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L’agenzia di intelligence “Landesamat für Verfassungschutz” del Baden-Württemberg, preposta alla difesa della costituzione, ha pubblicato il rapporto annuale sulle attività anti-sistema del 2017. Tra queste anche una sezione che riguarda il fenomeno contemporaneo dell’antisemitismo antisionista e del movimento che promuove il boicottaggio di Israele.

Il rapporto tratta di un gruppo politico conosciuto come “Der dritte Weg” (la terza via), la cui natura politica è, secondo il rapporto, di estrema destra financo neo-nazista. Responsabile di incitamento xenofobo e antisemita, il partito “Der dritte Weg” ha organizzato dal 2013 varie attività in diverse località tedesche, comprese azioni di pattuglia delle strade e comizi. Il rapporto porta ad esempio del linguaggio antisemita del partito la sua homepage, dove si può leggere che “ogni giorno si possono osservare le immagini di bambini e donne uccisi nella Striscia di Gaza…” mentre i sionisti avrebbero il sorriso sul viso per tali azioni. Nel testo citato dal rapporto si definisce Israele come “l’ulcera sionista” che “si nutre degli attacchi alla propria politica interna, proprio come il fondatore del Sionismo Herzl aveva spiegato, cioè che l’antisemitismo è parte fondante l’identità ebraica”. A queste esternazioni segue l’invito a boicottare i prodotti israeliani e le imprese che hanno rapporti commerciali con Israele.

Secondo i servizi di intelligence si tratta di un fenomeno di antisemitismo antisionista poiché le critiche a Israele vengono usate per la sua demonizzazione o delegittimazione con l’applicazione di un doppio standard. Definizioni come “entità sionista”, “stato rapinatore”, “criminali sionisti”, “l’ulcera del Medio Oriente” svelano l’ideologia di odio antisemita che nega la legittimità dell’esistenza di Israele.

Ancor più interessante è l’attenzione che il rapporto pone sul fenomeno dell’antisemitismo antisionista, che “da tempo trova adepti al di fuori dell’estrema destra. Un esempio sono i gruppi che non sono da annoverarsi tra i circoli di estrema destra, che in considerazione del conflitto in Medio Oriente promuovono il boicottaggio di Israele”, ai quali anche il partito politico in questione cercherebbe di unirsi.

In un altro rapporto dell’agenzia di intelligence del Rhineland-Palatinate si nomina lo stesso gruppo descrivendone le attività e il linguaggio antisemita-antisionista.

Il BDS si definisce come movimento acefalo, che agisce però secondo le direttive di una commissione nazionale, la quale definisce priorità, politiche, linguaggio e obiettivi. Diversi gruppi di diverse ideologie e con diversi obiettivi abbracciano il boicottaggio di Israele. Mentre gli attivisti del BDS si definiscono “attivisti dei diritti umani” o “difensori dei diritti umani”, spesso i gruppi anti-israeliani avanzano un linguaggio o promuovono una visione del conflitto che agisce da propagatore di motivi antisemiti.

Il rapporto tedesco dimostra come la causa anti-israeliana funzioni proprio da catalizzatrice di sentimenti anti-semiti che originano da campi politici anche opposti e che strumentalizzano il conflitto arabo-israeliano per avanzare un discorso antisemita-antisionista. Il fenomeno relativamente recente ha antiche radici, che Robert Wistrich analizza nel suo monumentale “From Ambivalence to Betrayal”, identificando alcuni elementi antisemiti (come l’accusa di imperialismo, borghese avidità, inassimilabilità, incapacità di cambiamento e adattamento alla modernità, volontà di dominio, sterile attaccamento a desuete tradizioni, particolarismo esclusivista) come parte di una tradizione che si ripropone oggi in una certa visione politica di Israele e del conflitto.

Che questo sia per la Germania un segnale di allarme per la sicurezza interna e l’estremismo impone un’ulteriore analisi sui confini tra libertà di parola e incitamento all’antisemitismo proprio in quel movimento che si definisce come baluardo dei valori di giustizia e libertà. La funzione di catalizzazione degli estremismi nel boicottaggio di Israele può non esser propria solo della Germania.

groko

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