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Sembra proprio che la decisione di ritirare gli Usa dall’accordo con l’Iran sull’energia nucleare abbia dato un’impennata negativa ai rapporti diplomatici fra Unione europea e Stati Uniti. All’indomani della netta presa di posizione del Presidente Donald Trump di uscire dal Jcpoa, le reazioni nel mondo e in particolare in Europa sono arrivate molto puntuali e nette anch’esse.

L’UNIONE EUROPEA E IL MONDO IMPRENDITORIALE IN ALLARME

Il presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker, intervenendo nel Parlamento regionale fiammingo, a Bruxelles, ha parlato apertamente di “crisi diplomatica in atto “ fra Usa e Ue e di decisione “inutile” di Trump. Dopo aver detto che non spetta alla Commissione commentare, dato che lo ha già fatto l’Alto Rappresentante dell’Ue per gli Affari Esteri Federica Mogherini, che “si è espressa venti minuti dopo il discorso infelice di Trump”, Juncker ha affermato che, “visto che mi avete chiesto di dire una parola, mi riferirò a quello che ha detto madame Mogherini, che è responsabile del dossier”. “Mi rammarico profondamente per la decisione del presidente Trump, che è inutile, non serve alla causa della pace e non avrebbe dovuto essere presa nel modo in cui è stata presa”, ha concluso Juncker.

Federica Mogherini infatti ieri sera ha subito preso le distanze dalle parole del Presidente statunitense e ha affermato che i Paesi membri sono invece determinati a rispettarlo. “L’accordo sul nucleare con l’Iran è il culmine di dodici anni di diplomazia. Appartiene a tutta la comunità internazionale. È stato in esecuzione e sta servendo al suo scopo, che è quello di garantire che l’Iran non sviluppi armi nucleari. L’Ue è determinata a preservarlo”, ha dichiarato la Mogherini.

L’allarme per le imprese è al massimo: aggressività commerciale e ritiro dall’accordo sul nucleare con il ritorno delle sanzioni contro Teheran possono costituire elementi per l’instabilità internazionale, così da danneggiare gli interessi industriali continentali.

LA REAZIONE DELLA GERMANIA

“Noi restiamo impegnati con questo accordo e faremo qualsiasi cosa per assicurare che l’Iran lo rispetti”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel . Ribadendo il “rammarico” per la decisione del presidente Usa Donald Trump di uscire dall’intesa, ha sottolineato la preoccupazione per il programma missilistico iraniano e per l’influenza di Teheran in Siria e in Iraq. “Ci sono questioni oltre l’accordo di cui parlare”, ha detto. Germania, Francia e Gran Bretagna quindi “faranno di tutto” affinché l’Iran resti nell’accordo, assicura Angela Merkel. La cancelliera si è anche rivolta alla leadership iraniana esortandola ad assolvere agli obblighi che le derivano dall’accordo, non senza sottolineare come l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, abbia sempre certificato che Teheran lo ha fatto. “La strada verso la soluzione è quella del parlarsi l’uno con l’altro”, in previsione anche del viaggio in Russia che la attende.

MACRON E LA REAZIONE FRANCESE

“Francia, Germania e Regno Unito deplorano la decisione statunitense. Il regime internazionale per la lotta contro la proliferazione nucleare è in pericolo”, ha avvertito il presidente francese Emmanuel Macron in un tweet a nome dei tre Stati europei co-firmatari e garanti del patto. Il presidente ha inoltre parlato oggi al telefono con il presidente Hassan Rohani, ribadendo “la volontà della Francia di continuare ad applicare l’accordo nucleare iraniano in tutte le sue parti. E ha sottolineato l’importanza che l’Iran faccia la stessa cosa”, come fa sapere una nota dell’Eliseo.

LA GRAN BRETAGNA CHIEDE DI NON OSTACOLARE L’ACCORDO

Boris Johnson, ministro degli Esteri britannico, davanti al Parlamento britannico, ha chiesto a Washington di non intralciare il buon funzionamento dell’accordo nucleare fra l’Iran e gli altri Paesi, definendolo “vitale” per la sicurezza del suo Paese. “Esorto gli Stati Uniti ad evitare qualsivoglia azione che impedisca alle altre parti di continuare a far funzionare l’accordo, nell’interesse della nostra sicurezza collettiva”. Il capo della diplomazia britannica ha chiesto poi agli Stati uniti di precisare ciò che propongono dopo il ritiro dall’accordo con l’Iran.

LA POSIZIONE DELLA TURCHIA E LA PREOCCUPAZIONE DI PUTIN

Ibrahim Kalin, portavoce del presidente turco, ha sottolineato come sia preoccupante la decisione di Donald Trump e di ripristinare le sanzioni contro la Repubblica Islamica. “Il ritiro unilaterale degli Stati Uniti dall’accordo è motivo di preoccupazione – ha detto stamani Kalin, citato dall’agenzia di stampa ufficiale turca Anadolu – Il ritiro unilaterale da un accordo che era stato firmato dopo lunghi negoziati compromette l’affidabilità degli Stati Uniti”. “Non vogliamo che alcun Paese nella regione sia dotato di armi nucleari. La nostra priorità è la denuclearizzazione della regione, a prescindere da chi sia in possesso di queste armi”, ha insistito Kalin che ieri sera – dopo l’annuncio di Trump – era già intervenuto su Twitter affermando che la scelta di Trump “porterà a nuovi conflitti e instabilità”.

Il Consiglio di sicurezza russo ha espresso oggi “profonda preoccupazione”, evidenziando l’importanza dell’accordo sul programma nucleare iraniano, ha detto Peskov, portavoce presidenziale russo.

E L’IRAN NON SI FIDA DELL’EUROPA

“Non mi fido di questi paesi. Non fidiamoci”, ha detto la Guida Suprema Khamenei, secondo il quale c’è il rischio che Francia, Gran Bretagna e Germania “faranno ciò che gli Stati Uniti ci hanno fatto”. In merito alla possibilità che Teheran possa rimanere nell’accordo sul nucleare con gli altri firmatari, ha evidenziato la necessità che l’Iran ottenga “garanzie pratiche, anche se ne dubito, altrimenti non possiamo rimanere nell’accordo Jcpoa”.

“Quello che è accaduto – ha proseguito Khamenei – è un gioco scorretto da parte degli Stati Uniti e non ci sorprende. Questo atteggiamento si è verificato anche mentre gli Stati Uniti erano sotto il governo di precedenti presidenti ed è successo in un modo o nell’altro durante ogni presidenza”. “Questi ex presidenti (Usa, ndr) sono passati e sono stati dimenticati e la Repubblica islamica è ancora in piedi. Lo stesso destino attende questo (Trump, ndr) e la Repubblica islamica quel giorno sarà forte”.

Con il ritiro dall'Iran deal è crisi diplomatica fra Usa e Unione europea

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