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Il progetto di Liberi e Uguali vuole riportare l’istruzione, il lavoro e l’ambiente al centro della vita sociale del cittadino. Così si legge nell’introduzione del programma del partito fondato da Pietro Grasso.

“In queste settimane di campagna elettorale tocco con mano i problemi di una nazione sfiduciata che ha smesso di credere in se stessa ma io ho trovato l’entusiasmo e la passione per cambiare le cose”. Lo ha detto il proprio Pietro Grasso in queste ore a Palermo.

Ma vediamo in sintesi il programma proposto da questa nuova forza politica: dalla scuola alla sanità, dal fisco alla difesa. Ecco i punti salienti del loro progetto.

ISTRUZIONE E RICERCA

Liberi e Uguali si propone di cancellare la cosiddetta “Buona scuola” e di ripartire da una scuola comunità educante, una scuola ancorata ai principi costituzionali, gratuita, moltiplicando l’offerta pubblica di nidi, rendendo universale la scuola dell’infanzia.

Al centro del tema quindi non solo il cittadino, ma anche l’istituzione con l’alternanza scuola-lavoro da rivedere completamente con il riconoscimento della volontarietà dell’adesione, e l’edilizia scolastica in linea con il progetto di conversione ecologica.

Investimento sul diritto allo studio e sulla progressiva gratuità dell’accesso a partire dall’abolizione delle tasse universitarie, sull’effettivo sostegno con borse di studio e residenze per gli aventi diritto, sulla qualità dell’insegnamento, sulla valorizzazione di professori e ricercatori, sulla stabilizzazione dei precari dell’Università e del sistema pubblico di ricercasulla valutazione seria della ricerca definendo nuovi criteri e finalità della valutazione dei singoli e delle istituzioni.

IL LAVORO

In progetto un Green New Deal, che apra la strada alla riconversione ecologica dell’economia, intervenendo prioritariamente su: messa in sicurezza del territorio, delle scuole, degli ospedali, degli edifici pubblici e delle abitazioni; energie alternative, risorse idriche, istruzione, sanità, trasporto pubblico, cultura, tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ricerca. Sono tutti investimenti ad alto moltiplicatore, secondo Leu, cioè in grado di generare una crescita economica, e quindi una occupazione, molto più elevata rispetto agli sgravi fiscali o ai trasferimenti monetari.

Non manca un occhio al lavoro pubblico con il turnover nella Pubblica Amministrazione, nei comparti di sanità, scuola, università, servizi sociali e sicurezza.

AMBIENTE

Leu punta sulla conversione ecologica dell’economia, capace di liberare l’enorme potenzialità per il rilancio di eccellenze industriali italiane, per la creazione di posti di lavoro diffusi, stabili, per la promozione delle economie sane in grado di produrre più risorse di quante vengano sottratte, in termini ambientali e sociali.

Un Grande Piano Verde verso una totale decarbonizzazione del nostro Paese e per passare dall’economia lineare a quella circolare: strategia “rifiuti zero”, riduzione dei consumi e in particolare di quelli energetici, radicale efficientamento di casa, mobilità e trasporti, e la contestuale conversione dei consumi residui verso uno scenario al 100% rinnovabile entro il 2050.

FISCO

Alleggerire la base imponibile dell’Irpef partendo dalla riduzione dell’aliquota del primo scaglione in modo da concentrare gli sgravi soprattutto sui redditi bassi e medi. Gli scaglioni di reddito devono essere più stretti e le aliquote più progressive (può essere preso in considerazione anche il modello tedesco di Irpef graduata secondo una funzione matematica continua).

Deve essere introdotta, anche a livello europeo, una vera imposta sulle transazioni finanziarie (Tobin Tax) e va sostenuta la proposta europea di una tassazione sui profitti delle multinazionali, che impedisca loro di sfuggire all’imposizione nei paesi in cui realizzano i loro profitti. Nel frattempo va introdotta una vera web tax sui beni e servizi commercializzati via web da imprese multinazionali non residenti in Italia.

Lotta senza tregua all’evasione fiscale.

SANITÀ PUBBLICA

Forte rilancio del finanziamento della salute e dell’assistenza sanitaria, per riallineare progressivamente la spesa sanitaria pubblica italiana alla media dei paesi dell’Europa occidentale e garantire investimenti pubblici per il rinnovamento tecnologico e l’edilizia sanitaria, da finanziare con 5 miliardi in 5 anni.

