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Il presidente statunitense Donald Trump, pur deciso a concludere un accordo tra Ucraina e Russia, ha escluso l’invio di truppe americane in Ucraina per sostenere qualsiasi intesa di pace. Ma, secondo funzionari della sicurezza statunitensi ed europei citati da Politico, gli “occhi e le orecchie” della comunità di intelligence statunitense saranno fondamentali per rafforzare una proposta missione di peacekeeping europea.

C’è grande attesa per domani in Turchia per i colloqui tra Ucraina e Russia. Al momento non c’è ancora alcuna conferma della partecipazione del presidente russo Vladimir Putin, anche se è stato proprio lui stesso, nei giorni scorsi, a invitare l’omologo ucraino Volodymyr Zelensky. Quest’ultimo ieri ha esortato Trump a recarsi in Turchia per partecipare ai colloqui. Il presidente statunitense, però, ha solo annunciato che ci andrà Marco Rubio, il segretario di Stato. Il capo della diplomazia americana nelle ultime ore ha avuto un colloquio con Andriy Yermak, capo dell’ufficio presidenziale ucraino, che ha sottolineato, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Rbc Ucraina, che “la strada verso la pace deve iniziare con un cessate il fuoco”, che “l’Ucraina ha ripetutamente dimostrato di essere pronta a cessare le ostilità” “e che la presenza di Trump sarebbe “un segnale importante per la leadership russa e potrebbe essere fondamentale per garantire negoziati costruttivi”.

La mancanza di passi avanti da parte di Putin ha portato gli Stati Uniti a considerarlo un ostacolo al cessate il fuoco tra Mosca e Kyiv, scrive oggi il Financial Times raccontando la “svolta silenziosa” dell’amministrazione Trump sull’Ucraina. Ora la palla è di nuovo nel suo campo, considerata la promessa di imporre pesanti sanzioni che Putin non dovesse presentarsi in Turchia.

I Paesi europei, guidati da Francia e Regno Unito, chiedono un cessate il fuoco su terra, mare e cielo per 30 giorni. La Russia starebbe preparando una nuova offensiva estiva, ragione per cui Mosca potrebbe dire no a un cessate il fuoco che non soddisfi le sue condizioni. Ma potrebbe anche essere tentata di mettere alla prova un eventuale accordo di cessate il fuoco con un’operazione false-flag, cercando di attribuire la colpa a Kyiv, ha detto un alto funzionario della difesa del Nord Europa intervistato da Politico.

Il primo ministro britannico Sir Keir Starmer e il presidente francese Emmanuel Macron si sono impegnati a guidare una “coalizione dei volenterosi” per supportare qualsiasi futuro accordo di pace in Ucraina. Starmer ha dichiarato di essere “pronto e disponibile” a inviare truppe britanniche in Ucraina per garantire la sicurezza del Paese qualora si raggiungesse un’intesa.

Qui entra in gioco l’intelligence americana. “I satelliti statunitensi possono scrutare profondamente la Russia e rilevare movimenti insoliti di truppe lontano dalle linee del fronte, che potrebbero indicare preparativi per un attacco a sorpresa”, scrive Politico. Per Edward Wrong, ex alto funzionario dell’intelligence americana che ha prestato servizio presso il quartier generale della Nato a Bruxelles, gli Stati Uniti sono “un abilitatore decisivo” in quanto il volume di dati gestiti, la potenza di calcolo, la rete di satelliti, gli analisti e la rapidità con cui elaborano le informazioni “sono cose difficili da replicare a livello multinazionale”.

Come evidenziava qualche settimana fa Douglas Barrie del think tank britannico International Institute for Strategic Studies, “la dipendenza dell’Europa dalle capacità militari di Washington, in particolare da fattori critici come l’ISR (intelligence aerea, sorveglianza e ricognizione) e il rifornimento aereo, renderà il perseguimento dell’indipendenza una sfida importante senza grandi investimenti in questi settori”.

Il punto interrogativo ora riguarda l’intenzione dell’amministrazione di continuare a fornire intelligence a sostegno di una missione di pace in caso di accordo. Un funzionario dell’amministrazione si è rifiutato di commentare i piani futuri con Politico, limitandosi a dire che gli Stati Uniti continuano a offrire assistenza alla difesa dell’Ucraina, “incluso lo scambio di informazioni”.

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