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Una doppia mostra in Vaticano e in Cina, e il divieto delle agenzie di viaggio cinesi, imposto dal governo del Partito comunista cinese, di inviare turisti in visita presso le strutture della Santa Sede perché “non ci sono relazioni diplomatiche”. La denuncia è stata pubblicata su Asia News del sacerdote missionario del Pime padre Bernardo Cervellera, (in foto), direttore dello stesso sito di informazione sull’Oriente e da sempre poco incline ad accettare elasticità diplomatiche da parte della Santa Sede, dopo che in sala stampa vaticana si è tenuta una conferenza stampa per la presentazione della doppia esposizione che avrà luogo nel 2018.

LA DOPPIA MOSTRA IN CINA E IN VATICANO

Si parla infatti di quaranta opere reciprocamente esposte: a Pechino andranno opere in bronzo, statue in pietra, oggetti risalenti all’epoca della dinastia Tang (618-907), rotoli antichi con il dipinto della Muraglia cinese e quadri con raffigurazioni di carattere religioso, come scene cristiane tratte dalla vita di Gesù, tutti restaurati grazie anche alle mani di esperti cinesi. Mentre non è ancora chiaro cosa verrà inviato dalla Cina. Al momento si sa soltanto che saranno esposti dodici dipinti del maestro Yan Zhang, tra cui una delle due opere da lui donate a Papa Francesco, Iron Staff Lama, attualmente parte della collezione permanente del Museo Anima Mundi in Vaticano.

GLI OBIETTIVI ESPOSTI DALLA DIRETTRICE JATTA

Scambio descritto dalla direttrice dei Musei vaticani Barbara Jatta, la prima donna nella storia messa alla guida delle gallerie pontificie, espressione di una “diplomazia dell’arte”. In nome di quanto chiede Papa Francesco, vale a dire che bellezza e arte siano “veicolo di dialogo in nome dell’uomo”, che permettano un “dialogo fra le culture”, “fra le religioni” e che fungano da “strumenti d pace”. E che “non è certo una nostra scoperta”, ha aggiunto la Jatta durante la presentazione dell’evento, perché si “innesta su una tradizione plurisecolare della Chiesa”, ma che tuttavia “oggi sta a noi portare avanti e creativamente reinterpretare in un costante confronto con lo scenario globale che ci sta di fronte”.

LA DENUNCIA DI PADRE CERVELLERA DI ASIA NEWS

Padre Bernardo invece mette in guardia dalle interpretazioni troppo affrettate rivelando sulla sua agenzia che “il Partito comunista cinese ha dato indicazioni perché nessuna agenzia di viaggio del Paese mandi gruppi di turisti a visitare il Vaticano e la basilica di San Pietro”, con divieto di “fare pubblicità e programmare viaggi” e “multe fino a 300mila yuan”, circa 39 mila euro. La vicenda, resa nota da un articolo di Radio Free Asia e segnalata dopo la conferma delle fonti di Asia News, avrebbe come motivazione la mancanza di relazioni diplomatiche tra Cina e Vaticano. “Un boicottaggio verso il Vaticano perché accetti le condizioni imposte da Pechino nel dialogo?”, si chiede padre Bernardo, o solo “inutile psicosi del controllo”?

IL BLOCCO GOVERNATIVO CINESE

Di fatto le direttive governative, che impongono “di cancellare dalle offerte le visite al centro della cristianità”, risalgono alla settimana scorsa, il 16 novembre. Alla luce anche del fatto, e si citano le parole di un impiegato del settore, che il turismo verso l’Italia è cresciuto molto e gran parte dei visitatori passano per le strutture vaticane, dalla Basilica di San Pietro o agli stessi musei. Mentre cinesi cristiani, a Roma, distribuiscono volantini con spiegazioni della storia della Chiesa. E “forse il bando è per evitare proprio questa ‘intrusione’ e questo tentativo di evangelizzazione dei turisti, che all’estero trovano più libertà di dialogo e di riflessione”, commenta Cervellera.

LE RELAZIONI DIPLOMATICHE E GLI ATTEGGIAMENTI CINESI

Nonostante infatti da tempo si parla di un possibile viaggio di Papa Francesco in Cina, che potrebbe finalmente aprire le relazioni diplomatiche tra i due Paesi, le condizioni imposte dal governo cinese per uno loro sblocco sarebbero, scrive il sacerdote in passato missionario ad Hong Kong, che la Santa Sede interrompa i rapporti con Taiwan, e naturalmente non interferisca nelle questioni interne cinesi. Un atteggiamento analogo, ricorda Cervellera, è stato assunto da parte del governo cinese nei confronti della Corea del Sud, dopo che quest’ultima, approvando l’istallazione del sistema missilistico Thaad, ha visto cancellarsi i voli dei turisti cinesi diretti nel proprio Paese e boicottati i negozi coreani in Cina.

LA PRESENTAZIONE IN SALA STAMPA VATICANA

Durante la presentazione alla Sala Stampa vaticana, tuttavia, hanno partecipato anche due personalità cinesi, il segretario generale del China Culture Investment Found – organizzazione non governativa, anche se fondata dai dipartimenti governativi della Repubblica Popolare Cinese, che ha lo scopo di promuovere la cultura e gli scambi culturali con altri Paesi – Zhu Jiancheng, assieme all’artista, molto noto in Cina, Yan Zhang. E il primo ha per l’appunto sottolineato che “lo scambio culturale precede la diplomazia”, ma che allo stesso tempo “l’esposizione supera le frontiere, il tempo e unisce le culture”, e che in questo modo “rafforzerà ulteriormente l’amicizia tra la Cina e il Vaticano e favorirà la normalizzazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Vaticano”. Sulla “spinta del progetto ‘One Belt, one Road’ proposto dal presidente Xi Jinping”, e per far fronte a sfide che, ha continuato il maestro Zhang, valgono per “l’1,2 miliardi di cattolici, per l’1,38 miliardi di cinesi e per i 7,2 miliardi di abitanti del nostro mondo”.

Ecco gli ultimi borbottii di padre Cervellera su Cina e Vaticano

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