Eppure, Donald Trump ha avvertito la necessità di mettere ben in chiaro il suo punto di vista: le tariffe sono direttamente indirizzate anche ai Paesi europei e alla loro politica estremamente protezionista rispetto ai prodotti americani, danneggiati agli occhi del presidente da ingiuste tasse. Il tweet delle ultime ore, tra l’altro, lascia presagire ulteriori possibili mosse in chiave anti-europea, che andrebbero a sommarsi alla chiusura del mercato per l’alluminio e l’acciaio.

Dall’altra parte dell’Atlantico i timori per la svolta della Casa Bianca non sono pochi e le voci di dissenso si fanno sentire sempre di più. Un eventuale appesantimento dei dazi sull’industria dell’automotive e sugli altri prodotti europei esportati negli USA rischierebbe di penalizzare serimente interi comparti produttivi e la preoccupazione sale se si pensa ad alcuni Paesi, come l’Italia, che hanno tutto da perdere da una politica di questo tipo. Le rappresentanze diplomatiche a Washington sono già a lavoro per scongiurare il rischio.

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