Frenare la diffusione delle polizze sanitarie nei contratti integrativi, attraverso regole più precise e/o evitando di sostenerla con la fiscalità generale che rischia altrimenti di portare progressivamente ad un indebolimento del sistema pubblico.

Superare l’attuale sistema dei ticket, già previsto dal Patto per la Salute del 2014 e l’abolizione dei superticket; un Piano d’azione per la salute mentale; una nuova politica del farmaco attraverso la promozione dell’uso dei farmaci generici (l’Ocse ci posiziona nel 2015 al penultimo posto su 27 paesi); l’informatizzazione del settore sanitario; un’attenzione specifica alla promozione del diritto alla salute delle donne, garanzia dei diritti sessuali e riproduttivi, attraverso il sostegno e il finanziamento della rete dei consultori; il rilancio dei programmi di educazione sessuale e contraccettiva nelle scuole; l’applicazione della legge 194 intervenendo sul problema del numero eccessivo di medici obiettori.

LA GIUSTIZIA

Informatizzazione dei processi in ogni ambito e settore e fare in modo che lo sviluppo della macchina giudiziaria proceda a pari passo con l’innovazione tecnologica. Preidsporre piani per l’adeguamento del personale secondo almeno la media comparata degli altri Stati dell’Unione Europea, con conseguenti piani di adeguamento delle strutture giudiziarie.

In tema di processo civile occorre ridurre la lunghezza dell’istruzione della causa, assicurando tempi certi e celeri per l’emissione della sentenza. Anche in tema di giustizia penale fondamentale è il problema della durata dei processi, da affrontare ponendosi l’obiettivo di avere una sentenza nel tempo più breve possibile, avere una sentenza giusta, avere una certezza dell’effetto risarcitorio e/o riabilitativo della condanna, recuperando la funzione rieducativa della pena e rafforzando le misure alternative.

È urgente, secondo il programma, un intervento sul sistema carcerario e una riforma dell’ordinamento penitenziario per garantire il rispetto della dignità della persona, anche quando detenuta. Il numero di suicidi in carcere è un dato che non può essere più ignorato.

Va modificata inoltre la normativa, pur approvata dal nostro Parlamento di recente, sul delitto di tortura secondo le indicazioni che ci provengono dall’Onu e dagli organismi europei.

DIGITALE

Contrari all’abolizione della neutralità della rete perché consentirebbe alle grandi società di telecomunicazione di offrire servizi più veloci a chi paga di più e anche di scegliere quali contenuti possano avere la precedenza su altri. Internet deve restare uno spazio dove tutti i cittadini e tutte le imprese possano accedere a idee, informazioni e servizi, senza alcuna discriminazione, a prescindere dai contenuti e dai servizi.

AGRICOLTURA

Propongono al ministero dell’Agricoltura una banca di sementi libere e di qualità, disponibili per gli agricoltori del nostro paese e menzionano il tema dello sfruttamento e dell’illegalità presenti nella filiera agroalimentare.

CULTURA

Un percorso di valorizzazione che si estenda alle periferie – anche grazie ad esperienze di cittadinanza attiva ed autorganizzata – alle zone degradate e alle aree interne del nostro Paese anche per nutrire un turismo di qualità che soprattutto nel Sud Italia può rappresentare una formidabile risorsa di sviluppo sostenibile capace di iniziare a colmare il gap con il resto del Paese.

Un processo serio per il riconoscimento delle professioni culturali e interventi per garantire la qualità e stabilità del lavoro.

PACE E DISARMO

Serve una politica estera di pace. Rafforzare le politiche di cooperazione e solidarietà internazionale, di promozione dei diritti umani attraverso l’applicazione delle convenzioni internazionali e rifiutare l’interventismo militare al servizio di una logica di guerra. Un investimento è già stato fatto con i corpi civili di pace, da sviluppare con l’istituzione di un Dipartimento della difesa civile, quale mezzo alternativo per promuovere iniziative multilaterali di risoluzione pacifica dei conflitti.

Non rinviabile infine una riduzione delle spese militari, con un risparmio per la finanza pubblica. Occorre far rispettare all’industria italiana degli armamenti – integralmente e strettamente – le norme internazionali, europee e sulle limitazioni all’export bellico, a partire dalla legge 185/90, in particolare sui paesi in guerra. All’interno di questa cornice occorre interrompere l’autorizzazione dell’export bellico nei confronti dell’Arabia Saudita, in guerra con lo Yemen. L’Italia deve inoltre impegnarsi a sottoscrivere e promuovere il Trattato per la proibizione delle armi nucleari.

Ecco il programma elettorale di Liberi e Uguali

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