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Nessuno si spinge a parlare di svolta, anche perché il recente passato impone prudenza. Ma è chiaro che l’incontro pubblico tra i leader politici libici rappresenta un nuovo inizio, non fosse altro perché è la prima volta che si concretizza dalla caduta del regime di Gheddafi. Adesso all’orizzonte si staglia uno scenario del tutto nuovo per la Libia, con sullo sfondo una sorta di primaria coalizione tra i due lembi del paese che potrebbe condurre ad elezioni parlamentari entro la fine di quest’anno. Nel frattempo le forze del generale Haftar continuano nella loro azione sul territorio e arrestano combattenti afgani a Derna.

SVOLTA?

Per la prima volta dal crollo di Gheddafi i leader politici si sono incontrati pubblicamente a Bengasi: preludio ad uno scenario del tutto nuovo per la Libia? Sette anni dopo la rivoluzione del febbraio 2011 la città di Bengasi, che fu la culla di quella stagione, è diventata la base dei sostenitori dell’ex regime, il cosiddetto Azlam, anche grazie all’azione sul territorio del generale Khalifa Haftar che ha consentito di prendere il controllo della città.

Il 12 e 13 maggio proprio Bengasi è stata teatro di un incontro pubblico coordinato con i comandanti di sicurezza e militari fedeli ad Haftar. I leader del vecchio regime facevano parte del gruppo organizzatore come parte dei comitati rivoluzionari, e non hanno celato il loro sostegno a Haftar contro l’Isis.

Tra i presenti c’erano i vertici della sicurezza ai tempi di Gheddafi, che all’indomani della caduta del regime avevano cercato riparo in Egitto (tra di loro il generale Saleh Rajab), oltre ad ex dirigenti dei comitati rivoluzionari, come Mustafa Zaidi, Al-Tayeb Al-Safi, Abdul Majid Al-Qa’ud e Mohammad Abu Al-Qassim Al-Zawi. Si potrebbe quindi essere in presenza di una primordiale pangea che potrebbe portare ad una fase elettorale in Libia entro la fine del 2018.

OFFENSIVA

Sullo sfondo, intanto, ecco la nuova offensiva delle forze fedeli al generale Haftar che hanno arrestato combattenti afgani a Derna. Una mossa che potrebbe preludere al desiderio non troppo velato di stabilire un controllo totale sulla Libia orientale, dal momento che Derna ad oggi è l’unica città della Cirenaica fuori dal controllo dell’Lna.

Appare evidente che il controllo della zona costiera libica orientale avrebbe un significato preciso nell’ottica di una competizione elettorale per il regime di Haftar. A Derna il principale schieramento è il Consiglio della Shura dei mujaheddin, vicino ad Al Qaeda al cui interno però vi sono soggetti salafiti jihadisti che appoggiano Haftar.

Proprio per fare il punto su quanto accade a Derna e porre fine all’accerchiamento della città nella Libia orientale, il membro del Consiglio presidenziale (Pc) Mohammed Emmari Zayed ha incontrato l’ambasciatrice dell’Unione europea in Libia, Bettina Muscheidt. “Condanno l’assedio a Derna e la sofferenza dei civili “ ha commentato Zayed.

Accanto a questo scenario, ecco che prosegue il dialogo del premier di Tripoli Serraj con Haftar per riunificare le forze armate nel Fezzan: l’obiettivo comune sembra essere quello di stoppare gli scontri a Sebha (31 morti in due settimane di guerriglia) anche se lo stesso Serraj avrebbe riferito che “finora Haftar non mi ha risposto”.

Serraj aveva chiesto al generale Haftar di convergere sulla nomina di un capo militare per la regione del Fezzan, ma Haftar avrebbe proposto un suo vice. Lo stesso Haftar è stato visitato anche dall’ambasciatore italiano in Libia, Giuseppe Perrone proprio per via dell’importanza che tale processo politico ha in vista delle elezioni.

twitter@FDepalo

libia haftar

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